
Ibridi di lupo e cattiva informazione uniti possono creare inutili allarmi, specie se a fare affermazioni infondate sono persone apparentemente titolate a farlo. Troppo spesso i media rilanciano informazioni che generano inutile allarmismo e, soprattutto, sono destituite di fondamento, considerando che non sono riconosciute dalla comunità scientifica. Una di queste falsità, che trova spesso spazio sugli organi di informazione, è che i lupi ibridi siano più pericolosi di quelli puri. Un’affermazione fatta senza basi scientifiche, non confermata da episodi oggettivi e quindi da ritenere falsa.
Un avvistamento di lupi a Potenza Picena, nel maceratese, ha scatenato allarmi, articoli di stampa utili solo a diffondere il panico e poi, dulcis in fundo, un testo ripreso da moltissimi giornali online dove si sottolinea che occorre lasciare la parola agli esperti. Leggendo però gli articoli e facendo una breve ricerca si capisce che non si tratta di esperti di lupi. Si trova un sito internet aggiornato al 2019, nel quale uno degli esperti racconta di varie attività in ambito naturalistico, occupandosi anche di falconeria e di allontanamento dei piccioni.
Insomma nulla che lo possa collocare come studioso della vita dei lupi. Il secondo “esperto” risulterebbe essere un biologo marino, che svolge la sua attività prevalentemente per creare progetti europei. Senza nulla togliere al suo sapere sembra che sia più un lupo di mare, che uno studioso di lupi. Eppure entrambi redigono un documento sui predatori, che gira evidentemente per le redazioni e viene ripreso da varie testate. Affermando anche cose condivisibili, sino a quando non parlano di ibridi fra cani e lupi o di un lupo “addomesticato”.
Ibridi di lupo e cattiva informazione possono dare vita a fantasmi che esistono solo nella penna di chi li descrive
Fare divulgazione naturalistica spesso significa dare voce a chi fa ricerca sul campo, a chi svolge la sua attività in un settore specifico. Questo significa anche poter fare affermazioni che sono state validate dagli studiosi, che sono un patrimonio di conoscenza comune. L’errore è in agguato quando non ci si sa fermare per tempo.
Pericolosi e spesso scambiati per lupi, sono gli “Ibridi”, meglio conosciuti come “cani-lupo”, che, più adattati alla presenza dell’uomo, appaiono meno timorosi e più aggressivi; anche su questi animali si sta effettuando da tempo un monitoraggio; tuttavia le analisi effettuate dagli Enti preposti hanno individuato nel Lupo (Canis Lupus Italico) la specie presente nel territorio di Potenza Picena, escludendo, appunto, gli Ibridi.
Estrapolato dall’articolo “Polini (zoologo) e Dernowski (biologo) intervengono sulla presenza dei lupi: “Ma il lupo è buono o cattivo?” pubblicato sul Cittadino di Recanati e da altri
Iniziamo col dire che i cani lupo riportano alla mente Rin Tin Tin e non certo un ibrido fra un lupo e un canis lupus familiaris. Al di là dell’imprecisione, magari infelice, quello che è certo è che quanto affermato non risponde al vero. E non è dato di sapere su che basi gli enti preposti abbiano mai stabilito che si tratti di lupi puri e non di ibridi, stante che non si citano esami del DNA. Non sono riportate aggressioni verso umani da più di due secoli, come confermano gli esperti, né di lupi, né di ibridi fr cani e lupi. Gli studi, passati e in corso, non hanno determinato una maggior pericolosità dei soggetti ibridi, se non quella per il patrimonio genetico dei lupi.
I lupi ibridi non sono più pericolosi e neanche sono in grado di prevenire i terremoti, come un altro esperto disse in TV
Ognuno che faccia il divulgatore, per passione o per mestiere, dovrebbe parlare di ciò che conosce. Riferendo certezze scientifiche e evitando pericolose scivolate verso affermazioni a effetto, che peraltro danneggiano l’immagine in modo talvolta irreparabile. In effetti se i lupi avessero la capacità giuridica di stare in giudizio credo che sarebbero molti i procedimenti giudiziari per calunnia e diffamazione. E si può affermare, senza tema di smentita, che sarebbero vinti a mani basse.
I giornali, anche quelli online, dovrebbero fare molta più attenzione a quello che pubblicano, perché se già fanno inorridire le affermazioni da “bar dello sport” dei social, quelle sui giornali sono inaccettabili. Esiste un obbligo di verifica, un limite alla decenza spesso travalicato da titoli studiati per fare sensazione, per raccogliere click. Esiste un dovere di fare informazione in modo corretto, leale e veritiero, senza assecondare il padrone di turno (e sui lupi il mondo venatorio e quello agricolo ne san qualcosa). Non perché si è iscritti a un ordine professionale, che potrebbe contare davvero poco, ma per dignità personale.