Orsi imprigionati a Casteller
Foto tratta dal video del Centro Sociale Bruno

Orsi imprigionati a Casteller, un video realizzato dagli attivisti del Centro Sociale Bruno mostra le condizioni di detenzione. Le riprese sono state effettuate in modo illegale da attivisti che si sono introdotti nel centro, un gesto per il quale rischiano serie conseguenze. Ma quanto viene mostrato nel video, che si ritiene sia solo una parte del materiale girato, smentisce tutte le assicurazioni date sinora dall’amministrazione, che ha sempre dichiarato come idoneo il luogo di detenzione degli orsi.

cani falchi tigri e trafficanti

Se davvero fosse idoneo, se gli orsi si trovassero davvero in condizioni di benessere, non ci sarebbe stato bisogno di blindare il centro. Vietando l’accesso a chiunque non sia stato incaricato dalla Provincia. Un comportamento illogico e arrogante, che da sempre ha creato dubbi sulla gestione. Ma ora il re è nudo: le immagini mostrano una realtà aaloga a quella descritta nel verbale dei Carabinieri Forestali.

Nulla a che vedere con quanto affermano invece gli amministratori pubblici, ma nemmeno con quanto hanno sempre dichiarato i veterinari. Sicuramente ci sarà un’inchiesta, per identificare i responsabili dell’accesso illegale al centro che sono stati denunciati alla Procura della Repubblica. Ora però le indagini non potranno riguardare solo l’accesso illegale, ma anche le motivazioni che hanno indotto a farlo. Senza poter scordare la relazione dei carabinieri Forestali.

Per gli orsi imprigionati a Casteller nessun letargo, contrariamente a quanto affermato dai politici

In cattività gli orsi difficilmente vanno in letargo, avendo sempre a disposizione cibo e non avendo potuto mettere in atto i comportamenti etologici tipici. Con l’aggiunta del disagio e della sofferenza causata dalla cattività in spazi ristretti, che comporta inevitabili alterazioni del comportamento. Una questione, quella degli orsi, che ha fatto oramai il giro del mondo. Compromettendo l’immagine del Trentino, senza scalfire minimamente gli intenti dell’amministrazione.

Una realtà davvero incredibile, considerando che l’assessore Zanotelli e il presidente Fugatti restano granitici sulle loro posizioni. Interpretando a loro piacimento i pareri di ISPRA, le relazioni dei Carabinieri Forestali e gli appelli che arrivano da ogni parte. Per ottenere almeno condizioni di cattività che siano accettabili e non costituiscano una fonte di maltrattamenti.

Difficile poter fare previsioni non soltanto sul futuro dei tre orsi prigionieri a Casteller ma sull’intera gestione dei plantigradi in Trentino. Imprigionati nella provincia per mancanza di corridoi faunistici, vanificando anche quello che era l’originario motivo del progetto LIFE. Che guardava non solo al Trentino, ma al ripopolamento dell’intero arco alpino partendo proprio da quei territori.

Fugatti e Zanotelli non hanno fatto nulla per mitigare il problema della convivenza fra uomini e orsi

Le uniche proposte che l’attuale amministrazione valuta come opzioni reali sono rappresentate dalle richieste di abbattimenti selettivi degli orsi. Come se tutto il problema potesse essere risolto con un colpo di fucile. In Slovenia convivono con mille orsi e ne abbattono circa il 10% ogni anno. Non hanno problemi di convivenza perché gli orsi stanno quasi sempre fuori dagli abitati. Grazie a una gestione oculata di cibo, rifiuti e di cani da guardiania.

La Slovenia ha un’estensione territoriale che è meno del doppio del Trentino, ma ha una popolazione ursina dieci volte maggiore. Eppure si parla di circa 50 anni senza episodi di aggressione verso gli umani e sono 150 che non ne avvengono in Italia. Tranne quattro episodi tutti concentrati in Trentino. Non bisogna essere etologi per comprendere che la gestione degli orsi in Trentino è stata condotta in modo pessimo.

Questa è la dimostrazione pratica di quanto sia ottusa la gestione trentina, che nulla ha a che vedere ne con quella del Parco d’Abruzzo (PNALM) né con quella slovena. Una questione ben diversa quindi dalle pratiche di abbattimento selettivo, ma legata strettamente alla gestone delle risorse alimentati, del territorio e dell’informazione. Per questo le chiacchiere di Fugatti e compagni di cordata stanno a zero. Non c’è una giustificazione a una gestione tanto miseranda del problema.

Rifiuti e risorse trofiche sono il problema che la PAT sembra non voler capire, mettendo un’ipoteca sulla capacità di risolvere

La gestione Slovena è discutibile, ma indubbiamente non crea problemi sul territorio la presenza di un numero di orsi dieci volte superiore. La creazione di una doppia economia basata su principi opposti gestione: venatorio e turistico. Che nulla toglie al fatto che pur abbattendo 115 orsi all’anno gli sloveni convivano, nel doppio del territorio con una popolazione di orsi cinque volte superiore a quella trentina. Senza incidenti!

Per questo motivo il Re è nudo, non esistendo giustificazioni per una gestione che dopo vent’anni non è stata ancora capace di mettere in sicurezza i rifiuti. Creando le occasioni per far avvicinare gli orsi, come è successo per il giovane M57, che aveva trovato nei cassonetti il fast food capace di soddisfare i suoi bisogni. Quelli che lo hanno portato a scontrarsi con un carabiniere in vacanza, intorno alla zona di raccolta dei rifiuti. Per poi essere immediatamente catturato e recluso a Casteller.

L’amministrazione trentina non è stata capace di trasformare gli orsi né in risorse turistiche, come avviene ovunque, né, per fortuna, in trofei. In compenso questi amministratori sono diventati gli ambasciatori del Trentino nel mondo, raccontando del poco rispetto per la tutela del capitale naturale. Un esempio d’alta scuola di come avere un tesoro e riuscire a trasformarlo in una montagna di… critiche.

Smash The Cage from Stop Casteller on Vimeo.

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