
Il lupo trovato a Villetta Barrea è morto per cause naturali e il bracconaggio è estraneo, per fortuna, a questo episodio. Nel Parco d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) non si registravano azioni di bracconaggio contro i lupi da molto tempo. Per questo la notizia di una possibile uccisione di un lupo per mano dell’uomo era stata vista come uno sfregio. Nei confronti non solo dell’animale, ma di un’area protetta particolarmente attenta alla convivenza fra uomo e natura.
La notizia arriva dal Parco che rende noti i risultati della necroscopia fatta sul cadavere dell’animale. L’Istituto Zooprofilattico di Avezzano ha stabilito che quelli che sembravano fori di proiettile erano in realtà morsi. Il lupo rinvenuto è stato ucciso a seguito di un’aggressione subita da cospecifici o, al limite, da parte di un branco di cani randagi. L’animale infatti è risultato essere molto debilitato e affetto da un tumore che ne aveva minato la resistenza. Portandolo probabilmente ad allontanarsi dal suo branco.
Una notizia che deve essere raccontata, al pari di quelle che parlano di atti violenti, anche perché conferma la bontà della gestione del Parco. Che da tempo ha messo al primo posto la gestione e la mitigazione dei conflitti fra grandi carnivori e popolazione locale. Un esempio da seguire che ha ridotto davvero al minimo gli episodi di bracconaggio, al contrario di quanto avviene in altre parti d’Italia.
Il lupo trovato Villetta Barrea dimostra che in Abruzzo la fauna rischia più gli investimenti stradali che per il bracconaggio
Gli animali selvatici all’interno del Parco rischiano più spesso di essere investiti, specie nelle ore notturne, sulle strade che non per episodi di caccia illegale. Le collisioni con gli autoveicoli non sono così infrequenti, a causa di comportamenti sbagliati tenuti dai conducenti. Responsabili di non guidare a una velocità corretta, in una zona così ricca di fauna. Una problematica molto diffusa in tutta Italia, come dimostrano anche i dati relativi al Piemonte che raccontano di un lupo morto a settimana.
Sapere che non sia stato un atto intenzionale ha confortato il direttore del Parco, Luciano Sammarone, che ha dichiarato: “Seppure la morte di un animale è sempre da considerarsi un triste accadimento – ha dichiarato il Direttore Luciano Sammarone – il referto della necroscopia ci ha rincuorato molto perché significa che il rapporto tra le popolazioni locali e la fauna del Parco è saldo ed è sano, seppure con qualche momento di criticità. Di questo siamo orgogliosi e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro, tra cui anche molti amministratori locali, che hanno espresso sentimenti di preoccupazione rispetto all’ipotesi di uccisione per arma da fuoco. Così però non è stato e non possiamo che rinnovare l’impegno per assicurare maggiore tutela, migliorando il lungo cammino del Parco a difesa della Natura iniziato quasi 100 anni fa“.