Questo è un errore grandissimo perché in nome degli animali e della loro vita si calpestano i diritti fondamentali. Giustificando talvolta approssimazione, business, incapacità di gestione che si mescolano a buone intenzioni.
Con buona pace di quasi tutte le associazioni, che non prendono posizione, lasciando a un manipolo di cani sciolti la possibilità di creare disagi agli animali per sollevare e gratificare la loro emotività. Molte volte la soddisfazione di credere di operare “in nome del bene” è superiore alla reale consapevolezza di farlo davvero.
Sulla rete ci sono decine di migliaia di appelli per cani che devono trovare famiglia, che devono partire da un Sud inospitale, da terre dove gli amministratori pubblici non conoscono i loro doveri e dove i protezionisti non sempre riescono a esercitare i loro diritti.
Decine di migliaia di foto e di appelli per poveri cani, di poveri esseri che si meriterebbero ben altra vita, messi a disposizione di chi vuole fare quella che oramai è universalmente definita “l’adozione del cuore”.
Questo crea rapporti biunivoci fra micro associazioni, macro associazioni, speculatori, furbetti del randagismo e quanti, colpiti dalla sofferenza danno la loro disponibilità ad adottare. Sino a qui certo uno potrebbe pensare che la domanda incroci l’offerta e che molti cani possano trovare famiglie al Nord che possano strapparli a un triste destino.
Però non sempre è così, non sempre ci sono buone intenzioni, non sempre c’è esperienza e intelligenza, talvolta ci sono solo “improvvisazione e gratificazione”, ma anche carte “postepay” da ricaricare, staffettisti da pagare, consegne sotto i ponti della tangenziali, trasporti che fatti in condizioni di maltrattamento che superano per gravità quelli dei trafficanti di cani dall’Est.
Quando fare lo staffettista è un lavoro ci vorrebbe più professionalità
Il fatto davvero è grave che queste “staffette” improvvisate, che sono antitetiche ai trasferimenti di cani organizzati in modo corretto, trasportano cani dal Sud al Nord con la convinzione che già solo il trasferimento, comunque sia fatto, costituisca un evento salvifico.
Peccato che poi arrivino magari cani in condizione di salute precaria, con spese che gli adottanti non avevano preventivato e non sono in grado di sostenere, oppure cani con grandi problemi di varia natura, spesso comportamentale, che vengono consegnati ad ignari adottanti sotto un ponte, in un’area di servizio autostradale, fuori da un svincolo.
Operazioni che stimolano l’empatia degli adottanti per il cane, proprio per le condizioni di trasporto, per la volontà dell’adottante di non rimettere il povero animale in una bolgia dantesca. Anche quando la differenza fra l’animale che avevano adottato e quanto realmente ricevuto è davvero enorme. Le staffette dei cani dal Sud al Nord non sono sempre fatte secondo criteri accettabili, anche per il benessere degli animali trasportati.
Questo modo di affidare i cani a distanza, talvolta per malintesa presunzione di tutela, talvolta per affari, contrasta grandemente con quello che oramai da anni è un principio collaudato per le adozioni nei paesi anglosassoni e nei canili più evoluti,
Incrociare le possibilità degli adottanti con le esigenze del cane
Il “matching”, un’attività valutativa che consente di abbinare le necessità dell’animale con le possibilità e le capacità dell’adottante, riducendo grandemente la percentuale di ritorni degli animali in canile per incompatibilità.
Far adottare in modo diverso gli animali, senza capire le possibilità di chi adotta, stimolando l’emotività con appelli strappa lacrime, è da irresponsabili, crea forme di maltrattamento,.
Ingrassa qualcuno che si fa pagare viaggi della speranza fatti su mezzi non autorizzati, ricarica carte “postepay” per la cessione di cani che spesso neanche sono vaccinati e crea i presupposti, per un abbandono o per un’adozione che, purtroppo, sarà solo momentanea.
Una vergogna alla quale il Ministero della salute ha cercato di porre un limite emanando una direttiva, che potete scaricare cliccando qui.
Ecco è un breve decalogo per evitare di contribuire a questo fenomeno in ascesa, fonte di grande sofferenza per gli animali e di facili abbandoni:
- Diffidate dalle persone che richiedono il versamento di danaro su carte di credito ricaricabili intestate a persone fisiche;
- Adottate cani solo da associazioni verificabili e esistenti e soltanto presso strutture (rifugi, canili, pensioni);
- Pretendete garanzie sullo stato di salute degli animali e fatevi mandare le copie dei loro libretti sanitari;
- Non adottate cani problematici se non siete certi di avere le risorse per curarli o l’abilità per gestirli;
- Non accettate che le consegne degli animali avvengano per strada, vicino a uno svincolo, presso un’area di servizio autostradale;
- Preferite associazioni del Nord che collaborano con realtà del Sud e che hanno già animali presso le loro strutture piuttosto che gli appelli sui social media: sarà più facile trovare l’amico per una vita piuttosto che trovarvi con un problema che non siete in grado di gestire;
- L’adozione di un cane è fatta su presupposti ragionati e non sulla base di un’emotività dirompente: troppi cani adottati su spinta emozionale finiscono male;
- Denunciate quelle realtà per le quali avete prove che l’adozione sia solo un mezzo per raccogliere soldi e nulla abbiano a che fare con il benessere degli animali;
- Non rendetevi complici di truffe, di maltrattamenti, di trasporti inaccettabili, di traffico di cani in condizioni pessime: denunciate i responsabili;
- Non divulgate e condividete appelli se non conoscete o verificate la serietà della fonte: la rete funziona davvero come tale e rappresenta uno strascico che grazie alle condivisioni cattura un gran numero di prede.
avrei bisogno di contattarvi io sono il profondo sud che voi descrivete
Questo è solo un blog che da informazioni e che quindi non può fare interventi diretti in Sud Italia. Le consiglio di contattare ENPA nazionale con una mail a enpa@enpa.org oppure qualsiasi associazione seria della sua zona.. Grazie.
Io ho adottato 2 cani provenienti dal sud Italia e sono stata veramente soddisfatta non della staffetta perché sinceramente non so come sia andato il viaggio ma dicevo soddisfatta dei cani che mi sono arrivati molto dolci , in salute ovviamente il vaccino è le altre cose le devo fare io
Sono contento che lei abbia avuto un’esperienza positiva a suo giudizio. Però vede che già nel suo racconto qualcosa non funziona: non devono essere fatti viaggiare animali non vaccinati perché significa metterli in pericolo. È un modo sbagliato, vietato e poco serio. Sono sicuro che i due cani faranno ora una bella vita con lei, però questa è altra cosa perché avrebbero potuto prendere un virus e non avere questa opportunità.
Esatto. Purtroppo spesso il desiderio di fare del bene non calcola i rischi e le regole elementari.
Un articolo che rovina il lavoro di tante volontarie che cercano di salvare cuccioli dalla strada, con tanto di responsabilità e criterio e soprattutto amore per gli animali. Un articolo scritto con i piedi.
Credo sia un articolo che racconta di luci e ombre di questo fenomeno. Che lei non condivida il contenuto è lecito e inappuntabile, come lo è sempre il diritto di critica. Il fatto invece che lei affermi che l’articolo è scritto “con i piedi”, purtroppo, qualifica solo il suo commento.
invece è la verità piantiamola di mandare cani e gatti allo sbaraglio qui al nord siamo pieni di animali.i vs prendono il posto dei cani che qui marciscono nei canili.non siamo la vostra discarica .la colpa è di quei cretini che scelgono un animale sul web come fosse un paio di calze poi di sente non lo voglion più.pre affidi fatti da chi non si conosce nemmeno.fatemi il piacere
Ciao questo articolo è parecchio vecchio, per la mia esperienza direi che, a meno di essere dei superficiali o sprovveduti, non si può cascare in mano a delinquenti o altri sprovveduti. Ma partire con il piede sbagliato fa la differenza: quanto rispetto o serietà nel voler adottare un cane di cui non si sa niente e neppure della persona che ce lo propone ? E poi il discorso “basta adottare cani del sud ce ne sono tanti al nord che marciscono nei canili”, non ha una risposta univoca. Nel mio caso la prima volta mi sono innamorata di una cucciola, sì proprio così, innamorata che stava in Puglia. Nel secondo caso, di questi giorni, un giovanotto che viveva in canile in Calabria, mi ha conquistato con i suoi occhi. Però c’è da dire che cercavo un cane al di sotto dei 15kg, giovane anche se non cucciolo, e non ho trovato nessun cane nei canili non del sud che ho contattato ( tutti taglie grosse, o problematici o molto anziani ) , non è sempre questione di nord o sud. Ogni cane fa’ storia a se’ e anche ogni persona che sa cosa può o non può dare al cane.
Per quanto riguarda le staffette, la mia esperienza è stra bella. Ma ripeto bisogna essere responsabili quando si inizia questo percorso d’adozione.
L’articolo non è nuovo, la prudenza vale sempre. Per ogni esperienza negativa ce ne sono anche moltissime positive. Però il punto è proprio quello di essere attenti, responsabili, non superficiali. Per non avere sorprese e, soprattutto, per non aggiungere danno a danno a animali già sfortunati.
Oh Dio…. Non trovo che l articolo sia contro le associazioni o i volontari…. purtroppo come in ogni settore ci sono persone serie e altre no e credo l intento fosse dare qualche dritta e consiglio alle persone che vogliono adottare un animale. Purtroppo ho visto persone rinunciare alle adozioni perché gli si richiedevano troppe cose addirittura assurde …. altre che hanno adottato cani “sani e vaccinati” che poi non lo erano…. e per fortuna sono persone che anche se non hanno grandi disponibilità economiche hanno fatto di tutto per guarire i poveri cuccioli…. e se avessero saputo che i cani non erano vaccinati probabilmente avrebbero provveduto PRIMA, evitando la malattia.
Non fate di tutta l erba un fascio!!! Le associazioni che voi descrivete come sicure sono le prime speculatrici!!!! Le volontarie vere non chiedono rimborsi ma donazioni!! Se io Comune avessi la responsabilità di aiutare i randagi non manderemmo cani al nord! Se il sud fosse più responsabile ci sarebbero più adozioni e sterilizzazioni! Il sud preferisce cuccioli di razza e spesso taglia toy perché ignora che un cane ha bisogno d’amore e non di castelli!!!! Le ricariche postepay è il modo più comodo per versamenti, non tutti hanno un conto corrente bancario!
Parlare male del sud , ma vi ricordo che molte associazioni, volontarie e rifugi sono stati denunciati al nord per maltrattamenti e spedizioni alle vivisezione! Invece di criticare invogliare ai futuri adottanti di non sottrarsi ai controlli e compilazioni moduli che sono utilissimi per valutare pessimi adottanti!!!!! Una comunissima volontaria del sud!!!!
Mi sembra un commento un po’ confuso, ma ognuno ha la sua opinione e basta che sia esposta in modo corretto e viene ospitata. Sarà chi legge a giudicare, ci mancherebbe.
Al Sud come al nord iniziamo ad insegnare ai bambini. Nelle scuole. Nei giardini. Organizziamo passeggiate sulla spiaggia sui monti in collina. E cominciamo a pretendere l’applicazione delle leggi esistenti. No ai trasferimenti.
Quello che non si capisce o NON SI VUOLE CAPIRE è che qui i canili son pieni. Per quale motivo portare cani qui al Nord? Ogni comune spende soldi per mantenerli e li paghiamo noi, non l’opera pia. Internet avrebbe dovuto servire a visionarli ed andare in loco, per vederli di persona.Io personalmente proibirei o limiterei al minimo queste carovane della salvezza che tali non sono. Proprio qui da me è capitata una consegna di cani dalla Calabria: due dei cuccioli si sono ammalati ed uno è morto di parvovirosi presa in staffetta. Avevano chiesto 50 euro. I cani dovrebbero viaggiare già vaccinati e non da pochi giorni.Questi son stati raccattati e spediti, solo tre, la madre non sono riusciti a prenderla ed è rimasta con un cucciolo. La prova che il virus è stato trasmesso in staffetta,è che la madre ed il cucciolo recuperati in seguito in altro modo, stanno bene .Queste persone vanno fermate. Non gliene frega niente del benessere animale ,solo far soldi. Comunque segnalare questa gente alla Finanza anche in anonimo serve. Prima o poi ci vanno a fare una visitina: posso capire che in questi tempi di crisi si richieda un rimborso spese, ma facendo due conti, questo non è più tale.Se si aggiunge poi la mortalità degli animali,non è più cosa da tollerare. Se le persone capissero ciò e non foraggiassero più questa gente questo fenomeno forse non sparirebbe, ma avrebbe una bella limitazione.
carissima volontaria,
se leggi attentamente l’articolo, non ha fatto di tutta l’erba un fascio, purtroppo questo atteggiamento che le volontarie (sempre donne) hanno nei confornti di chiunque voglia discutere con loro di tutela degli animali, diventa a senso unico.
Per nostra esperienza, le vere volontarie sono le cosiddette “gattare” che senza chiedere nulla, vanno quotidianamente a dare da mangiare a randagi in giro per le città.
Noi siamo totalmente contrari a quelle “volontarie staffettiste” che presto potranno essere arrestate per lo squallido servizio che offrono.
Che poi ci siano volontarie, che fanno questa attività con passione e rispetto verso gli animali nessuno lo contesta.
Il tuo discorso sul fatto di non avere un conto corrente bancario, non è molto serio soprattutto quando parli di POSTEPAY, arcinota per essere la carta delle truffe online.
Ci sono soluzioni altrettanto valide nell’epoca di internet; se non erro anche al sud si utilizza il magico internet, altrimenti non staresti a postare su questo blog, quindi il nostro consiglio è quello di utilizzare Paypal, che non costa nulla, e tutela sia te che ricevi denaro sia coloro che a fiducia inviano denaro.
Una critica la facciamo anche nei confronti di coloro che in quanto volontari, pretendono di avere giustamente informazioni sui possibili adottanti, però se tu vuoi fare la volontaria seria, chi deve adottare un cane o un gatto deve sapere esattamente chi sei tu, da quanto tempo sei attiva come volontaria, per quale associazione collabori, se l’associazione riceve aiuti di Stato che magari s’imbosca pretendendo poi il 5×1000 o ulteriori donazioni da persone che prese dal senso di colpa versano a fiducia.
Quindi pretendere di ottenere denaro attraverso una volgarissima Postepay non è dettato dal fatto che non si posside un conto corrente è semplicemente dettato da due fattori, poca intelligenza le gestire il denaro oppure, cialtroneria, noi vogliamo credere nella prima e quindi abbiamo cercato pure di esserti utili indicandoti una soluzione alternativa al conto corrente PAYPAL che c’è anche nel tuo sud.
e i camion di cani che partono da Calabria Puglia Campania destinazione estero dove li mettiamo ?e ke volontarie che manda no cani in stallo o da associazioni e poi chi di è visto si è visto.vogliamo parlare di staffette con animali affetti da parvovirosi che una volta arrivati qui sonò morti?e che questa bella volontaria cakabrese continua a farlo e sono morti altri cani?piantatela
Io non sono assolutamente d’accordo!i social media hanno dato la possibilità di mettere in evidenza cani che nessuno avrebbe mai notato!io stessa ho adottato tramite un annuncio di facebook…e vi assicuro che nessuno mi ha chiesto nulla..non era un’associazione ma volontarie che si fanno in 4 per salvare queste povere anime senza aiuti da nessuno!quindi…ADOTTATE…ovunque!anche su facebook!
ciao Kety, spero tu non abbia inviato la fotocopia della tua carta d’identità e codice fiscale!! Anch’io ero molto vicina per adottare un cucciolo dal sud, ma mi sono fermata davanti alla pretesa( non dico esattamente con quali parole) di inviare la fotocopia dei miei doc allegati alla mail oppure inviare le foto della carta d’identità su whatsapp!! Cioè una ragazza poco più grande di mia figlia mi dà del tu e meglio che non dica cosa mi ha risposto a un mio ” lascio, grazie”. Non invierei i miei doc nemmeno a una qualsiasi azienda torinese( sono di torino)i, figuriamoci a un privato! ( non importa se dal sud o dal nord), sono rimasta scioccata, ma se lo dicono cosi senza farsi problemi probabilm sarà la gente che non trova queste richiestea assurde e da denuncia..Non starò qui a spiegare perchè mai e poi mai si inviano le fotocopie dei doc e quale uso può farne un malintenzionato…basta perdere 2 secondi e fare una ricerca su google
Ciao! Che tu condivida o no l’adozione di un animale a distanza, l’invio dei documenti e’ indispensabile X intestarsi il chip del cane che altrimenti rimane di proprietà dell’associazione e non tua.
Che tu faccia arrivare il cane dal sud o vada in un canile del nord i documenti servono. Non stai comprando patate!
Invece io gentilmente chiedo a titolo infirmativo se era possibile che una volontaria si faccia inviare a lei in persona i soldi per la staffetta e poi lei stessa li consegni ? Fatemi sapere grazie
In questo mondo di onesti, furbetti e delinquenti tutto è possibile perché il vero si mescola con il verosimile. Non adottate cani sulla rete e non pagate sulle carte Postepay.
mi sembra un articolo di finto “perbenismo”. Io sto al nord e conosco molte volontarie del sud che danno tutto ciò che hanno ed anche di più per salvare cani e fare ciò che lo Stato in tutte le sue forme palesemente non fa. E’ facile scrivere un articolo “politicamente corretto” sul benessere animale durante le staffette facendo finta di non sapere cosa succede al sud tra canili lager esistenti per la connivenza di giunte mafiose e inciviltà di molti cittadini.
A chi ha scritto questo articolo mi permetto di dire che prima di sputare su chi cerca di fare qualcosa ( certo in mezzo a tante mistificazioni ) cortesemente scendi in campo e sporcati le mani. Altrimenti cortesemente stai zitto.
Consiglio una rilettura attenta dell’articolo, conosco la realtà del Sud e mi occupo di animali da più di trent’anni, non solo scrivendo, ma come dice lei “sporcandomi le mani”. Non si può difendere chi è causa di ulteriori maltrattamenti o chi lucra sul randagismo: siano amministratori pubblici o semplici volontari. Ci vuole serietà nel fare le cose.
cara Milena,
leggere attentamente prima di criticare, questi attacchi che state facendo sono gli stessi attacchi che le associazioni disoneste e certe pseudo volontarie fanno quando sanno di essere finalmente prese di mira
troppo facile sparare a zero sulla croce rossa…….sia al nord che al sud esistono volontari seri e coscienziosi……….io direi diffidate delle grosse associazioni con grossi bilanci dove la spesa reale per animali da salvare è irrisoria…….o sempre di quelle grosse associazioni che non hanno nessun tipo di controllo…..le medesime che sia in sede nazionale che in sede regionale vengono condannate in via definitiva per frode…..truffa………..appropriazione indebita………..etc etc…..i giornali ne sono pieni…….cominciamo realmente una seria campagna di sterilizzazione e sensibilizzazione……il randagismo è figlio di profonda ignoranza e di totale assenza di chi dovrebbe tutelare………poi parliamo anche di staffette che io chiamo della morte…………o di truffaldini celati dietro le spoglie di volontari……….
gradirei che il mio commento restasse…….
Mi dispiace ma temo che lei non abbia letto attentamente: non ho detto che al Sud sono tutti disonesti, perché non lo penso, né ho detto che bisogna fidarsi solo delle grandi associazioni. Ho scritto che non bisogna fidarsi da chi piazza animali senza criterio, facendo pagare ai cani un eccesso di emotività o un eccesso di furbizia. Sulla rete c’è di tutto, purtroppo. Quindi sicuramente nulla contro il Sud e le persone che operano seriamente: questa è la differenza. Non si preoccupi per il suo commento, tutti quelli scritti in modo educato restano, anche se non condivisi.
Non è solo una questione di business; quello purtroppo c’è, ed è illegale, e quindi poco si può aggiungere, se non che va combattuto con i mezzi legali.
Ma il problema è più sottile e subdolo, e l’articolo lo espone in modo molto lucido: molte persone agiscono in buona fede, sia tra chi adotta che tra chi “piazza”, gratificandosi con il sentirsi buoni. Ma non è facile uscire dal proprio punto di vista per immedesimarsi nell’animale, non è facile comprendere cosa rappresenta per un cane un’esperienza come questa, essere imbarcato come un trolley nella stiva di un aereo, accolto da estranei, sballottato da una mano all’altra, per poi, come SPESSISSIMO avviene, finire in un altro canile perchè non conforme alle aspettative.
Bisogna lottare per creare una maggiore consapevolezza, tra i volontari e tra gli adottanti.
eviterei spessissimo perchè non è così. Io ho esperienza di centinaia se non migliaia di miei cani che sono arrivati dalle loro famiglie e si sono subito integrati perchè amati e coccolati. Vede lei mostra di conoscere poco il mondo animale, il cane fa presto a dimenticare la brutta esperienza se dietro l’angolo c’è una mano amica e tanto amore.. Esempi di cani timorosi sono uno su migliaia e penso che questa sia una percentuale accettabile , confrontandolo con l’enorme problema che è il randagismo e l’abbandono , non crede?
Poi, in verità, noi dovremmo non polemizzare tra di noi ma stare tutti dalla stessa parte , ma non ci siamo e sa perchè? Perchè noi da bravi umani quali siamo pensiamo solo ai nostri di interessi e siamo preoccupati che altri con il loro fare possano sottrarci qualcosa di non ben identificato a cui teniamo molto!
Condivido pienamente!
infatti!
ma sapete leggere oppure vi sentite prese di mira a giusto titolo ??
Allora carissimo lei ha numeri certi di quante buone adozioni hanno fatto quei “criminali ” di volontari come lei vuol far credere che siano? No credo proprio di no perché inficerebbe tutto il castello che lei ha costruito. Il randagismo si combatte con la fatica e il sacrificio , c’è chi lo fa e chi non vuole farlo e per nascondere questa volontà dice che gli altri sono criminali. Un’ultima cosa le adozioni del cuore come dice sono spesso la sola speranza di salvezza per molti animali, che vi piaccia o no sono la vera soluzione al problema. Ah un’ultima cosa perché non viene a verificare quanti di noi si sono arricchiti facendo volontariato. Al contrario io ho visto molti bilanci di grandi associazioni e presentano grandi storture per essere gentili
Lei mi fa dire cose che non dico e che non penso. Il randagismo va combattuto in modo serio, costante ed effettivo e questa lotta dovrebbe essere condotta, in primis, dalla componente pubblica, dal Ministero della Salute all’ultimo veterinario dell’ASL. Loro sono i primi responsabili dello stato dell’arte sul randagismo, non il volontariato, ma questo non lo autorizza, per il solo fatto di essere volontario, a lavorare, alcune volte, con scarsa professionalità. Diverso è il discorso di quanti sul randagismo ci campano, facendosi ricaricare le postepay o i telefoni, spedendo cani in condizioni incompatibili con il buon senso e con il benessere degli animali. Non sono un paladino delle grandi associazioni, sono sicuramente un paladino del metodo e del rispetto e credo fortemente che tutelare gli animali non significa spedirli al nord, ma essere preparati e organizzati per far cambiare la realtà del Sud: cosa che le grandi associazioni dovrebbero fare con costanza, senza spostare cani, ma obbligando i pubblici amministratori a fare il loro lavoro. Del resto un metro di valutazione su questo articolo lo posso vedere: poche critiche, molte condivisioni e necessità di cambiare metodi e rispetto per gli animali.
non creda che le molte condivisioni che riceve siano il polso della realtà tanti nemmeno l’hanno letto questo articolo. Sa una cosa lei parla del problema randagismo come di un fatto ordinario a cui far fronte con mezzi ordinari, purtroppo le garantisco che il problema è emergenziale, grave e dolorosissimo, se mi concede il superlativo assoluto. Le grandi associazioni da anni lavorano per il benessere degli animali in italia e, però, il randagismo non è diminuito di un centesimo. Perchè la gente comune si sta ribellando organizzandosi per trovare da sè la soluzione? semplice perchè le associazioni, quelle grandi, quelle che hanno i soldi, se ne “fregano” , se mi permette anche questo altro francesismo. Chi avrebbe dovuto contrastare i canili lager e il randagismo in tutti questi cani?chi avrebbe dovuto vigilare sui servizi veterinari, chi? Allora io direi che lei invece di sparare a zero su chi sta tentando di dare una risposta al problema, mai affrontato seriamente da nessuno, si faccia domande su chi lo ha causato o almeno non combattuto e su cosa fare ora per sconfiggerlo! Mi scusi ancora ma non si adagi sugli allori delle condivisioni, non rappresentano la realtà!!!
Le condivisioni non sono né uno strumento né una gratificazione, solo un indicatore di interesse. Per il resto il randagismo non è un fenomeno ordinario ma un problema straordinario da affrontare con mezzi straordinari. Il focus di questo articolo non era però il randagismo in particolare, bensì il problema di un trasferimento spesso insensato di animali da Sud a Nord, mentre in altri che può trovare nella categoria “randagismo” è detto proprio quello che lei scrive. Per giudicare un articolo bisogna capire però qual’è l’oggetto, se no il rischio è di andare fuori tema. Concordo pienamente che questa situazione è presente ed è arrivata allo stato emergenziale in cui versa, grazie al disinteresse di troppi, alla ridotta capacità, anche delle associazioni, di essere strumenti di pressione per obbligare Stato, Regioni e Comuni a fare quello che dovevano fare. Si potrebbe parlare a lungo di questo, ma non è questo l’articolo che tratta di questo tema. Tutti hanno colpe, gli animali pagano ed è gravissimo, però sarebbe ingiusto negare che un fenomeno con connotazioni negative esiste.
Caro sig giudici le cose che ho scritto non sono affatto fuori tema, sono il tema! Che necessità ci sarebbe che comuni cittadini prendano l”iniziativa se nessuno si preoccupa nemmeno quelle associazioni che, ripeto, prendono fondi pubblici (5per mille) per farlo e il randagismo invece è sempre li bello prospero?
Rispondo per l’ultima volta perché la polemica e il dialogo sono belli, ma bisogna ci sia la buona volontà di intendere quello che dicono gli altri. il 5 per °/°° non sono soldi pubblici, ma un gesto di liberalità dei cittadini che lo Stato versa alle associazioni. Il vero problema non sono le associazioni, o lo sono solo in parte: lo Stato non ha fatto le leggi che doveva fare e non ha controllato l’applicazione delle tante esistenti; dal DPR 320/54, alla 28/91, al piano sanitario nazionale, alla legge 189/2004. Questo non ha certo giovato, anzi, al contenimento di un’emergenza nazionale costituita dal randagismo. Poi bisogna dare una giusta responsabilità ai cittadini, che non hanno e non hanno avuto una corretta gestione dei loro animali domestici, spesso non avendo alcuna cultura di un possesso responsabile e così via. Tutto questo però non c’entra con il tema di questo post e lei continua a mescolare la storia con la geografia, il randagismo e le staffette, l’approssimazione e la serietà, l’improvvisazione e il metodo. Se avesse letto qualche altro post si risparmierebbe la fatica di convincermi su quanto ho già espresso con chiarezza.
Mi sono imbattuta in una di queste esperienze….desidero adottare un cane guardo i siti e su fb contatto una volontaria cosi dice di catanzaro per l’adozione di una cucciola di due mesi e mezzo dietro contributo spese di 100 euro, concordiamo il giorno, ma non arriva mai una volta le muore il suo cane, un altra il cane che sarebbe dovuto essere mio ha la giardia…….cmq passano due mesi finalmente arriva il giorno, rigorosamente in una piazzola dell’uscita autostradale di Parma un’ora prima dell appuntamento domenica 12 ottobre, ore 12. La chiamo per sapere come va, mi dice che hanno sequestrato il mezzo su cui viaggiava con più di una decina di cani i cuccioli vengono tutti portati in un canile di bologna. Il giorno dopo alle 19.30 posso andare a ritirare il cane che mi viene dato da volontari dell’ENPA di bologna mi dico finalmente e’ finita ………invece inizia il mio calvario la cucciola ha la dissenteria la porto dal veterinario e mi da l’antibiotico fermenti lattici e alimentazione secca. Ok mi dico dopo un paio di giorni la cosa non passa la riporto dal veterinario e il cane ha la febbre e le tonsille gonfie ancora una settimana di antibiotico. Va bene mi dico dopo tre giorni non sta affatto bene tosse rigurgiti non mangia, naso che cola mi dico oddio che succede? La vet mi dice di integrare con cortisone e mucolitico io dopo altri due giorni non sono convinta e mi decido di portarla in ospedale a Parma: la prognosi e’ devastante per lei e per me: sospetto cimurro. Il terzo giorno 3 novembre 2014 di ricovero la MIA cucciola muore in tutto questo sta s……… di volontaria mi chiede ancora i soldi ed ha paura che le faccia pagare i 500 e passa euro per aver curato la cucciola. Tutto questo in 20 gg ed io ora mi chiedo perche’ dover subire tanta sofferenza, la mia famiglia e i miei figli sono distrutti da tanta cattiveria. Non dite che siete volontari e lo fate per amore degli animali (di questi infami che lo fanno, spero non tutti) il vostro e’ solo un business fatevi due conti 500 – 600 cani dati in adozione a 100 euro questa quanti soldi si fa……..vergognati dei soldi che guadagni sull’anima di queste bestiole. Scusate lo sfogo ma sono solo due giorni che ho seppellito la mia amata cagnolina.
scusa sai dirmi il nome dell’associazione alla quale ti sei rivolta per prendere il cucciolo. Ho risposto anche io ad un annuncio simile… non vorrei fosse la stessa anche questa è di catanzaro..
Io diciamo stavo per vivere esperienza simile. Fortunatamente ci siamo stoppati in tempo. Avevo visto un amore di cucciolo da adottare in Calabria, parlo con la volontaria compilo il modulo, 3000 domande( si perché loro ti fanno il 3° grado neanche fossi Hannibal the cannibal) insomma tutto sembrava procedere al meglio sennonché, il giorno in cui ci sentiamo telefonicamente, questa volontaria mi dice che devo pagare 120 € per la staffetta. Perfetto dico io quando ho il cucciolo qui pago al conducente. No il pagamento è anticipato a lei con bonifico personale o postepay o al ragazzo che nemmeno ho mai visto e conosciuto. Alle mie rimostranze sulla possibilità che il cucciolo non arrivasse in salute o addirittura peggio ha iniziato a innervosirsi e a dirmene …. non ho parole!! Mi son rifiutata ho bloccato tutto immediatamente. Oggi ho adottato una cucciola da una associazione sul territorio e tutto sta procedendo al meglio. Ho potuta vedere di persona come stava e che carattere avesse, se compatibile con la nostra famiglia. L’associazione seria mi contatta tutti i giorni per sapere come stiamo noi e lei. Questo è essere volontari connessi con l’adottante e l’adottato.
Unica richiesta, se così si può chiamare, è stata quella di dirmi se avessi voluto contribuire con un po’ di cibo o altro (es. antiparassitari) per aiutare gli altri cani (ovviamente senza obbligo) . Ci sono le persone serie che fanno seriamente il proprio lavoro pensando al benessere di tutti.
P.s.: loro non fanno staffette per motivi etici . Chi vuole può adottare ma solo se del territorio circostante.
Se facessimo tutti così forse alcune situazioni di lucro nemmeno esisterebbero e in ogni regione la situazione potrebbe migliorare sensibilmente.
corregga il tiro e non dica alcune volte , ma pochissime volte! l volontariato esiste perchè asl e comuni non fanno il loro dovere e quando compulsati a farlo vessano i volontari che si vogliono sostituire , vista la loro inefficienza. Visto questo lei cosa consiglia di fare? Di rimanere inermi a guardare?O crede che sia cosa buona e giusta chi una risposta la sta dando e con professionalità, serietà, tanto amore e passione e con ottimi risultati. Ripensi un po’ a tutto il fenomeno e non si compiaccia solo del suo pensiero, ma guardi i reali fatti con numeri reali e concreti alla mano e non colga l’occasione di un unico isolato caso per distruggere il lavoro ben fatto di tanti!.
esattamente!
È più comodo spedire che farsi un mazzo e lottare sul proprio territorio per sterilizzare e microchippare …
Le associazioni nascono proprio per contrastare il randagismo e sensibilizzare i cittadini …
Ma i soldi fanno gola a tutti !
Io ho adotta un cagnolino fatto venire dal sud con un trasporto che ha consgnato il cane proprio all’uscita della tangenziale. Il cane era uscito da un canile in cui, magro, malato di grave leishmaniosi, dermatite e altri problemi minori, non era stato curato. La leishmaniosi lo avrebbe presto distrutto. Un altro mio cane, sempre del sud, era randagio e in strada era stato aggredito, picchiato, a rischio avvelenamento, investito da un’auto (il tutto ad un solo anno di età) e per di più con una forte leishmaniosi e cieco da un occhio. Come loro ce ne sono moltissimi: i volontari che anche senza avere alle spalle una grossa associazione si fanno in quattro per trovare un’adozione al nord a volte rischiano di sbagliare la valutazione dell’adottante, fanno viaggiare i cani in condizioni non ottimali (ovviamente NON disagiate!) ma l’alternativa per molti cani è spesso la morte in strada dopo sofferenze terribili. Inoltre i trasporti costano, e a volte ci si arrangia un po’ “in economia” facendo fermare il trasporto all’uscita delle autostrade per ridurre i costi. Per gli adottanti, andare a prendere il cane all’autostrada invece che trovarselo consegnato a casa non ha importanza. Ho visto tante persone arrivare al punto di consegna con cucce, trasportini imbottiti, cuscini e copertine, già pronti ad amare il “loro” cane. I disonesti ci sono dappertutto, ma non gettiamo la croce addosso ai volontari che agiscono da soli: le associazioni sono troppo spesso al collasso economico e di spazi. Basarsi solo su di loro per aiutare i randagi del sud è troppo poco.
Piùttosto che convincere a non adottare se non tramite canili e associazioni, è necessario convincere la gente a prendere un cane SOLO se veramente intenzionati ad amarlo per sempre. L’errore grave è più degli adottati troppo superficiali piuttosto che dei volontari troppo fiduciosi delle buone intenzioni.
Aprire gli occhi sulle truffe e i maltrattamenti non vuol dire chiuderli sugli appelli di chi non ha altro modo di salvare un randagio da un destino terribile sulle strade del sud.
Certamente l’impegno assennato di molti può dare un aiuto a tanti cani, purché questo sia fatto con criterio, informando correttamente gli adottanti sullo stato di salute e caratteriale dei cani e cercando di capire se gli adottanti siano o meno adatti ad accoglierli. La carenza di una struttura a destino rende impossibile una serie di accertamenti ed è per questo che occorre creare delle sinergie, dove possibile, con realtà strutturate al nord e non fare delle adozioni che spesso non hanno presupposti per poter funzionare, a scapito degli animali. Purtroppo troppo sovente le persone ritengono di poter essere i proprietari più buoni del mondo per poi accorgersi di non avere risorse e tempo per seguire cani problematici. Non è una critica contro la buona volontà, soltanto è la certezza che l’approssimazione, anche in una buona causa, sia fonte di danni, tanto da costringere il Ministero della Salute a dare delle linee di comportamento. Un cane già sfortunato non merita davvero di esserlo per ben due volte.
peccato che poi i canili e gattili di tutti i comuni d’Italia sono stracolmi di poveri animali abbandonati, ma di che cosa vogliamo parlare??
Purtroppo bisogna agire nel territorio, educando i cittadini ad essere civili, solo così si possono cambiare le cose!
Quando sentiamo dire che al sud la gente non fa niente che non ha possiblità, ci viene il dubbio che, sia diventata una regola quella di non fare nulla ed aspettare che siano sempre gli altri a fare.
Insomma, il senso civico ce l’hanno anche al sud, non saranno tutti mafiosi, delinquenti o lazzaroni o gente senza istruzione quindi, nessuno davvero è in grado di cambiare la situazione al sud ??
Noto dagli ultimi due post un rilassarsi dei toni e un convergere di consapevolezza della situazione che forse è mancato nei primi, forse scritti troppo nell’onda emotiva di una rapida lettura.
Molti si sono sentiti chiamati in causa in prima persona per via del loro operato come volontari “freelance” sganciati dalle associazioni riconosciute. A queste persone, che con mezzi propri e notevoli sacrifici tentano e spero riescano a togliere dagli orrori della strada alcuni cani, va tutta la mia ammirazione ma anche la preghiera di soffermarsi a riflettere serenamente su quanto scritto nell’articolo.
Non vengono criticate l’idea in sé dell’adozione tramite social media o del trasporto al nord dei cani quanto l’inesperienza e frettolosità con cui a volte sono portate a termine.
Per fare un parallelo si può prendere ad esempio la classica situazione dell’uccellino caduto dal nido. Il cuore dice di raccoglierlo immediatamente per portarlo al sicuro a casa propria (o presso una struttura specializzata) ma chi ha maturato esperienza e studiato il fenomeno sa che prima di cedere all’impulso è necessario valutare le condizioni di salute e l’età del piccolo nonché le circostanze e il luogo in cui avviene il ritrovamento. A volte soccorrere il pullo e sottoporlo allo stress di un’alimentazione forzata da parte di umani fa più danni che non lasciarlo alle cure parentali dei genitori, seppur al di fuori della sicurezza del proprio nido.
Nel caso del randagismo un qualsiasi volontario “freelance” dovrebbe avere la coscienza, per il bene dell’animale, di chiedersi se ha le adeguate conoscenze per valutare correttamente lo stato di salute fisica e mentale del cane nonché la capacità e consapevolezza dell’adottante. Sono fattori già di per sé difficili da valutare di persona e con tempi adeguati e diventano quasi una scommessa nel caso di contatti a distanza come può avvenire tramite i social media. Se poi una persona ha “naso” e riesce nonostante queste difficoltà a portare a termine una buona adozione può solo avere tutto il mio rispetto e la mia ammirazione per le sue capacità. Mi piacerebbe molto saper fare altrettanto.
Quanto al trasporto in condizioni rocambolesche è logico che se le associazioni riconosciute hanno difficoltà a reperire i fondi per poter effettuare i viaggi nelle condizioni migliori per i cani tanto meno dei privati riusciranno ad incontrare minori difficoltà. E’ vero che un viaggio anche “scomodo” e fonte di una certa sofferenza è preferibile all’orrore di una strada ma è anche vero che valutare quale sia il male minore è un delicato esercizio sul filo del rasoio e anche qui esperienza e conoscenze tecniche (veterinarie, comportamentali) sono indispensabili.
Siamo consapevoli che purtroppo le mele marce e i farabutti si nascondono tanto nelle associazioni quanto e più facilmente nella nebbiosa terra di nessuno del volontariato freelance che seppur più snello in fatto di procedure e tempi è anche mediamente meno formato sul fronte veterinario e legislativo.
Se persino le associazioni riconosciute e supportate dal punto di vista legale faticano ad ottener dalle autorità la collaborazione necessaria a ispezionare e sanare i canili lager di cui si è parlato cosa possono fare singoli cittadini? Le associazioni spesso ci sono ma le istituzioni, la legge… no.
Molti a questo punto, e già lo hanno fatto nei post precedenti, scatteranno i piedi urlando che loro non sono così, che sono preparati e onesti, che pensano solo al bene dell’animale. Ne sono certo così come sono sicuro che i criminali che tutti noi detestiamo non si mettono certamente a leggere e rispondere a questi interventi. A loro non interessa parlare e confrontarsi sul problema, a loro premono solo i soldi che il problema può far piovere nelle loro tasche.
Alla fine ci si trova qui a litigare fra brave persone su come gestire un problema che non dovrebbe neanche esistere ma che l’assenza delle istituzioni che noi tutti paghiamo ha generato e continua ad ignorare.
E litigare fra noi non aiuta gli animali.
Cerchiamo di ragionare e convergere perché se non riusciamo a farlo fra persone motivate da un obiettivo comune come possiamo pretendere di convincere e smuovere chi questo obiettivo neanche vuole vederlo?
sono d’accordo su molte delle cose che scrive, ma non sul fatto che il farabutto si nasconda meglio tra la “nebbiosa terra di nessuno dei volontari freelance”, i farabutti si nascondono meglio dietro apparenti e regolari bilanci! E parlo per esperienza diretta di studio di bilanci! Prima di ogni cosa mi preme ribattere al sig. giudici sulla natura “pubblica” del 5 per mille, la correggerei la definizione del sig. giudici, perchè quei soldi sono versati dalle persone a titolo di irpef e nel momento che vengono versati per questa motivazione diventano pubblici, tanto è vero che è lo Stato che poi li elargisce alle associazioni a cui esso stesso ha dato diritto di riceverli, quindi chiariamo questo punto: il 5 per mille costituisce fondo pubblico, su questo non possiamo non essere tutti d’accordo. Ora per venire a noi sig. Mirko, io nel suo scritto vorrei trovare, ma non trovo un’idea per rispondere ora alla situazione randagismo e non la trovo. L’unica vera e reale risposta, per quanto, come lei dice, da parte di alcuni inesperta e irresponsabile, è quella dei volontari “freelance” , come sempre lei definisce i comuni cittadini che prendono l’iniziativa di aiutare gli animali in difficoltà. Mi sembra di capire da quanto scrive che se a lei capitasse un cane magro come un chiodo disteso per terra, dopo aver aspettato ore ed ore che intervenga il servizio pubblico, aspetterebbe lì a vedere come il cane muore? Se si comportasse così io la definirei come minimo “criminale”, ma io non credo che lei lo farebbe, no io credo che lei si caricherebbe l’animale in auto e correrebbe alla prima clinica veterinaria il più velocemente o possibile, giusto? Ecco vede sa cosa penso che c’è differenza tra filosofia e pratica e che quando ti trovi davanti un’emergenza non ti fai tanti bei ragionamenti come vuole lei: “sono capace”, “vale la pena di salvarlo” (e certo che vale!!, vale sempre la pena), avrà un buon carattere per un’adozione????? Si rende conto quanto banali ed inutili sono queste domande davanti a una vita che sta morendo, o no?
Sono il primo a dispiacermi per non avere una soluzione immediata al problema del randagismo, lo vorrei tanto, mi creda.
Io credo che sia più facile per un criminale agire tradendo la buona fede di tante volenterose persone piuttosto che sfruttare di un’associazione che come tale è soggetta a regole e controlli. Questa non è assolutamente un’accusa verso i volontari. Inoltre se un bilancio truffaldino di una associazione fa notizia la truffa perpetrata ad un singolo raramente giunge agli organi di informazione. Ovvio, e la cronaca quotidiana ne è piena, che fra i farabutti ce ne siano di così bravi da riuscire a scansare controlli e mettere mano a capitali ben più consistenti.
Sul fatto che l’unica azione immediata sia l’azione dei tanti volenterosi che si adoperano con mezzi propri devo riconoscere che pur trattandosi di una goccia nel mare è comunque più di quanto facciano le istituzioni. Come ho già scritto precedentemente le persone che fra mille difficoltà riescono a regalare una vita migliore a questi poveri cani hanno tutta la mia ammirazione e gratitudine. Quanto ho scritto non voleva essere una critica alla figura stessa del volontario ma auspicavo che queste persone siano ben preparate nell’affrontare una situazione così difficile. E poi anche il mare è fatto di gocce…
Quanto al termine “freelance” da me utilizzato vorrei precisare che non è mia intenzione attribuirgli una nota dispregiativa ma l’ho utilizzato come mero strumento per evitare definizioni più lunghe come appunto comuni cittadini che prendono l’iniziativa” piuttosto che “volontari non legati ad alcuna associazione”. Piuttosto che denigratore datemi del semplice pigro…
Il mio auspicare un’ approccio più ponderato al soccorso così come alla ricerca di una famiglia per i cani (ma anche per gli altri animali) non vuole essere in antitesi all’intervento pratico, ossia non dico che di fronte ad un animale sofferente ci si debba perdere in filosofie e procedure burocratiche ma semplicemente che per ottenere il massimo del risultato oltre all’immediatezza del soccorso è importante farlo con la dovuta preparazione o se volete addestramento.
Cosa farei io? Quello che ho fatto settimana scorsa quando mi sono trovato di fronte ad una situazione simile: un gatto investito. Il primo pensiero è stato quello di raccogliere il gatto, metterlo sul sedile dell’auto e correre da un veterinario. Però ho preferito chiamare prima i “professionisti”, per un consulto su cosa fosse meglio fare, ma trovando il numero occupato sono intervenuto direttamente, spinto dal cuore ma con criterio. Dato che alcune brave persone aveva già provveduto a deviare il traffico ho preso trasportino, guanti e un asciugamano dal bagagliaio (sempre attrezzato) così da immobilizzare, spostare e mettere in sicurezza la bestiola badando a non causare con il mio intervento più danni (es. lesioni spinali) di quelli già presenti. Poi di corsa dal veterinario già allarmato telefonicamente.
Non ho agito d’impulso e neanche sono stato a delegare o perdermi in ragionamenti filosofici ma ho cercato di combinare la spinta emotiva (sacrosanta) con un approccio razionale. Come dire che per andare da qualsiasi parte servono sia la benzina che il navigatore.
“Sono capace” è una domanda che mi sono posto ben prima e per poter rispondere “sì” ho iniziato tempo fa, e sto continuando tutt’ora, a studiare ed addestrarmi. Perché voglio essere utile ma non voglio che la mia ignoranza possa essere causa di sofferenza.
Quanto al “vale la pena salvarlo” la risposta è: sempre, comunque ed ovunque.
La cosa peggiore che può capitare è assistere impotente alla morte di un essere vivente, sia esso un famigliare (umano e non) vinto dalla malattia che una vittima (umana e non) di un incidente a cui non riesci a prestare soccorso perché non puoi raggiungerlo o non hai i mezzi o le conoscenze necessari.
Vorrei ribadire che non sto accusando o criminalizzando nessuno ma sto solo esponendo il mio pensiero, ossia che per me è sempre meglio agire con il giusto equilibrio fa cuore e cervello. Trovarlo non è facile, se lo fosse il mondo non sarebbe conciato così.
compliementi! hai pienamente centrato il segno!!
Buonasera Sig. Giudici,
l’argomento è interessante e vale la pena continuare a parlarne, ascoltando e leggendo attentamente le varie testimonianze di tutte le persone che operano col solo fine del benessere animale.
Nel suo articolo appare evidente il “dito puntato” sui “cani sciolti” (definiti così da lei) che creerebbero “disagi agli animali per sollevare e gratificare la loro emotività”. Nessuno nega che possano esistere e che abbiano potuto produrre danni, però, prove alla mano, sarebbe bene anche fare i nomi di questi “cani sciolti”, altrimenti si rischia di generalizzare troppo, di gettare tutti nel calderone senza le dovute diversificazioni e di far male sull’altro versante, ossia, su chi opera al meglio, con metodo, regole, intelligenza, organizzazione, rispetto, chiarezza, onestà, preparazione, col solo fine, mi ripeto, della tutela e del benessere degli animali (anche e quando si tratta di trasferirli, per adozione o stallo, dal sud al nord).
Ci sono, esistono, è innegabile, ne ho sentito parlare anch’io.
Come ci sono ed esistono (e sono tante, tantissime, ogni giorno documentate sui social con testimonianze dirette degli adottanti) le adozioni di cani provenienti del sud che vanno a buon fine e che sono “per tutta la vita”!!!! (anche senza inglesismi, sappiamo “fare bene” anche noi italiani 🙂 ).
Si facciano i nomi e si informino così le persone che operano nel settore, (ad esempio, lei esorta a denunciare; bene, dia lei per primo l’esempio denunciando i fatti e le persone a cui si riferisce nel suo articolo).
E’ la miglior soluzione, è il miglior aiuto che si possa dare per ridimensionare certi personaggi, in modo che possano sempre meno fare danni.
Nel contempo, voi grandi associazioni, incoraggiate, aiutate, affiancate, difendete, spronate il mondo del buon volontariato del sud, siate dalla loro parte, apertamente, pubblicamente e CONCRETAMENTE!
Le volontarie/i volontari, seri, determinati, rispettosi, preparati, si sentono abbandonati, anzi….ostacolati, dalle istituzioni in primis, ed anche dalle grandi associazioni.
Sono le grandi associazione dotate di forza politica, economica (non dimentichiamo il 5×1000 + donazioni e tesseramenti) e di risorse umane, che dovrebbero andare incontro al volontario serio che si batte ogni giorno, dovrebbero costituire per lui un punto di riferimento (avete, come ENPA, molte sezioni disseminate sul territorio, bene, allora aiutate più da vicino i volontari seri e affidabili; avete la forza per farlo! Organizzate voi, inseme a loro, il viaggio dal sud al nord, contribuite economicamente per le spese, mettete a disposizione mezzi idonei, personale…voi avete la forza per farlo!).
Altrimenti, noi contribuenti che doniamo a voi grandi enti i nostri aiuti economici, per cosa li diamo?
(per acquistare case o sedi prestigiose nelle grandi città? O per leggere sui giornali di appartamenti nel Mar Rosso?)
Il fenomeno del randagismo al sud NON è stato neanche minimamente smussato, vien da chiedersi come mai? Eppure le grandi associazioni hanno (mi ripeto) a differenza dei volontari singoli, agganci politici e grossa capacità economica….ma il randagismo ancora c’è ed è devastante.
Sono stata forse tra le prime a pubblicare le linee guida, contenta del fatto che il Ministero avesse finalmente dato indicazioni sulle procedure idonee da adottare nelle varie sedi, ma, sono SOLO linee guida, emanate sulla base di LEGGI PREESISTENTI (evidentemente disattese!) e che potrebbero anche non essere applicate (ahimè, sappiamo come vanno le cose da noi…).
Le regioni ed i comuni quando le recepiranno? O continueranno ad agire come hanno sin’ora fatto? (ovviamente io mi auguro che le recepiscano in fretta e bene!).
E, nel frattempo? Che si fa? Il randagio sotto casa o sulla superstrada, spatasciato dal camion o buttato nell’immondizia, impallinato e/o pieno di zecche e pulci, magro da far paura, che non si regge in piedi o il cane maltrattato, tenuto a catena corta sotto il sole, senza acqua e cibo circondato da sporcizia ed escrementi, dove lo si porta? Chi si chiama? E, soprattutto, CHI INTERVERRA’ fra le istituzioni interpellate? E poi, chi si accollerà TUTTE le spese per metterlo e mantenerlo in salvo?
Beh…a quest’ora e dopo tutte queste domande, quel randagio sarà già morto o magari portato in un canile “lager” e senza cure veterinarie….
Va bene così? O lei ha proposte, soluzioni, diverse dal muoversi singolarmente dopo aver ricevuto tutta la trafila di risposte negative dalle istituzioni preposte? (ossia dopo aver “esercitato i propri diritti di protezionisti”). Ha soluzioni diverse dal far adottare al nord e quindi mandare in staffetta il cane così che possa raggiungere la sua nuova “famiglia per sempre” ?
Se sì, sarebbe molto interessante conoscerle e lo dico senza intento provocatorio ma con tanta tanta voglia di sapere abbinata a tanta speranza.
Sempre nelle linee guida si richiedono certi requisiti sanitari. Giustissimo!
Per mettersi in regola con quei requisiti occorrono soldi, ovviamente.
Si potrebbero finanziare con il 5 per mille delle grandi associazioni queste operazioni; cosa ne pensa?
Per quanto riguarda l’esortazione a diffidare di chi proprone raccolte fondi tramite carte personali, mi chiedo come mai secondo lei siano truffaldine, mentre quelle “sponsorizzate” ad esempio da Enpa, siano Ok? (mi fa piacere che Enpa aiuti, eh, non fraintendiamo), vedere ad esempio questo link trovato con la ricerca su google:
https://www.facebook.com/enpaonlus/photos/a.57141143223.71156.18870183223/10152080892718224/?type=1
Anche qui si rischia di generalizzare.
Sig. Giudici, Enpa e grandi associazoni, aiutate le volontarie/i volontari serie/seri del sud, non ostacolatele/i!
Fatelo, ne hanno davvero bisogno!
Fatevi promotori di questa svolta, insieme ce la si può fare, divisi e contrapposti no.
Per la salvezza ed il benessere dei poveri disgraziati amici pelosi di questo nostro sud italia.
(non che al nord non esistano problemi, ce ne sono eccome, ma questa, come dice il buon Lucarelli :)… è un’altra storia.)
p.s.: Vorrei anche chiedere, anche se non è questo il luogo e l’argomento del topic, come mai i cani che vengono adottati all’estero (vedi questo link : https://www.facebook.com/enpaonlus/photos/a.57141143223.71156.18870183223/10152100754993224/?type=1 ) , sotto l’egida di ENPA, non corrono alcun rischio, tipo destinazione vivisezione ?
E’ solo un esempio…io non credo affatto che ci sia un traffico di cani italiani verso la vivisezione – mia convinzione personale, dato che prove ancora non se ne sono viste, solo illazioni – però tutti ne parlano additando il mondo del volontariato come responsabile. Ebbene, perché gli uni dovrebbero essere così schifosamente vigliacchi e luridi mentre gli altri – magari sponsorizzati da grandi associazioni – no?
p.s. nr. 2 : mi sono imbattuta or ora in questo articolo (si tratta di Leggo, giornale on-line poco affidabile e AIDAA, associazione non propriamente affidabile, quindi tutto da verificare): leggendo l’articolo si evince che i veterinari hanno affidato il cane al proprietario e che l’associazione farà denuncia nei prossimi giorni (e chissà poi perché non l’ha fatta subito…mah!)
….ma si può? Hanno ridato il cane al maltrattatore. Come si può pensare di avere collaborazione ed aiuto da questo genere di istituzioni?
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/cane_legato_antenna_parabolica_tetto_brindisi_foto/notizie/760892.shtml
Mi scuso per la lunghezza del commento, auguro a tutti una buona serata,
Mela.
Iniziamo a precisare una cosa fondamentale: il blog appartiene a me, rispecchia le mie opinioni, non è il portavoce e non ha nulla che fare con ENPA. Il fatto che io appartenga ad ENPA non significa che su questo blog esprima opinioni condivise o condivisibili da ENPA o che, peggio, sia il portavoce di ENPA. Ci sono organismi di comunicazione diversi che l’ente mette in campo e sui quali non ho ragione di esprimermi. Non stiamo parlando della politica delle associazioni, non è questo il tema, anche se non ho difficoltà a dirle che spesso non condivido in toto le loro scelte. Io non voglio ostacolare nessuno, solo esprimere un parere: aiutare le persone serie e attente e isolare le persone soltanto emotive oppure, ben peggio truffaldine. Un blog serve per fare opinione, se qualcuno pensa dica cose intelligenti, non per fare denunce con nomi e cognomi: per quello esistono le Procure non i blog. Condivido molti dei suoi ragionamenti, non condivido il filo conduttore: di fronte alla buona volontà tutto il resto passa in secondo piano.
Lei mi chiede qual’è il metodo infallibile perché le adozioni non vadano a finir male: la suddivisione degli adottanti in categorie, assegnando loro un colore di riferimento, facendo lo stesso con i cani: il risultato è che gli adottanti della categoria “gialla” potranno adottare solo animali della stessa categoria e non altri, perchè compatibili fra di loro. Questo sistema, chiamato dagli anglosassoni “matching” che noi potremmo banalizzare in incrocio ha drasticamente ridotto i ritorni dei cani in canili, perché incompatibili con gli adottanti. Per funzionare presuppone una raccolta di dati fatta non sui social media, ovviamente
Un’ultima cosa: non esiste contrapposizione, solo un contrasto di quell’improvvisazione che tanto costa ai cani.
lei parla di applicare il “matching, pratica anglosassone alla situazione italiana, si rende conto dell’abnormità di quello che scrive, vero? Io credo proprio di sì, stiamo confrontando due realtà, non opposte ma proprio divergenti tra di loro. Primo aspetto: cultura cinofila ed animalista in generale tra i due paesi (nonostante casi eclatanti di maltrattamento anche in Inghilterra), le ricordo che in epoca vittoriana in Gran Bretagna fu istituito il primo cimitero per cani e ancora oggi esiste, devo dire altro? Secondo: le risulta che in Inghilterra ci sia lo stesso tasso di randagismo che c’è qui da noi? Mappare 10 cani è facile, mappare centinaia di migliaia di cani è altra cosa, vero o no? Quindi non facciamo i soliti esterofili e prendiamo da paesi esteri procedure che vanno bene in quei paesi ma non in Italia. Qui ci vogliono altre risposte che non quella che propone, qui ci vuole fatica sudore responsabilità sacrifici economici e personali ed amore tanto amore per delle povere vite abbandonate e maltrattate, anche il solo pensiero, che lei propone, di porsi sempre la domanda “vale la pena di salvarlo” per me è una forma di maltrattamento, lei si chiederebbe se suo figlio ferito gravemente vale la pena di salvarlo?, la vita di un umano è più degna di quella di un animale?
io ho voglia di confrontarmi certo che ne ho, ma scendiamo un po’ tutti dai piedistalli e siamo realistici, là fuori c’è un mondo che soffre e noi preferiamo filosofeggiare invece che rimboccarci le maniche e sporcarci con il dolore, l’errore, il fallimento e soprattutto le gioie che aiutare gli animali per strada e nei canili/gattili può donarci. Le istituzioni devono intervenire dice lei, certo benissimo e intanto che intervengono che si fa? Guardiamo indifferenti morire animali per strada?
Prendo atto delle sue precisazioni, Sig. Giudici.
Per quanto riguarda invece il “filo conduttore” da lei ricondotto ai miei ragionamenti, devo dire che lei mi sta attribuendo pensieri/idee che non ho mai espresso e che non fanno parte di me.
Ho parlato di volontari determinati, seri e preparati, che lavorano con intelligenza, regole, rispetto non di persone animate da sola buona volontà che perdono di vista tutto il resto.
La mia domanda, però, resta sempre aperta: nel frattempo che ci si organizzi col “maching” (che io ho chiamato, senza inglesismi, “adozione per la vita o per sempre” – lo sanno fare anche in Italia, sa, proprio quei suddetti volontari seri determinati e preparati che lavorano con intelligenza. Sono tantissime le testimonianze di adozioni “per sempre”, esistono, ci sono, funzionano, proprio perché i volontari hanno saputo valutare), o che le linee guida vengano recepite e messe in atto o che la mentalità cambi o….o….o…., i cani randagi o maltrattati o tenuti in canili lager in pessime condizioni….li lasciamo al loro destino?
E’ questa la domanda a cui dare risposta precisa: nell’immediato, cosa proporre, cosa fare per tutelare il peloso in difficoltà ed il potenziale adottante?
I volontari singoli, i cittadini comuni che fanno questo, come si dovrebbero regolare?
Ultimo punto: non ho detto che lei debba fare i nomi sul blog, li dovrebbe fare presso gli organi competenti così come ha poi lei stesso suggerito nell’elenco di punti. (chi sono questi “cani sciolti”? Li conosce?)
L’improvvisazione, quando si tratta di ESSERI VIVENTI, è sempre deleteria, concordo perfettamente. Concentriamoci quindi sulle problematiche irrisolte della realtà quotidiana e cerchiamo una possibile idea di soluzione comune su cui discutere, anche perché penso che stiamo tutti dicendo la stessa cosa, essendo tutti noi dalla parte degli animali!
Una buona serata a tutte/i, Mela.
Quello che è scritto nell’articolo e che tanto ha sollevato polemica è solo un invito ad evitare adozioni fatte sulla spinta emotiva, staffette organizzate malamente dove gli animali arrivano malati trasportati in condizioni di maltrattamento e, spesso, rifiutati dagli adottanti e costretti a farsi anche il viaggio di ritorno. Il problema è ampio, difficile poterlo affrontare compiutamente in un blog, però occorre sicuramente che la volontà di aiuto non prevalga sul buon senso e che persone sconsiderate non continuino ad affidare cani all’ammasso. Nel mare magnum della rete di persone che operano per i cani non saranno la maggioranza, ma esistono e sono un numero rilevante, tant’è che il Ministero della Salute se ne è dovuto interessare perché sono un problema di benessere animale e sanitario.
Quello che mi dispiace è che l’articolo non sia stato letto ma interpretato e che, da questa interpretazione, sia derivata l’impressione di alcuni, completamente errata, che volessi attribuire la colpa ai residenti al Sud, sostenendo che tutte le adozioni fossero fatte da malfattori.
Però aggiungo anche, per esperienza, che i volontari sono poco inclini ad ascoltare le critiche e a fare autocritica, lo dico da volontario. Noi abbiamo il dovere di migliorarci, di crescere professionalmente, di far tesoro degli errori e di avere un progetto che funzioni, diversamente i cani continueranno a patire perché noi saremo incapaci di fare azioni conclusive. Il solo essere “volontari” non può e non deve essere una patente di onestà e serietà e bisogna ammettere che, come in tutte le “comunità” anche in quella degli animalisti ci sono stolti, furbetti e disonesti. Per fortuna non solo loro, ma anche tantissimi che operano con buon senso nell’esclusivo interesse degli animali e del loro benessere, senza alcuna necessità di alimentare il proprio ego, con spirito di servizio.
Mi spiace ma lei ha dei pregiudizi e il suo articolo non fa altro che terrorizzare le tante persone che potrebbero avvicinarsi al mondo del volontario “freelance”, come definito, per adottare un cane. Questo comporta che ci vadano dimezzo i buoni e i cattivi, come tutte le cose non descritte scrupolosamente, come un po’ il suo articolo ha fatto. Il ministero della sanità non ha fatto altro che ripetere quello che già si sa, quindi una cosa sostanzialmente inutile, non c’è, invece, nulla per contrastare il volontariato poco serio, quello continuerà a non rispettare nessuna regola. Mi permetto poi di suggerire al ministero della salute di preoccuparsi di predisporre delle linee guida per le azioni da condurre sui territori colpiti dal randagismo per combattere seriamente questa infamia tutta italiana. Le linee guida sulla movimentazione di animali è una perdita di tempo che svia l’attenzione dal vero problema. Fino a che non comprenderete o accetterete questa verità, parleremo ahimè sempre lingue diverse. Si vede pure dai post che continuiamo ad inviarci : lei dice sempre le stesse cose e noi le diciamo che non sono quelle linee guida che combatteranno il reale problema che è alla base poi anche del fenomeno dei volontari arruffoni. Insomma per dirgliela tutta è il randagismo che genera il volontariato cattivo, provate a combattere seriamente il randagismo ed automaticamente eliminerete il cattivo volontariato
le testimonianze di facebook non hanno alcun valore, facebook è diventato territorio di guerre civili, il social dei cialtroni e malati di mente.
Nessuna associazione che si rispetti, pubblicherà mai su facebook.
Per quanto riguarda il discorso delle adozioni da altri paesi europei, è una bruttissima pratica e prima o poi verranno fatte leggi per arrestare le staffette.
Quando trovi annunci di quel tipo, devi segnalarli subito a facebook e se riesci a scoprire dove si trova l’associazione, fare una denuncia al comune in cui riside.
Non dimenticare che tutte le associazioni serie devono avere un codice fiscale/partita iva, che non le assoggetta a costi, ma solo per riconoscere l’esistenza e la legalità di tale associazione.
Nessuna associazione seria, ti chiede di inviare denaro su Postepay, e soprattutto hanno tutte un sito.
Buongiorno a tutti, condivido l’articolo, tanto che essendo stanca di vedere staffette allucinanti e comunque ben sapendo che i cani salgono lo stesso, ho creato attraverso la mia associazione un servizio serissimo che si chiama Service Staffette… Tutto a norma e perfetto. I costi sono stati altissimi e quando ricevo i soldi vengono caricati sulla associazione e viene fatta a chi desidera regolare ricevuta…. Ma quello che ho scoperto da ingenua e stupida, che alla maggior parte delle volontarie ( non tutte grazie a Dio) questa trasparenza non piace. La mia conoscenza medica non interessa, anzi. Più ne so e meno ne faccio salire….e più consegno cani e più mi sconvolgo delle persone alle quali vengono lasciati…. Tanto che sto pensando di smettere.
Questo e’ ciò che succede nel nostro paese a chi cerca di fare una cosa, che condivido, sarebbe da evitare, ma che visto che comunque non si riesce a bloccare, sto cercando di fare al meglio.
Grazie a tutti.
Facebook: Service Staffette
Condivido l’articolo e mi complimento perché finalmente c e qualcuno che inizia a dubitare dell’ “altruismo” di alcune associazioni. In più vorrei aggiungere che ci sono anche associazioni che con la scusa di un affido sequestrano cani o gatti ai loro proprietari adducendo false accuse di maltrattamenti. Il loro scopo? Maggiori ricariche di poste pay? Sovvenzioni da comuni o regioni in base al numero di animali in loro affido? Altri introiti illeciti? Ancora non mi e chiaro ma farò indagini in proposito; e comunque certo che e un altro modo per lucrare su queste povere anime e su persone che pagherebbero qualsiasi cifra per avere la possibilità di far entrare nelle loro vite un dolce peloso.
Mi dispiace vedere che un post che racconta dei fatti successi crei discussioni e litigi tra noi animalisti, che dovremmo fare fronte comune contro il nemico. Mi dispiace sempre molto vedere noi animalisti che litighiamo. La soluzione a questo problema è ben più complessa. Intervengo in quanto l’argomento mi è particolarmente a cuore.
Personalmente conosco molto bene la realtà del nostro sud, essendo per metà calabrese e andandoci regolarmente, e vivo al nord. Ho sempre vissuto con molto dolore tutto quello che avviene al sud. Cose che al nord fanno notizia, al sud sono comune amministrazione, nessuno se ne stupisce. Per esempio i cuccioli triturati vivi nella macchina dei rifiuti, i contadini che mettono il cane a catena quando ha 3 mesi, partono e vanno via per alcuni mesi, tornano e trovano che il cane è morto tra atroci sofferenze, perchè il collo è cresciuto e nessuno ha pensato di allentare il collare, veterinari che tengono i propri cani interi in campagna e sono contrari alla sterilizzazione, privati cittadini che per sbarazzarsi del cane pensano di buttarlo da un dirupo e lo raccontano apertamente come se niente fosse. E mentre al nord questi sono fatti isolati, al sud sono la normalità: le persone che tengono decentemente un cane o un gatto sono pochissime..ne ho viste di cotte e di crude, ed è per questo che sono diventata una volontaria animalista al nord….
Trovo che molte associazioni del sud operino correttamente, non tutti lo fanno solo per guadagno (!) anzi moltissimi volontari del sud si dissanguano per fare loro quello che dovrebbero fare le istituzioni e sono comunque persone corrette amanti degli animali, persone che vanno solamente aiutate. Penso che il nord dovrebbe aiutare il sud in tutto questo. E penso che molti del nord dovrebbero farsi un giretto da roma in giù per capire anche tante cose.
Sono però anche arrivata alla conclusione che il fatto che la situazione al sud sia tragica, non giustifica una movimentazione così notevole di cani al nord, dove i canili e i rifugi comunque sono pieni di animali che non vengono adottati, dove fare i controlli diventa difficile a causa della distanza, e a causa del fatto che non si conosce direttamente chi li fa questi controlli, dove io stessa ho visto cani del sud affidati a gente del nord a cui io non avrei dato nemmeno una pianta grassa da annaffiare in quanto totalmente inadatta alla gestione di un animale, anche perchè LE ADOZIONI NON SERVONO A NULLA SENZA UN’ADEGUATA CAMPAGNA DI STERILIZZAZIONE.
Penso che per risolvere la situazione al sud bisognerebbe:
1 obbligare le istituzioni e i privati ad applicare le leggi sul randagismo, sterilizzazione, etc (che al sud sono sistematicamente e massicciamente disattese!);
2 sensibilizzare la gente, i ragazzi nelle scuole, le famiglie nei paesi, attraverso incontri, lezioni, convegni, sul modo in cui tenere gli animali di affezione; dare noi l’esempio, spiegare alla gente;
3 mandare un esercito di veterinari (pagati dall’usl) e sterilizzare a tappeto con cliniche mobili, come fa save the dogs in romania, ad esempio; promuovere le adozioni è perfettamente inutile senza un’adeguata campagna di sterilizzazioni!;
SENZA QUESTI PRIMI TRE PUNTI LE ADOZIONI NON SERVONO A NULLA: UN CANE VIENE ADOTTATO, DIECI NE NASCONO, e siamo al punto di prima.
LE ADOZIONI ANCHE AL NORD AD UN CERTO PUNTO FINIRANNO…MA IL RANDAGISMO NON FINIRA’ MAI.
Per quanto riguarda le adozioni,
si sa che al sud ci sono molti cani di piccola e piccolissima taglia e moltissimi moltissimi cuccioli. Nei canili e per strada ci sono moltissimi cani di pura razza (dalmata, pitt, golden, cani da caccia, pastore belga, rott), voi neanche l’immaginate questa cosa! Io stessa conosco parecchia gente che in aereo è andata a torino o milano a comprare il cucciolo di razza, l’hanno tenuto un paio di anni in casa e poi è finito in canile! Tutti questi animali potrebbero avere maggior chance di adozioni al nord, è innegabile.
Ma le adozioni sono delicatissime, e vanno gestite adeguatamente.
NON ESISTONO ADOZIONI PERFETTE NEMMENO AL NORD.
Per quanto riguarda le adozioni bisognerebbe:
1- i rifugi e canili del nord, le associazioni tutte, dovrebbero pubblicizzare adeguatamente attraverso internet i CANI CHE HANNO IN LOCO; attualmente infatti internet è un mezzo usato soprattutto dai gruppi del sud; dovrebbe essere invece maggiormente utilizzato dai volontari del nord, per facilitare l’uscita dal canile di animali che si trovano in sito. In tal modo i controlli sul territorio sarebbero molto più semplici.
2- in tal modo i cani in loco sarebbero maggiormente adottati;
3- nel momento in cui si svuotano i box dei canili o dei rifugi del nord, allora l’associazione di appoggio al nord potrebbe prendere una quota di animali dal sud, per esempio i cani di piccola, piccolissima taglia (e ce ne sono moltissimi), tutti i cuccioli di tutte le taglie(è straziante vederne i lamenti dietro le sbarre dei canili) tutti i cani di razza che inevitabilmente hanno delle richieste. Questo non per fare discriminazioni, ma per andare incontro alla richiesta delle adozioni. Una persona che desidera un cane di razza difficilmente adotterà un bastardino; una persona che desidera un cane di piccola taglia non adotterà un cane di taglia grande. Bisogna comunque andare incontro alle richieste degli adottanti, per quanto possibile.
4- I cani del sud potrebbero essere così ospitati nei rifugi del nord; dovrebbero essere le associazioni ospitanti al nord ad occuparsi delle adozioni….
la cosa migliore sarebbe che ogni associazione del sud avesse un referente al nord…
i potenziali adottanti sarebbero vagliati maggiormente dalle associazioni ospitanti, potrebbero vedere direttamente l’animale, diminuendo le possibilità di rientro in canile, e probabilmente si troverebbe maggiormente il cane giusto per ogni situazione.
5 – E’ perfettamente inutile selezionare per le adozioni regioni che sono sature…..: come la toscana, ad esempio, o il lazio, dove il randagismo è altissimo. In calabria ci sono migliaia di animali randagi…ben se ci fosse un’associazione di appoggio in una regione come il trentino alto adige, dove i cani in canile sono solo 300, o il veneto, o il friuli dove sono solamente 1400, allora ben venga. Guardate ad esempio questo articolo, in cui risulta che il problema del sud sono soprattuto il mancato numero di adozioni: http://www.adottaunpelosino.it/mappe.php
Se ci fosse questo genere di collaborazione, io penso che si risolverebbero molti problemi. Ovviamente il mio è uno scenario ideale, di difficile realizzazione, ma tale penso dovrebbe essere la realtà a cui aspirare.
Vorrei anche aggiungere al precedente post:
– al sud ci sono anche quelle associazioni che fanno le adozioni con associazioni di appoggio al nord; ce ne sono tante, che hanno conoscenze dirette in posti come torino, e fanno adottare soprattutto attraverso questi canali;
– al sud ci sono tanti volontari CHE NON SI AVVALGONO DI QUESTE STAFFETTE CON CANI STIPATI ALL’INVEROSIMILE, ma che SI AVVALGONO DEI VIAGGI IN AEREO….e il cane viaggia sicuramente meglio, arriva meno stanco, pulito, etc.
– al sud comincia a svilupparsi una certa cultura cinofila e gattofila, che va incrementata e aiutata con le nostre parole e il nostro esempio; ho 36 anni e quando andavo bambina al paese della mamma noi siamo stati i primi in assoluto ad avere gatti e cani in casa…sin da quando ero ragazza non ho fatto altro che parlare con la gente su come dovrebbe essere tenuto ed amato un animale…e ora vedo che tante di quelle persone che una volta mi guardavano con stupore, ora hanno anche loro un animale e lo tengono bene…
– le associazioni del sud vanno aiutate; le associazioni e i privati del nord dovrebbero sentire forte questa esigenza. Trovare delle soluzioni, aiutarsi, nell’interesse degli animali.
Concordo assolutamente con tutto quello che dici!
Vorrei anche aggiungere: ci sono cose che noi volontari animalisti non possiamo fare da soli, ma devono fare le istituzioni. LE CAMPAGNE DI STERILIZZAZIONE nascono da UNA VOLONTA’ POLITICA di impegnarsi per combattere il fenomeno del randagismo, CHE E’ UN PROBLEMA IGIENICO SANITARIO.
tanto per farvi il quadro….arrivi dal nord al sud e trovi davanti alle scale della tua casa in centro città quattro cani randagi di cui uno morto, l’altro in fin di vita, l’altro morsicatore, uno dolcissimo e piccolissimo che ti strugge il cuore a sapere che finirà in un canile a vita, due gattini diventati ciechi, i vicini di casa danno da mangiare a tutti questi poveretti, e non si preoccupano del fatto che sta per arrivare un camion del canile con degli addetti che usano ancora il cappio al collo, anzi quando arrivano gli addetti fanno apposta a metter da mangiare per fare in modo che vengano presi!!….vi sembra una cosa normale che le istituzioni latitino di fronte a situazioni del genere? A me no. E dico che noi volontari animalisti dobbiamo smetterla di fare noi quello che dovremmo obbligare le istituzioni a fare, anche VOTANDO OPPORTUNAMENTE QUANDO E’ IL MOMENTO.
IL RANDAGISMO SI COMBATTE CON LA POLITICA.
LE ADOZIONI NON BASTANO!
purtroppo e’ vero!!! Ci arrivato invece di uno Yorkshire il meticcio di taglia media (neanche piccola, che aspettavamo e non potevamo certo tenerla dentro la casa con la nostra yorkina come era in previsione), tra l’altro con i gravi problemi comportamentali (abbiamo pagato anche educatore, che ha detto che il cane ha bisogno di costante presenza del padrone per la riabilitazione, cioè non dovevo lavorare). Per fortuna ci hanno aiutato i suoceri che l’hanno tenuto, tuttora dopo 5 anni che è qua con noi, e’ un cane diffidente e pauroso, non cammina al guinzaglio. Ci è stato consegnato al parcheggio di un supermercato salito da Napoli in Toscana (sedato, in un piccolissimo trasportino, assolutamente non adatto al trasporto di un cane di questa misura insieme con un altro cane), da la siamo ripartiti per il Friuli, dando passaggio per un pezzo di strada (in ottime condizioni con l’aria condizionata nell’abitacolo della nostra macchina) a un presunto volpino, che per fortuna non dovevamo consegnare al futuro proprietario (avrei avuto dei dubbi sul fatto che lo avrebbero accettato). Questa è la nostra esperienza di adozione attraverso FB, per aver avuto pietà per uno yorky che non poteva sopravvivere d’inverno in quel posto dove era.
Carissimo sig. giudici, di solito se io scrivo o rispondo a questo articolo è perchè ho un interesse che voglio tutelare che, per quanto riguarda me, è l’assoluto benessere e tutela dei randagi, siano essi gatti o cani. Ora mi chiedo quale sia il suo? Perchè allora mi vengono milioni di dubbi, perchè lei dice “adottate da canili superprofessionali con il metodo “matching”, tutto bellissimo professionale eccellente. Io conosco il metodo e conosco anche chi lo applica, senza offesa per nessuno compilare un questionario e mostrare al futuro adottante solo i cani che decide il gestore del canile, sia esso anche un’associazione, è un ottimo metodo per non far adottare nessun cane, con buona pace non so di chi se non del gestore che continua a percepire la quota giornaliera per quel cane dal comune convenzionato e non certo un metodo professionale per assicurare il cane giusto alla giusta famiglia. Veda, caro sig. Giudici, comincio a capire gli interessi di chi si sta difendendo con questo articolo, non certo quelli dei cani. Come vede non faccio nomi e cognomi per rispetto della privacy e per evitare a me e alla mia associazione denunce per ingiuria e diffamazione, ma di esempi del genere ne conto ormai a centinaia e tutti canili del nord, tanto è vero che sono state rifiutate adozioni a persone perbene e molto amanti degli animali le quali, non volendo rinunciare all’amore di un animale per loro stessi e per la loro famiglia , si sono rivolti a noi e ora vivono felici con il loro peloso amico a fianco, controllati prima e dopo l’adozione con regolare modulo di adozione e modulo di cessione dell’asl. Come la mia associazione tantissime altre piccole adozioni si comportano così, per cui quello che lei fa passare come un movimento totalmente inaffidabile è in verità una realtà unica ed isolata, consiglierei ad asl e grandi associazioni di non confondere la legge e le regole con l’ostruzionismo, che è una subdola forma di inadempimento dei dettami fondamentali delle leggi di protezione degli animali. Se si continua su questa strada, temo che la peggio continueranno ad averla i poveri animali, ma non creda certo lei e i suoi amici di fermarci perchè il dolore e la sofferenza di queste povere anime è troppo più grande del vostro piccolo cuore.
Condivido in pieno questo commento. Cercare di convincere che solo le grandi associazioni abbiano la prerogativa di occuparsi del benessere dei cani e garantire ottime adozioni in piena correttezza è pura presunzione. C’è del buono e del marcio in ogni situazione; la necessità è saper fare controlli e verifiche per non cadere nei tranelli degli imbroglioni, non escludere a priori gli interventi diversi da quelli adottati dalle associazioni.
Ottimo articolo, sono anni che lo scrivo e siamo sempre troppo pochi , tipica la rivolta della “categoria ” e dei commenti degni del grande Eduardo…piangi morto e fo@@i il vivo…tutti bravi e tutti perfetti,mandanti,staffettari,riceventi e adottanti…al nord tutti santi e meravigliosi,al Sud tutti mostri mangiacani a parte i volontari di turno,una fiaba che però possono raccontare a utenti inesperti e ingenui,ma non a chi come me ha visto esattamente negli anni la fine che fanno la maggioranza delle adozioni del cuore….spero che chi legge questo articolo sia spronato ad approfondire ogni appello in maniera seria e responsabile….spesso il GRANDE LAVORO di questi volontari consiste in un click sulla tastiera del pc, e voi a pensarlo sporchi di fango e sterco dalla mattina alla sera….potreste avere delle sorprese incredibili scoprendo che vicino a certi rifugi ci sono villette niente male con automobili che voi non potrete mai permettervi….scoprirete che gli staffettari pagati fior di quattrini, ma osannati come santi, mentre portano i disgraziati a colpi di 150 euro a trasportino portano anche i loro cani di razza alle mostre, non certo per puro senso estetico ma per poi fare cucciolate di razza e venderle… io personalmente da anni oramai non pubblicizzo più questo genere di adozioni perché mi rifiuto di essere complice di questo sistema che nulla ha a che vedere col benessere animale…ormai conosco tutte le loro armi e le frasi fatte e non mi fanno né fresco nè caldo, perché io sto dalla parte degli animali…aggiungo che se volete adottare un cane prima recatevi nei canili convenzionati con la vostra provincia dove spesso ci sono centinaia di cani accalappiati sul territorio e anche di quelli arrivati dal Sud, da altre regioni e Stati, finendo i loro giorni dopo anni di detenzione essendo poco pubblicizzati in quanto fonte di guadagno da parte dei gestori …
Dire categoricamente senza alcuna distinzione di non fidarsi di chi usa postepay personali o che fa consegnare i cani da staffettisti all’uscita dei caselli dell’autostrada è profondamente ingiusto e assolutamente scorretto. Ci sono molti imbroglioni e trasportatori da vergogna, questo è sicuramente vero, ma non sono tutti così. Al sud non operano solo le associazioni ma anche tanti volontari singoli che fanno enormi sacrifici economici e personali per salvare cani e gatti abbandonati da tutti. Queste persone non solo sono profondamente oneste e corrette, ma sono soprattutto persone generose che non meritano assolutamente di essere confuse nel gruppo dei disonesti. Io ho adottato 10 cani dal sud conosciuti da appelli su internet postati da volontarie senza associazioni alle spalle, cani vecchi e malati destinati ad una fine orribile in canili fatiscenti o sovrappopolati o soli sulle strade. Questi cani mi sono stati portati in Lombardia da staffettisti che li hanno consegnati all’uscita dell’autostrada.
A questi, e a molti altri volontari, ho inviato denato su postepay e ho avuto da loro chiari riscontri sull’uso più che legittimo dei soldi ricevuti.
A nome loro, ritengo doveroso da parte vostra fare un GROSSO distinguo tra “animalari” che sono la dannazione dei cani, e VERI volontari che A TITOLO PERSONALE salvano e curano- e fanno adottare – tanti animali destinati ad una vita e una morte tremenda e solitaria.
Mando un appello disperato a tutti i veri e sottolineo “veri amanti” degli animali:non affidate in maniera semplice, all’acqua di rose, i vostri animali da salvare a nessuno, viviamo purtroppo in un mondo dove niente è oro, neanche quello che pesa e luccica in modo più evidente.Ne è un esempio la vicenda di Roma capitale, che anche se non riguarda gli animali lascia seri dubbi ormai sulla credibilità delle onlus e sulla serietà delle istituzioni in genere. Denunciate i gestori di canili lager, coloro che detengono animali non registrati al comune ed eventuali persone che abbandonano cani delle vostre zone di residenza; affidate gli animali a gente seria, solo dopo visite pre affido e registrazione anagrafe di residenza.Questo e l’unico modo per evitare ulteriori traffici loschi ed inutile sofferenza.
Recentemente, dopo l’improvvisa morte della mia amatissima canona, ho deciso di adottarne una e, mi sono messo alla ricerca su internet . nei vari annunci in cui mi sono imbattuto, ho trovato una femmina di taglia grande che mi ha subito colpito per la dolcezza dei suoi occhioni. dopo aver fornito le mie generalita’ e aver contattato l’associazione che si occupa dell’affido, sono stato contattato da una volontaria che, in maniera molto corretta e’ venuta a casa a vedere dove sarebbe andata a finire la bestiola e, dopo aver dato esito positivo all’affido, mi ha messo in contatto con una referente dell’associazione. ho compilato i moduli che mi hanno inviato e mi sono messo pazientemente in attesa per accogliere la cucciolona di circa 2 anni che mi sarebbe stata portata con una staffetta dal Lazio previo piccolo contributo per il trasporto alla consegna. La canina mi e’ stato riferito sia gia’ sterilizzata, microcippata, vaccinata ed esente la leismania ma, dopo circa un mese dalla mia richiesta e dopo vari contatti, ancora non sono riuscito ad avere la cucciola. Pare che il canile privato,sia restio a rilasciare le bestiole e, io mi sto chiedendo il perche’, anche se qualche riflessione sulle provvigioni giornaliere che ricevono i canili me la sono fatta…. possibile che ci siano tutte queste lungaggini burocratiche? o si tratta solo di speculazione? ogni volta mi viene risposto che ancora il canile non ha dato il benestare per il rilascio e, comincio seriamente a pentirmi della mia scelta, se non fosse per il fatto che oramai mi sono affezionato anche soltanto dalle foto che ho visto, sarei propenso a rinunciare. Ritengo assurdo che in caso di un richiedente e, considerando l’affollamento e le condizioni indecenti nelle quali sono costrette queste povere bestiole, non si provveda a rilasciare una canina adottota nel piu’ breve tempo possibile… a voi le conclusioni.
Io abito a Bologna e ho perso il mio amato Trufo dopo 15 anni di vita insieme il 28 agosto ,e’ stata una tragedia. Ora sto cercando un cucciolino , non per rimpiazzarlo ma per un amore incommensurabile verso i cani e noto che rispetto a 15 anni fa tutto e’ cambiato. Migliaia di annunci con storie strappalacrime e d’abbandono postate sull’Emilia, poi chiami il contatto ed ecco si trovano a Bari a Taranto comunque al sud. Non ho mai portato avanti nessuna trattativa pur avendo visto cagnolini davvero bellissimi sono contraria assolutamente al dovere pagare qualsiasi staffetta ma più che altro proprio per il povero cucciolo che a 2 3 mesi deve farsi un viaggio di ore e ore in chissa’ quali condizioni .Certo ci sono anche delle bravissime volontarie che hanno a cuore davvero questa situazione straziante del sud dove l’abbandono il degrado la violenza su queste povere bestiole sono all’ordine del giorno ,canili stra affollati, le convenzioni misere. Quindi il mio consiglio se proprio volete fare questa trafila e’ indagare a fondo su con chi si tratta,segnalare come dice Ermanno nell’articolo qualsiasi anomalia sia di pagamenti o luoghi strani d’incontro,tenendo presente che i canili della vostra citta’ sono pieni di cani che aspettano una famiglia forse sarebbe meglio farci un giro prima li.
Buongiorno, io sono un’adottante del nord italia, che credendo di fare del bene, ho deciso di adottare un cane proveniente da un rifugio al sud.
Purtroppo solo all’arrivo del cane tramite staffetta, mi sono accorta che è tutto un business. Riconosco le situazioni che descrivete nell’articolo, cani malati e con disturbi comportamentali, ” venduti” come “dolci cuccioloni in cerca d’amore”.
L’animale da me adottato ha seri problemi comportamentali che con tanto sforzo stiamo cercando di risolvere ma….. certe associazioni di “volontari” sarebbero da denuncia.
Non adottate cani dal sud italia, se non provenienti da canili AUTORIZZATI e che vi forniscano tutta la documentazione in regola.
La maggior parte degli annunci in internet son fatti da gente per la quale i cani/gatti son solo merce con cui lucrare.
Andate nei canili delle vostre città….cosi farete davvero del bene
Sicuramente ci sono anche persone e associazioni che lo fanno con serietà, ma il consiglio per tutti è quello di adottare cani che provengono dal sud o da altra parte d’Europa in strutture che li accolgono per collocarli. Posti visitabili, con una sede, rintracciabili. Diversamente il rischio è che un’opera di bene si trasformi in un problema per persone e animali. Perché di gente che lucra sulla pietà degli altri con le cosiddette “adozioni del cuore” ce ne sarà sempre.
D’accordo sul fondo. Però, al sud hanno seri problemi con gli animali. Meglio mandarli al nord, magari il viaggio sarà faticoso, ma almeno nel 90 per cento dei casi staranno meglio lì che al sud (conosco bene il sud e la loro mentalità, specie nelle piccole e medie città). Avete nomi e descrizioni di questi presunti speculatori e furbetti? Nel caso contrario il vostro articolo vale quanto carta straccia.
Opinabile ma educato. Non servono i nomi, bastano le mille storie che escono dalle cronache. Così come non è vero che il Nord sia il paradiso, come sempre è questione di fortuna per uomini e animali. E i canili sono sempre più pieni di cani che arrivano dal Sud. Più educazione, maggior consapevolezza, voglia reale di combattere il randagismo con piani di periodo sono le ricette. Diversamente questa storia durerà anche nel prossimo mezzo secolo.