A parole tutti hanno difeso Daniza, molto meno quando era viva sicuramente con più foga e partecipazione ora che l’orsa è morta e quindi non rappresenta più un problema, fornendo uno spettacolo pessimo. Questo è uno dei pochi casi in cui quando un animale muore riceve un tributo di ipocrisie pari a quelle di un essere umano che muore: parole di plauso, onori, dimostrazione di sentimenti avversi a chi è il responsabile della morte. L’analisi di questa miseria umana evidenzia la trasformazione del giudizio post mortem tipico della nostra specie: personaggi pubblici disgustosi assurti al ruolo di statisti, comportamenti criminali che si trasformano in piccole esuberanze e così via. Daniza è così passata da nemico pubblico numero uno a un povero orso sfortunato vittima del caso e della fatalità, in questa giostra di buonismo d’accatto.Ora tutti quelli che nulla hanno fatto per difendere il diritto di Daniza di restare libera, quelli per i quali il problema di questo paese non potevano essere certo il destino di un orso, ma anche i difensori più improbabili sono arrivati come avvoltoi intorno al capezzale del morto. In effetti Daniza la sua vendetta se la sta prendendo, poca cosa di fronte ai fatti, facendo emergere quella miseria che purtroppo spesso connota l’animo e il comportamento umano. Adesso anche il Ministro dell’ambiente, dicastero poco fortunato nella scelta dei responsabili politici, si dichiara dispiaciuto e anche un po’ contrario a questa cattura, mentre grande stupore per l’accaduto esprime il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Trento secondo il quale Daniza era già stata catturata una volta e nulla era successo. Poi è arrivato anche Matteo Salvini, segretario della Lega, ultimamente animato da una certa vis comica come dimostrato nel recente viaggio in Corea del Nord, che ha protestato per l’uccisione di Daniza sostenendo con un parallelo davvero ardito, degno della miglior giocoleria, che in Italia non si possono “toccare” gli immigrati, ma si possono uccidere gli orsi. Proprio il segretario di quella Lega che, come risulta da un’intervista pubblicata il 1° luglio del 2011 da “Il Messaggero”, aveva organizzato un banchetto a base di carne d’orso per protestare contro il progetto “Life Ursus” come ebbe a dichiarare Maurizio Fugatti, deputato e segretario della Lega Nord in Trentino: “Obiettivo della manifestazione, protestare contro il programma Life Ursus, che prevede l’insediamento dei plantigradi nelle montagne trentine. «Nel pieno rispetto del territorio – ha spiegato Fugatti – e del naturale equilibrio fra uomo e animale, la Lega Nord Trentino ha organizzato un lauto banchetto a base di carne di orso. Sarà l’occasione per stare insieme all’aperto e rivivere antiche tradizioni gustando prelibati piatti tipici trentini i cui eccellenti sapori rischiano di sparire dalle nostre tavole».
Da Renzi a Grillo, passando per tutte le forze politiche ognuno ha dovuto dire la sua e molteplici parlamentari hanno usato la morte di Daniza per ottenere visibilità, per difendere l’orsa, per protestare, dimenticandosi quanto poco abbiano fatto nella sostanza per farlo realmente, visto che per procedere alla cattura di Daniza era necessaria un’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente e un parere dell’ISPRA, oltre al provvedimento emanato dall’amministrazione provinciale del Trentino.
Ma la vicenda di Daniza sta vedendo anche delle prese di distanza importanti, quasi uno scontro istituzionale, fra il Corpo Forestale dello Stato, che ha aperto un’indagine sulle attività poste in essere dalla Polizia Provinciale di Trento, e l’amministrazione provinciale di Trento. In effetti tante, troppe, sono le cose che non tornano e che provo a riassumere:
- come mai nonostante la storia di Daniza fosse sotto i riflettori da tempo non è stato costituito un tavolo di coordinamento fra tutte le forze in campo che si dovevano preoccupare del monitoraggio e della cattura?
- l’orsa, pur munita di radiocollare sembra aver fatto delle scorrerie in stalle predando animali, ma se l’animale era monitorato costantemente come mai questi episodi non sono stati impediti, avvertendo gli agricoltori della presenza di Daniza?
- non risultano esserci, né qualcuno dalle istituzioni le mostra o le richiede, immagini o filmati delle operazioni di cattura di Daniza: possibile che un’attività così importante non sia stata ripresa, anche a garanzia della correttezza delle attività poste in essere dalla squadra di intervento;
- Daniza non era un orsa pericolosa, non ci sono dati che dicano il contrario: era presente sul territorio dal 2000 e non ha mai arrecato danni diversi da quelli che può provocare un orso, senza compiere mai attacchi alle persone ma solo azioni “terrifiche” per spaventare eventuali persone che si fossero avvicinate troppo. Se avesse voluto aggredire realmente ben diversi sarebbero stati gli esiti e gli episodi peraltro sono abbastanza controversi;
- Non esistono attacchi mortali di un orso in Europa negli ultimi 150 anni, a fronte di una popolazione stimata in circa 15.000 esemplari, di cui solo una cinquantina nelle Alpi nord orientali. Non c’erano i motivi per catturare Daniza, a maggior ragione avendo con lei due dei tre cuccioli (sul terzo non ci sono informazioni);
Ora che Daniza è morta bisogna arrivare alla verità, che non credo coincida con la versione ufficiale, scoprendo cosa è successo in quella maledetta notte, ma occorre anche ripensare globalmente a come modificare le procedure di svolgimento del progetto, per tutelare gli orsi del Trentino ma anche per informare correttamente la popolazione, una parte della quale non si accorge nemmeno di aver osteggiato e fatto uccidere una fonte di reddito e non un problema: questo fatto è dimostrato in tutti i paesi del mondo che usano l’eco turismo come motivo attrattivo.
Articolo esaustivo che descrive l’orribile epilogo di Daniza, ennesima vittima dell’incompetenza e corruzione umana. Resa attrazione turistica e poi uccisa perchè madre ammirevole…, ci si aspetta giustizia e chiarezza su tutti i particolari della vicenda per poter riacquistare la dignità ‘umana’ che ci è stata tolta. Nessuno vuole sentirsi responsabile di questa squallida e ignobile storia; i responsabili devono pagare e gli orsi devono essere curati e protetti solo così si potrà tornare alle ns vite ed avere in qualche modo contribuito ad alleggerire il peso di questo scempio.
attualmente la cosa piu importante e’ottenere un’indagine obiettiva da parte della magistratura su tutti I capi d’ imputazione…dal Maturi in poi..e non solo centrate sulla morte accidentale dell animale…quindi : incertezza sui fatti dell aggressione che inficiano la legittimita dell ordinanza…e perizia supra partes delle cause di morte..nonche documentazione delle circostanze e mezzi di pretesa
Anestesia…altro che chiudere con accusa per morte involontaria…..non mi piace questa posizione della Procura di Trento
…e poi vogliono abolire la forestale!!!
Questi sono i risultati quando operazioni così delicate anche per i professionisti vengono delegate ad organismi impreparati e senza esperienza specifica. Che paese di geni!!!
Quanto al teatrino politico ci sono scarsissime parole che possano esprimere un parere senza cadere nella volgarità per descrivere una categoria di persone che una volta erano espressione di filosofie e concezioni della società mentre ora sono solo feticci di interessi personali in primis e della cerchia di amichetti poi.
Dopo tanto clamore vedremo se la verità verrà a galla o finirà come al solito in perfetto “italian style” a tarallucci e vino.