Un serpente elaphe recuperato a Milano da  ENPA in un cassonetto della spazzatura

Un serpente elaphe recuperato a Milano da ENPA in un cassonetto della spazzatura dove era stato gettato con un altro esemplare.

I recuperi di animali esotici abbandonati dai loro proprietari o, come in questo caso, gettati nella pattumiera stanno aumentando in tutta Italia e il fenomeno è preoccupante, non solo per il maltrattamento inflitto a questi animali, ma anche per quanto comporta in termini di privazioni, sofferenza e costi collettivi il commercio degli animali selvatici. La collettività paga costi altissimi, sia economici che ambientali, perché lo Stato italiano non contrasta in modo efficace questo fenomeno.

Oramai il commercio di animali selvatici da compagnia, la più inutile delle sofferenze inferte agli animali anche se riprodotti in cattività, sembra essere accettato come un fatto ineluttabile, sia sotto il piano etico che sotto il profilo dei danni indotti, ma non può continuare ad essere così. Ogni anno decine di migliaia di animali, ad esempio, vengono deliberatamente rilasciati dai loro acquirenti nell’ambiente naturale: il giocattolo ha stufato il bambino o l’adulto non cresciuto e allora ecco che tartarughe palustri, conigli, scoiattoli, serpenti ma anche camaleonti, iguane, pappagalli vengono lasciati al loro destino, “liberati” secondo i loro detentori, “scaricati” secondo chi conosce il problema.  Questi moderni “schiavi liberti” possono fare una fine pessima oppure acclimatarsi, riprodursi, invadere artificialmente un territorio, incidere sulla biodiversità, ma di questo il legislatore non si preoccupa, i commercianti ancor meno e le associazioni protezionistiche tiepidamente. Troppo tiepidamente, visti i risultati.

Per questo motivo poi si giustificano attività scientificamente assurde come i piani di eradicazione per gli scoiattoli grigi, che comportano il loro abbattimento, e si attuano o si progettano attività di contenimento delle tartarughe palustri della Florida, dei parrocchetti dal collare e dei procioni. Attività che comportano il sacrificio degli animali e un costo altissimo per la collettività, che deve sopportare l’impegno economico di questi piani, a causa dell’irresponsabilità di pochi che provocano un danno a molti, spesso nemmeno reversibile.

Nel frattempo il commercio continua a proliferare liberamente, le case di molti italiani, moltissimi, si popolano di animali di ogni genere che provengono in parte da riproduzioni controllate e in parte da catture avvenute in natura. Molti animali muoiono a causa delle condizioni di trasporto, delle malattie (alcune trasmissibili all’uomo) e delle condizioni di detenzione, spesso fra atroci sofferenze, perchè questa verità non va taciuta: un animale selvatico in cattività soffre ogni giorno della sua vita per essere costretto a vivere in un ambiente inadatto, quasi privato dei comportamenti etologici propri della sua specie.

Esemplari di lori lento, molto apprezzati dai collezionisti di animali, in attesa di essere venduti.

Esemplari di lori lento, molto apprezzati dai collezionisti di animali, in attesa di essere venduti.

Ma gli occhi di questo lori, l’intelligenza, il rispetto per la biodiversità e la necessità di tutelare gli esseri viventi dalla sofferenza, uniti alla stupidità di creare un danno collettivo, ci imporrebbero di dire basta a questo commercio. Un inizio potrebbe essere mettere una tassa su ogni animale venduto, alta, destinata a finanziare centri di recupero e progetti di conservazione mentre un ulteriore passo potrebbe essere il divieto di vendere specie animali che possono insediarsi in Europa e tutte quelle con un alto tasso di sofferenza in cattività, per arrivare a una chiusura definitiva di questo mercato degli schiavi.

Se non siete troppo sensibili o se comunque non volete negarvi il diritto di conoscere la verità guardate questo filmato, non contiene immagini violente anche se vi mette in contatto con la sofferenza del “commercio di animali”. E’ uno dei tanti che potrete trovare sulla rete, molti con immagini più realistiche e forti, che per filosofia non pubblico:

Credo che dopo aver visto questo filmato ed aver letto l’articolo possiate avere un’idea precisa delle motivazioni per le quali non bisogna alimentare questo commercio e, se condividerete questo articolo, contribuirete a farle avere anche ai vostri contatti.

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