Ripartiamo con una economia verde

Ripartiamo con una economia verde, colorata, sorridente per trasformare un periodo doloroso e buio per la collettività umana in un’opportunità per tutti. Quando la pandemia sarà passata, lasciando il suo pesante strascico di morti e sofferenza, ci ritroveremo con un’economia pesantemente compromessa. Che dovrà essere ripensata per non commettere identici se non peggiori errori, con conseguenze ancora più pesanti.

Non sarà possibile cambiare l’attuale modello di sviluppo per magia, non si potrà schiacciare un bottone e azzerare le scelte fatte sino ad ora. Sarà necessario passare attraverso una transizione che dovrà essere fortemente voluta dalle persone, senza attendere che siano scelte politiche a dargli sostanza. Se faremo ancora una volta l’errore di delegare tutto alla politica il cambiamento potrebbe non esserci affatto.

Dobbiamo ritornare a riempire le piazze, reali e virtuali, del nostro impegno. Dovremo essere consapevoli che da questa parte del mondo non ci potrà essere un cambiamento senza rinunce. La società dei consumi ci ha portato a sfruttare il pianeta senza criterio, insegnandoci che il valore fondamentale stava nel possedere. Mentre è nel vivere, nell’aver diritto alla felicità.

Ricominciamo da una economia verde, più equa. Valutiamo felicità e condivisione e la gioia di un abbraccio

Per fare questo non sarà sufficiente che in Oriente chiudano i wet markets, che in Cina si smetta di mangiare i cani e che venga perseguito duramente il traffico di specie selvatiche. Bisogna smantellare gli allevamenti intensivi, ridurre il consumo di alimenti di origine animale, ritornare a un’agricoltura che nutra gli uomini e non serva per allevare animali da carne.

Occorre ripensare nuove attività che consentano di ridurre le emissioni di gas, serra sfruttando energie alternative e non inquinanti. Riconsiderare lo sfruttamento delle foreste e impegnarsi perché i grandi polmoni verdi del nostro pianeta riprendano vigore. Difendere gli oceani che sono importanti quanto le foreste e che ricoprono i due terzi del nostro pianeta. Il loro equilibrio è fondamentale per la nostra specie, tanto quanto l’aria che respiriamo.

Tutti dobbiamo impegnarci a ridurre i consumi, a minimizzare gli sprechi, a smettere di inseguire l’illusione che la chiave della felicità sia nell’ultimo modello di cellulare. In questi mesi qualche cosa dovremmo averlo compreso. Nulla vale quanto la vita, i nostri affetti e la possibilità di stare vicini. Abbiamo provato l’isolamento e ci siamo sentiti soli, come forse non si erano mai sentiti nemmeno i nostri nonni durante le guerre. Questa epidemia ci ha tolto i rapporti sociali, ci ha allontanato gli affetti, ha fatto morire le persone in una drammaticamente solitudine.

La vita è in un battito di ali, in un respiro, nei colori e nelle speranze di un mondo più giusto

Rispettare uomini e animali e capire, finalmente, che non esistono separazioni. Tutto sul pianeta è connesso, la nostra esistenza è strettamente dipendente a quella degli altri esseri viventi. Non esiste un mondo fatto da umani, animali non umani, ambiente: esiste un unico ecosistema che ci abbraccia e ci unisce tutti e che dobbiamo smettere di violentare.

Come si trasformerà il pianeta in questo secolo segnerà pesantemente il futuro della nostra specie sulla Terra. Sta a noi, insieme, trovare la voglia, l’impegno e il desiderio per cambiare il corso delle cose. Dimostrando che non siamo così irresponsabili, che abbiamo capito il valore del respiro. Non solo quello che il Covid19 può spegnere per sempre, ma quello del nostro pianeta, della famiglia umana e di tutti gli esseri viventi. La strada non sarà facile, non sarà breve ma è l’unica in grado di garantire un futuro. Non esiste un secondo pianeta, dobbiamo imparare a rispettare il posto più bello dove l’uomo possa sperare di vivere.

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