
Insetti inglobati nella plastica per educare i più giovani sulla conoscenza della natura. Con una pubblicità davvero orribile.
Con la sponsorizzazione della prestigiosa fondazione National Geographic, che ha deciso di legare il proprio logo a questo progetto. Che si auto assolve perché tutti gli insetti sono allevati.
Il promo video è davvero di cattivo gusto: uno scorpione che cammina sino a trovarsi incluso in una plastica liquida, che esiste da decenni. E che è inquinante, per giunta.
Un’Opera dal valore scientifico ed educativo
(Tratto dal sito internet dell’editore)
Tutti gli invertebrati di questa collezione sono stati allevati in laboratori specializzati e nessun esemplare è stato catturato nel suo habitat naturale. Questi laboratori rappresentano una risorsa che contribuisce a generare impiego e a sviluppare l’economia delle zone rurali in cui si trovano.
Si tratta di un progetto che rispetta l’ambiente, per questo ha ricevuto il sostegno di prestigiosi enti scientifici.
Difficile non pensare all’inutilità di quest’opera: insetti inglobati in un sarcofago di plastica trasparente non hanno nulla di educativo, di scientifico, che segua i tempi e i principi della corretta divulgazione.
Certo qualcuno potrebbe dire che si tratta soltanto di insetti, per giunta allevati. Quindi non ci dovrebbe essere problema. Qualcuno, nel 2019, con tutti i metodi multimediali che abbiamo, potrebbe davvero difendere questo modo di fare divulgazione?
Sembra di essere tornati indietro di 50 anni, quando c’era un prodotto similare che si chiamava “Inclusit” : veniva colato e si solidificava esattamente come quello che imprigiona gli insetti.
Non filmati, non documentari per fare educazione, ma sarcofaghi trasparenti, con il bollino di qualità di National Geographic. Si fermeranno agli insetti o saliranno piano piano nella scala evolutiva? Dai pesci ai mammiferi?
Pensare di educare al rispetto e alla difesa dell’ambiente dei ragazzini dandogli insetti morti da maneggiare credo che sia la peggior idea editoriale degli ultimi anni. Inconcepibilmente avvallata da istituzioni scientifiche come il National e il Museo di Storia Naturale di Londra.
Continuare a voler educare i giovani con mezzi preistorici e con metodi che certo non insegnano empatia e rispetto é davvero triste. Ancor più triste è pensare che ci saranno genitori pronti a acquistarli per i figli.
Sarà un successo editoriale, considerando che la pubblicità di questo capolavoro didattico viaggia su tutte le TV e non soltanto. Certo avranno fatto dei test di gradimento, tipici della nostra società dei consumi.
I commenti sopra letti mi sembrano del tutto esagerati. Usiamo un’infinità di prodotti per scacciare e uccidere gli insetti , alcuni per noi nocivi e poi non vogliamo che, in qualunque modo
presentati, siano pubblicizzati per conoscenza.
In che modo ” più moderno “possono essere conosciuti ?
Come possiamo portarli se no in questo modo in casa nostra?
A me sembra un buonismo esagerato, tanto per dire qualcosa.
Esistono oramai tante alternative multimediali che queste raccolte restano eticamente discutibili ma anche inutili sotto il profilo didattico. Solo una ragione economica e nulla più.
Non sono d’accordo quanto sopra scritto, metodi preistorici? Sono un insegnante, vengono proposte a scuola metodologie nuove basate sulla tecnologia, dietro le quali si nascondono società di profitto e gli alunni sono ancora più disorientati con tali metodologie. Credo che il libro stampato è tra le principali risorse di apprendimento così come tale collezione, dove un ragazzo può vedere da vicino un animale, osservarlo, studiarlo, cose che le nuove tecnologie super fast non permettono di fare. Stiamo arrivando ad un punto di non ritorno, si pensa solo al profitto e si perdono tanti valori della vita.
Probabilmente non ha letto con attenzione l’articolo: quest’opera editoriale è prodotta da un’azienda e realizzata per essere venduta. Non ci trovo nulla di male nel realizzare profitto, contesto il fatto che vengano messi sotto plastica animali veri quando si potrebbero fare imitazioni in altro materiale. Comunque esistono mezzi più moderni e efficaci per far conoscere a dei ragazzi gli animali, senza bisogno di usare questi metodi anacronistici.