Che un pitone non sia un animale domestico appare un dato di fatto incontrovertibile, al pari di iguane, sauri di varie specie, camaleonti e di un intero bestiario esotico che popola le nostre città.
Sono animali particolari, con bisogni legati al loro habitat d’origine, quasi mai correttamente riprodotti in cattività: così i soggetti che non muoiono durante i vari trasporti e le catture finisce che si spengono lentamente nei terrari degli appassionati.
Molti poi vengono da allevamenti dove gli “esperti” giocano con la loro genetica, per ottenere i cosiddetti “morph”: rettili, con livree dai colori inesistenti in natura, che tanto piacciono e tanto valgono nel grande mercato della terraristica.
Ma oltre alla sofferenza, alla predazione della natura, alla lenta agonia che spesso connota la vita di un serpente in un terrario – specie se in mano ad inesperti e improvvisati che lo hanno acquistato solo per stupire – c’è un aspetto di cui nessuno parla, del quale nessuno si occupa: che fine fanno gli animali indesiderati? Lungo lo stivale del nostro paese ogni anno vengono recuperati migliaia di rettili esotici, delle più svariate taglie e specie, sfuggiti al controllo dei detentori o più semplicemente, ed irresponsabilmente, abbandonate perché diventate indesiderate, malate, costose, non più di soddisfazione. Gli animali con i quali è molto difficile avere rapporti empatici creano ancora minori remore nei loro proprietari quando li mettono per strada. Da quel momento inizia uno scaricabarile infinito su chi debba occuparsi dell’animale, catturarlo e accudirlo: una riffa a cui partecipano tutti i principali corpi dello Stato: la Forestale, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco per arrivare alla Polizia Locale e tutti si dichiarano incompetenti, sprovvisti di mezzi, attrezzature, strutture: a quel punto per il povero rettile si aprono due strade, una che porta dritta dritta verso un negozio di animali, che riceve gratis un animale da poter rivendere mentre l’altra porta a un’associazione protezionistica che, senza alcun contributo pubblico, in qualche modo e per qualche tempo se ne farà carico.
Gli animali esotici in generale, rettili compresi, sono purtroppo un segmento dei cosiddetti pets, gli animali da compagnia. Un segmento però che non interessa molto e per i quali la legge non prevede strutture, obblighi, ricoveri pubblici. Per i selvatici ci sono i CRAS (Centri di recupero animali selvatici), per gli esotici ci sarebbero i CRASE (centri di recupero animali selvatici esotici), che sono pochissimi e solitamente si occupano di animali pericolosi che, a norma di legge, i privati non possono detenere. Basta provare a cercare una collocazione in un CRASE per un’iguana per rendersi conto di quanto questo sia di fatto impossibile.
Qualcuno dovrebbe però occuparsi di questi animali, per una serie infinita di motivi: per etica, per impedire la sofferenza, per non causare pericolo, per non reimmettere in natura specie alloctone e anche perché comunque, questi poveri esseri, non possono restare abbandonati su un marciapiedi della città. Occorre quindi creare centri che possano garantire a questi animali una vita degna in attesa magari di migliori collocazioni: nessuno però a livello pubblico sembra voler considerare il problema, specie in un momento in cui non ci sono risorse. Però sarebbe semplice recuperare le risorse proprio da chi il problema lo genera: i commercianti e i possessori di questi animali. In attesa di arrivare a un giorno in cui si comprenderà l’illogicità e la crudeltà di questo mercato, chiudendolo per sempre, si può mettere una tassa, importante, su quello che è davvero il bene voluttuario per eccellenza: l’animale esotico comprato per stupire. In questo modo, così come i produttori di materiali che devono poi essere riciclati sono obbligati al versamento di imposte, lo sarebbero anche quelli che speculano con questo commercio.
Una volta tanto si tratterebbe di una tassa che, se correttamente usata, farebbe piacere veder inserita in qualche provvedimento governativo. Nel frattempo occorre fare tutto il possibile per fare cultura e cambiare il comportamento negativo delle persone: gli animali soffrono e il commercio degli animali destinati alla cattività per puro fine ludico è la peggior barbarie, proprio in quanto inutile e facilmente eliminabile.
Grosso errore: gli animal da compagnia sono distinti dal tipo di cervello che hanno . Il cervello cosiddetto “rettiliano” non a caso è contraddistinto proprio dall’assenza di aree deputate alle relazioni sociali e affettiva.
È l’assenza di questo che determina a prescindere dalle migliaia di anni che possono passare la funzione reciproca e attiva di quel che definiamo “ compagnia”. Loro non hanno alcun desiderio della nostra compagnia.
A maggior ragione è inutile detenerli in cattività per fargli avere una vita innaturale, che non gli consente di poter esercitare i comportamenti specie specifici. Non vi è giustificazione alcuna al loro possesso.
Trovo tutto molto sbagliato e privo di fonti attendibili. Inanzitutto i rettili in commercio non sono presi dalla natura( quelli sono pochissimi i cosidetti W.C. cioé wild caught animali di cattura che sono molte volte illegali, presentano parassiti e sono molto più stressabili). Mentre la maggior parte dei rettili sono o C.B. (Captive born) cioè nato in cattività ma è possibile che abbia i genitori presi dalla cattività. Oppure la cosa migliore sono i C.B.B. (Captive bred and born) cioè che è nato e cresciuto in cattività ed ha genitori anche loro cresciuti e nati in cattivita. Poi i cosidetti “morph” non sono altro che accoppiamenti fra animali con livree diverse che generano vari morph. Questa cosa è fatta con la massima sicurezza e professionalità in quanto si evitano i rapporti fra consanguigni e si evitano così problemi dovuti ad alcuni geni ( tipo l’enigma e il lemon nei leopardini o lo spider nei pitoni). Non vedo perche’ chi ne ha la
passione non possa allevare questi splendidi animali. Il Cane non è molto diverso da loro, perchè anche esso in passato era selvatico e ha passato più di 14.000 anni ad essere sfruttato perchè avesse le caratteristiche giuste per il lavoro o per il commercio. Quindi chiedo di informarvi meglio prima di postare articoli, anche perchè anche io sono contro i VERI maltrattamenti sugli animali.
Sono a conoscenza delle questioni di cui parla, ma continuo a non condividere il suo punto di vista. Questi animali non dovrebbero comunque stare in casa per il piacere di collezionisti come lei.
Non capisco cosa abbiate contro i serpenti, i gechi, i sauri, le iguane e tutti gli animali elencati da voi sopra. Se a qualcuno garba di avere un’animale simile? beh, che c’è di male. Tralasciando poi il fatto che l’articolo presenta molte imprecisioni, come il fatto che gli animali vengono catturati in natura. Ebbene sì, alcuni animali vengono catturati in natura, ma i W.C. (Wild Capture) sono poco diffusi, per non dire che gli esemplari C.B. (Captive Born) rappresentano la totalità degli animali detenuti. Certo, nemmeno io sono d’accordo nel detenere serpenti come il Molurus bivittatus (Pitone Moluro) che sfiorano i 5m di lunghezza, ma con le dovute precauzione, un terrario della giuste dimensioni e le cure corrette, un animale CB starà benissimo. Inoltre, se gli animali non fossero riprodotti correttamente, non esisterebbero sul mercato così tanti bei serpenti, con le loro bellissime livree, da voi erroneamente chiamate morph. Le ABERRAZIONI GENETICHE presenti su un animale, sono del tutto casuali e naturali. Gli allevatori si limitano solo ad accoppiare due morph che possono generare delle livree molto belle ed interessanti: un’esepio molto semplice che vi posso fare è che accoppiando un animale ancestrale con un pastel (parlando di pitoni reali, non fraintendiamoci) si ottengono 50% pastel e 50% ancestrali. L’esemplare rappresentato in fota da voi sopra(quello Chiaro) mi pare un Bumblebee (ma non ne sono sicuro) che è dato semplicemente dall’accoppiamento di uno spider con un pastel. Spero di essere stato un chiarimento per lo scrittore dell’articolo, che di sicuro non si è informato prima di fare discorsi tragici come questi, ma anche per i lettori, che penso debbano avere una visione più ampia dell’argomento. Saluti a tutti
Continuo a pensare che questi animali non debbano essere tenuti in cattività per il piacere di chi li compra e ancora maggiore, ovviamente, per quanti li vendono. Un animale selvatico riprodotto in cattività resta un animale selvatico e non può in alcun caso essere considerato domestico. Questione di punti di vista, non di disinformazione. Del resto questo è un blog sui diritti degli animali, non un sito di allevatori, quindi mi pare evidente che le opinioni non possano coincidere.
Tu sbagli di nuovo! Cosa erano i cani nelle ere che ci precedono? Animali SELVATICI che sono stati tolti dal lor abitat naturale e che hanno subito delle trasformazioni che hanno conferito loro le diverse razze. è la stessa cosa! Chi lo sa, magari tra poco i serpenti saranno considerati animali capaci di dare aiuto all’uomo, facendo la guardia forse! Gli animali hanno diritti, certo, ma che un’animale CB venga rimesso in natura, è una cosa assurda! é esattamente l’abbandono di cui tu stai tanto parlando. in ogni caso ognuno può avere le sue opinioni e le nostre, mi pare ovvio, sono molto discordanti! Ti lascio un link da guardare, per darti l’idea del fatto che i pitoni vengano o meno riprodotti correttamente: http://www.mcserpenti.com saluti
Io sbaglierò nei contenuti, forse, tu sicuramente nei toni. La domesticazione del cane è durata 15.000 anni e forse qualche informazione ti manca. Ma non è mia intenzione iniziare una discussione per cui questo è l’ultimo commento pubblicato sul tema, giusto per non perdere entrambi tempo in una discussione sterile.