Sequestrati pappagalli protetti

Sequestrati pappagalli protetti dai Carabinieri Forestali, a Oleggio nella casa di un assessore.

Numerosi animali, rinvenuti dai militari nella casa di un assessore di Oleggio, sono stati giudicati di illecita provenienza. Per questo, trattandosi di specie protette, sono state poste sotto sequestro.

Nei guai è finito il figlio dell’assessore, che abitava con il padre. Ma nella casa sono stati trovati, secondo notizie di agenzia, anche armi e opere d’arte.

Fra le specie sequestrate risultano anche delle rare Ara giacinto, oltre a numerose altre specie, tutte protette. La richiesta di pappagalli è sempre molto alta e gli animali sequestrati avrebbero un un valore sul mercato superiore ai centomila euro.

Da sempre i pappagalli sono al centro di traffici illegali, rivolti principalmente al mercato del collezionismo, dove ancora sono ancora richiesti esemplari catturati in natura. Che non potrebbero essere più essere importati in Europa.

Allevatori e collezionisti spesso alimentano il traffico

Allevatori e collezionisti sono sempre alla ricerca della specie rara, da ibridare, da far riprodurre: a qualsiasi costo, sapendo che le sanzioni per chi compie questi gesti, veri e propri furti di natura, non sono elevate. Non costituiscono un deterrente per chi sui traffici ci vive, calcolando che un pappagallo come un amazzone o un cenerino può essere venduto a cifre variabili, non inferiori ai mille euro.

Ora gli animali posti sotto sequestro, circa una quarantina sugli oltre cento esemplari rinvenuti nella perquisizione, sono stati trasportati in un altro luogo, in custodia giudiziaria. Ma da qualsiasi parte provengano e anche se di cattura non potranno mai tornare in ambiente. Saranno costretti a trascorrere la loro vita in cattività.

Fra gli uccelli destinati al mercato amatoriale i pappagalli sono fra i più sfortunati. Proprio per le loro caratteristiche: sono intelligenti, longevi e sociali, animali abituati vivere in stormo, mentre vengono relegati in solitudine nelle case.

La sfortuna di essere animali intelligenti, colorati e parlanti

Essere colorati e spesso saper parlare, con cognizione di causa nonostante le credenze popolari, li ha resi molto richiesti. Purtroppo troppo spesso le persone che li acquistano non sanno nulla di loro. Come e quanto vivono, che tipo di vita conducono liberi, che alimentazione devono avere.

Così frequentemente, nella solitudine di gabbie disadorne, conducono una vita di privazioni, deplumandosi, provocandosi lesioni o vocalizzando per disperazione. Proprio quelle grida di disperazione, incomprese, che li fanno classificare come animali che disturbano.

Per non diventare corresponsabili del traffico, per non essere complici di maltrattamenti e privazioni bisognerebbe che le persone smettessero di acquistare pappagalli. In generale bisognerebbe non acquistare animali destinati a vivere da prigionieri, per tutta la loro vita.

Animali che anche se allevati in cattività devono essere considerati come selvatici, non animali domestici, anche quando imprintati perché sottratti alle cure dei genitori giovanissimi. Per essere alimentati mano, per crescere dipendenti dall’uomo.

Recentemente, una delle specie di pappagalli più richiesta, il pappagallo Cenerino (Psittacus erithacus), originario del centro Africa, è stato inserito nell’appendice di maggior tutela della CITES.

sequestrati pappagalli protetti

La CITES è la convenzione che regola il commercio delle specie animali e vegetali in via di estinzione, dagli elefanti ai coralli. Del pappagallo Cenerino è stata vietata la vendita e la detenzione di esemplari provenienti da cattura ed è scattato l’obbligo di denuncia. Tutti i proprietari di questi animali avrebbero dovuto denunciarne il possesso al servizio CITES, gestito in Italia dai Carabinieri Forestali.

Purtroppo le misure di tutela delle specie che vivono in libertà serviranno a poco se non ci sarà una drastica riduzione delle richieste sul mercato amatoriale. Fino a quando le persone non capiranno quanto sia crudele tenere animali in gabbia, obbligandoli a vivere nelle nostre case.

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