Nessuna cattura per i lupi di Porto Ercole, contrariamente a quanto affermato dal sindaco di Monte Argentario Arturo Cerulli, che aveva dichiarato che erano state autorizzate le catture di lupi e anche l’abbattimento degli ibridi.
Oggi il Ministero dell’Ambiente ha diramato una nota in cui si dice chiaramente che non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per la cattura e il trasferimento di lupi dal Monte Argentario, ma sono state soltanto autorizzate gabbie trappola e fototrappole per la cattura e l’individuazione di ibridi e randagi.
La notizia, diffusa tramite il giornale online Il Giunco (leggi qui), lo stesso che il giorno prima dava notizia dell’investimento di un lupo nei pressi dell’oasi della Feniglia, rivelatosi poi essere un daino, è quindi del tutto destituita di fondamento e lo sono quindi anche i toni trionfali adottati dal sindaco di Monte Argentario.
Non ci sarà quindi nessuna cattura per i lupi di Porto Ercole, come ipotizzavano quanti si sono occupati in qualche modo della problematica legata alla presenza del predatore. Il lupo infatti è un animale molto circospetto ed è quasi impossibile che possa essere catturato usando delle gabbie trappola, nelle quali non entrerebbe. Con questo sistema potranno essere catturati eventualmente cani randagi e, molto difficilmente, eventuali ibridi.
Peraltro la presenza di ibridi è possibile che venga accertata solo dopo aver eseguito gli esami del DNA dell’animale, perché non sono sufficienti le caratteristiche fisiche e l’aspetto a poter far affermare con certezza che si tratti di un esemplare ibrido, che comunque potrebbe essere sterilizzato e reimmesso sul territorio.
La cattura dei lupi e il loro controllo per quanto riguarda la purezza genetica è un’attività in corso da tempo grazie al progetto LIFE MIRCOLUPO che si occupa di monitorare il fenomeno dell’ibridazione, causata da una cattiva gestione del randagismo e del vagantismo canino, consentito nelle zone rurali ai cani di proprietà (leggi qui).
Occorre poi sfatare il mito secondo il quale gli ibridi siamo animali molto più aggressivi, pericolosi per l’uomo e inclini alla predazione perché questo non ha alcun riscontro scientifico. Non vi è quindi una ragione, se non quella di tutelare la prezza genetica dei lupi, che debba far pensare di doverli rimuovere dal territorio, piuttosto che sterilizzarli.
Gli ibridi possono essere componenti a pieno titolo di un branco di lupi e si comportano come tali: sotto il profilo scientifico sono da considerarsi animali selvatici, lupi, anche se non puri. Questo è la ragione della scelta messa in atto nel progetto MIRCOLUPO di sterilizzare gli ibridi e rilasciarli, in modo da non contribuire alla destrutturazione ei branchi.
Certo in una piccola comunità come quella di Monte Argentario non è difficile soffiare sulle braci della paura, magari raccontando che i lupi presenti in zona sono stati oggetto di lanci voluti e non di arrivi spontanei, come invece è successo in tutta Italia oramai.
Così in rete si trovano filmati di ipotetici lupi (ancora da identificare con certezza) che girano per il paese con un gatto in bocca e si scatena il panico, motivato anche dall’orografia dell’Argentario che, secondo alcuni, rinchiuderebbe per sempre i lupi sul monte. Ma nella realtà potrebbe trattarsi soltanto di un cane, forse un meticcio, che qualcuno ha subito traformato in lupo (leggi qui).
Non certo in modo disinteressato perché i lupi, quelli veri, in zona ci sono e come sempre entrano in competizione con i cacciatori per gli ungulati. Ma la politica in questa confusione ci sguazza, specie in una regione come la Toscana ad alta ensità venatoria. Creando allarmismi e nuove favole come quella di Cappuccetto Rosso.
Insomma ancora un caso pasticciato sui lupi, dove la politica smentisce se stessa, qualcuno cerca di far crescere le paure e forse nessuno cerca di spiegare alla comunità la questione, dando informazioni corrette che non servano solo a alimentare l’avversione di molti nei confronti del predatore.
PASTICCIACCIO ALL’ITALIANA in salsa di fondi europei
con quale malafede si è lasciato che la prima famiglia di lupi, creature incolpevoli, non fossero spostati dalla pineta di Feniglia, praticamente ad un chilometro da Porto Ercole, per poi meravigliarsi e definire problematico un esemplare che la notte gira in paese decimando i gatti? i superesperti monitoratori di Medwolf pensavano forse che un gruppo di lupi, animali di natura estensiva che fanno anche 100 km in un giorno, sarebbero rimasti fermi dentro la pineta come un cagnolino da salotto sta sul divano di casa? ricordo che per questi animali, ibridi o lupi che siano, cosiddetti problematici (perchè anzichè rimanere immobili hanno la terribile abitudine di camminare) viene data la licenza di uccidere agli agenti che curano le catture, come la Polizia Provinciale che, ops, per sbaglio in Trentino ha ucciso l’orsa Daniza con una dose letale di anestetico.
se medwolf lavora seriamente e vuole recuperare credibilità, dovrebbe dare notizia ufficiale di quanti e quali sono i lupi all’Argentario, documentare scrupolosamente quelli che vengono catturati e tracciarne il percorso dopo la cattura, senza scuse nè sotterfugi.
anche se sappiamo che questo non è un paese per lupi . la fine che faranno questi animali è segnata. il progetto lupo sembra che serva solo ad incassare i finanziamenti europei e al massimo a far decimare i cinghiali e gli altri selvatici. dopodichè, in assoluto silenzio come hanno fatto quando li hanno introdotti, hanno già organizzato una mattanza al lupo e chi si è visto si è visto.personalmente trovo che il lupo sia una meraviglia della natura e non nutro nessun timore nei suoi confronti. quello che non si può tollerare è l’immorale introduzione di questo splendido predatore sulla costa da parte del ministero dell’ambiente (anche se non sono stati introdotti, una volta accertata la presenza li dovevano spostare in luogo meno urbanizzato), vicenda nella quale il lupo è la vittima sacrificale, che viene messo a repentaglio di atti di ritorsione quali polpette avvelenate, fucilate, lacci e tagliole dei bracconieri, immolato ad una speculazione cinica e senza scrupoli. ma soprattutto che senso ha aver lasciato che i lupi si moltiplicassero nella pineta di Feniglia, (operazione coltivata con la massima omertà finchè i responsabili di Medwolf non sono stati costretti a venire allo scoperto dai clamori mediatici e ad ammettere che sì, forse in Feniglia -frequentata da molta gente che porta i cani a sgambare e che hanno corso il rischio di essere aggrediti, dove ci sono asinelli e colonie di gatti – c’erano ibridi o lupi) quando già era pronto sul tavolo del ministero il piano di abbattimento in Toscana di 500 animali su 600 stimati?
i cospicui fondi che l’Europa mette a disposizione per la reintroduzione e il conseguente monitoraggio del lupo possono essere una spiegazione dell’illogica iniziativa. iniziativa tanto più odiosa perchè a condurre Medwolf è stata chiamata dal ministero Legambiente, l’associazione che attribuisce le bandiere blu e rileva la qualità delle acque nei comuni del litorale. possiamo immaginare l’imbarazzo dei sindaci, che si trovano da una parte a gestire proteste di cittadini e situazioni spiacevoli per la stretta contiguità di questi carnivori con i centri urbani, e dall’altra a protestare con l’organo ufficiale, Legambiente, che conferisce riconoscimento internazionale per il turismo.
lo stato, in quanto proprietario dei lupi è tenuto a risacire i danni se la presenza di lupi è ufficialmente riconosciuta e nella nostra zona continuano a dire che sono ibridi. quando non potranno più ragionevolmente negare che sono lupi li manderanno al macello. la toscana e il trentino chiedono a gran voce l’abbattimento.
a questo proposito allego di seguito l’iter che ha avuto la legge per l’abbattimento in Toscana:
Governo e Regioni hanno dato il primo via libera all’abbattimento dei lupi nella riunione tecnica del 24 gennaio 2017, in un contesto in cui già centinaia di lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio con il fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico.
L’approvazione definitiva del “Piano per la conservazione del lupo” doveva essere votata il 2 febbraio, ma è stata rinviata al 23 febbraio, data in cui il tema non è stato inserito più all’ordine del giorno. Il voto definitivo sulla caccia ai lupi doveva essere votato il 9 marzo, ma la Conferenza Stato-Regioni ha trovato, quasi all’unanimità, l’accordo su un documento che chiede lo stralcio delle uccisioni. Solo la Regione Toscana e la provincia autonoma di Bolzano premono ancora per una riapertura della caccia ai lupi.
Nella riunione del 30 marzo, la maggioranza delle Regioni doveva chiedere il ritiro dell’abbattimento selettivo, previsto dal capitolo III.7, ma per l’ennesima volta è stato rimandato.
L’11 maggio la Regione Toscana, per bocca del suo assessore Marco Remaschi, ha invocato nuovamente la deroga per poter abbattere i lupi. Sarebbero ben 500 sui 600 stimati per la Toscana, secondo quanto auspicato dallo stesso assessore in una recente audizione in commissione sviluppo rurale del Consiglio regionale.