Il ministro Costa e la chiusura della caccia, questo è il quesito del momento e la speranza di molti italiani.
Alla quale il ministro Sergio Costa, nemmeno volendo, potrebbe dare risposte certe. Non essendo una competenza del suo ministero.
Questo è importante dirlo prima che qualcuno dica che il ministro Costa non vuole chiudere la caccia. Non si può chiedere a un ministro quello che la politica non fa.
Il ministro Costa e la chiusura della caccia stanno su due piani diversi: fra i compiti del ministero non c’è la potestà di regolare o modificare l’esercizio dell’attività venatoria nel nostro paese. La caccia è una materia demandata alle Regioni, che hanno il potere di legiferare su questo tema.
In realtà il paradosso è rappresentato dal fatto che l’Italia abbia una legge che si occupa di tutelare la fauna, che al 90% riguarda e gestisce l’attività venatoria. Il resto sono briciole di protezione faunistica di poca importanza. Il focus della norma riguarda la caccia e il suo svolgimento.
Sulla base della legge nazionale, la 157/92 più volte aggiustata e modificata ma forse sarebbe meglio dire rattoppata, le regioni legiferano e possono restringere ma non allargare il dettato normativo. Prescrizione non sempre rispettata perché caccia significa tante cose.
Soprattutto la caccia in Italia costituisce un serbatoio di voti certi, come l’agricoltura. In questi due mondi c’è lo zoccolo duro di categorie che hanno il potere di orientare i loro sostenitori durante il voto. Non sono persone che difendono etica e idee, come gli ambientalisti, ma attività e denaro. Cose pratiche, concrete, terrene.
Per questo nonostante tutto, nonostante gli incidenti, i morti, i danni ambientali e la contrarietà della maggioranza degli italiani siamo ancora qui a parlarne, a discuterne. Al momento senza risultati diversi dal clamore mediatico.
Non ci vuole un morto, ancora un morto bisogna dire per correttezza, per scoprire che una palla da cinghiali ha una gittata e una potenza distruttiva micidiale. Che entra nel corpo facendo un foro grande come una moneta da un euro e, se e quando esce, fa un buco grande come un piattello.
Non ci vuole un perito balistico per immaginare cosa può succedere a un metallo tenero come il piombo quando impatta contro una superficie dura. Schegge e devastazione. E’ un pericolo usare queste munizioni in campo aperto? Molto. Sono precise? Poco perché sono sparate da fucili a canna liscia.
Il ministro Costa e la chiusura della caccia non possono stare sullo stesso piano. Infatti il ministro, con molta correttezza ha parlato di appelli alle regioni, di richiamo al parlamento. Se dovesse prevalere la responsabilità la caccia chiuderebbe, almeno, nei fine settimana, ma temo che non sarà così.
Prevarranno ancora una volta gli interessi, economici e politici. E fra una settimana tutto tornerà come prima. In Italia si dimentica in fretta, troppo in fretta.
Gli italiani sono stufi marci, nauseati, schifati ed è giunto il tempo di abolire la caccia!!
Non possono/non vogliono farlo al governo?? Lo faremo noi cittadini tramite un referendum!!!!!!!!!
E’ vero che gli italiani sono stufi della caccia, ma purtroppo è altrettanto vero che ogni volta che sono chiamati a votare, specie su temi ambientali, han disertato le urne. Siamo un paese di cittadini digitali, ma di sudditi nel mondo reale.