
Un operatore abilitato per gestire la fauna: che in parole meno tecniche significa una persona munita di fucile, autorizzata a sparare tutto l’anno, ovunque, per il contenimento delle specie definite invasive, uomini esclusi (per il momento almeno).
Il primo firmatario di questa proposta, nomen omen, è l’onorevole Filippo Gallinella, pentastellato, che ha depositato il progetto di legge di semplificazione in materia di agricoltura, caccia e pesca. Se questa stupefacente idea si andasse a concretizzare, in un provvedimento legislativo, per molti cacciatori la stagione di caccia non finirebbe mai.
Il MoVimento 5Stelle è andato in subbuglio per questa idea malsana, che sicuramente parrebbe più ispirata dalla Lega che non dai pentastellati. Proposta che ha fatto infuriare non solo la componente ambientalista del MoVimento, ma anche le associazioni protezionistiche, ENPA in testa, come riferisce in un articolo ADN KRONOS.
Non si può continuare a gestire la fauna a fucilate
In Italia, più per costringimento europeo che non per vocazione ambientalista è previsto che gli abbattimenti possano essere attuati solo dopo il fallimento dei metodi ecologici. Che come primo scopo dovrebbero avere l’aumento della resilienza dell’ambiente in modo da contrastare indesiderate dinamiche di popolazione.
Così ISPRA, che ha inglobato l’ex Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, che aveva inglobato a sua volta l’Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina (il passaggio pare di per se esaustivo su metodo e ragionamenti) propone e avvalla i cosiddetti metodi ecologici e, se non funzionano, autorizza lo sparo.
Sparo senza ritorno ovviamente, perché se talvolta i metodi ecologici non funzionano, lo sparo sappiamo che non è mai un sistema risolutivo . Riduce nel breve, fa aumentare le consistenze degli animali oggetto di contenimento nel medio periodo, fallisce rigorosamente nel lungo periodo. Ma produce consensi, che si traducono in voti. Senza che nemmeno i pentastellati capiscano che, ancora una volta, stanno facendo un autogol e una cortesia alla componente più anticaccia di sempre: la Lega.
Abbattere cinghiali e nutrie è un lavoro inutile, oltre che eticamente inaccettabile.
A dimostrarlo ci sono fior di studi ma, una volta tanto, si potrebbe anche accantonarli: decenni e decenni di abbattimenti di animali, prima definiti nocivi e poi invasivi non hanno portato al contenimento nemmeno di una specie. Anzi ne hanno agevolato l’espansione come è avvenuto regolarmente per i cinghiali. Ma nonostante questo ora si propone di autorizzare la caccia tutto l’anno agli animali ritenuti invasivi, in ogni luogo e in ogni tempo.
Sarebbe ora che il mondo scientifico dicesse a chiare lettere, in modo inequivocabile, alcune cose e fra queste la più urgente sarebbe affermare che gli abbattimenti non servono a nulla e ancora meno servono se non si compiono attività collaterali. Inutile sparare ai cinghiali per non farli arrivare in città se buttiamo in giro rifiuti alimentari a pioggia. Certo è più complesso gestire i rifiuti che non il dare un contentino a qualcuno che protesta, abbattendo gli animali e facendo per giunta felici i cacciatori.
La teoria del nemico alle porte sta divorando il buonsenso più che i raccolti e questo governo, che tranne per il ministro Costa, è forse il meno ambientalista della storia della repubblica, sa bene, nella componente leghista, quanto sbandierare un nemico porti voti.
Chiedo al Ministro la salvaguardia dell’ambiente e della fauna che lo abita, con norme ad hoc sulla tutela ambientale. Stop alla caccia.