Cani maltrattati geneticamente, animali nati per soffrire e cosa dice ENCI? Fa la morale a Sabrina Giannini che nella sua trasmissione alza il velo sul problema. Quello dei cani allevati senza regole, di carlini costretti a indossare corpetti refrigeranti in estate, di selezioni esasperate e assurde.
Per Dino Muto, presidente dell’ENCI, che è bene ricordare che si tratta di un ente pubblico, sono esagerazioni perché tutto è sotto controllo.
Una versione completamente opposta a quella emersa nella trasmissione “Indovina chi viene a cena”, suffragata da video e testimonianze, da pareri veterinari raccolti in Italia e Gran Bretagna. Una difesa che non convince quella del comunicato ufficiale.
La Commissione Tecnica Centrale ha in seno tutte le competenze necessarie per favorire la corretta selezione del cane di razza, di cui troppe volte si parla senza avere precise conoscenze. La Commissione, che si riunisce proficuamente e con frequente periodicità, è infatti composta da un rappresentante dei servizi zootecnici e da un funzionario del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, da un rappresentante dei servizi veterinari del Ministero della Salute, da tre tecnici qualificati esperti in cinologia docenti o ricercatori universitari, da quattro allevatori di esperienza e dal coordinatore del Comitato Consultivo degli Esperti.
Il mercato chiede i cani maltrattati geneticamente
Il mercato è invaso di cani derivanti da accoppiamenti sbagliati, portatori di tare genetiche, che vengono venduti con disinvoltura e, purtroppo, senza conseguenze. Senza controlli, in un mercato con poche regole, peraltro non rispettate, che vende cani assomiglianti come cani di razza.
CANI DI PLASTICA Del mercato del “falso di razza” si è perso il controllo anche a causa di sanzioni lievi, sia per i trafficanti che per gli allevatori che maltrattano le femmine e i cani. Continuerà a vendere cani chi spaccia un pedigree taroccato per autentico.@sabri_gianninipic.twitter.com/SQLFaIuh4P
Non lo dicono le associazioni ma sono gli stessi veterinari che in Gran Bretagna hanno chiesto di fermare il maltrattamento genetico (leggi qui), con buona pace di ENCI che nega il problema. Che nasconde fatturati e un indotto miliardario, con tangenze con chi questi animali li dovrebbe tutelare.
Con una Comunità Europea che da anni dovrebbe cambiare le norme sul commercio di animali da compagnia, ma che in fondo preferisce mantenere uno status quo. Assicurando profitti enormi, con rischi risibili, a quanti stanno dietro e tirano le fila di questi traffici.
Con gli amanti degli animali, o pseudo tali, che questo mercato lo allevano e lo alimentano. Poco importa se poi una femmina di bulldog al terzo parto cesareo è a fine vita o se il carlino non respira.
L’importante è che piaccia al suo padrone che lo ama da morire. Una verità inconfutabile, visto che molti cani di queste razze muoiono davvero, dopo una vita di privazioni e sofferenze. Per piacere agli umani.
L’elenco delle malattie genetiche di questi cani e di quelle collaterali, indotte da selezioni sbagliate e esasperate, sarebbe lungo pagine. Ci pensino gli acquirenti, quelli che vogliono mettere un cane sotto l’albero. Alimentando il traffico e la sofferenza.
Un meticcio è portatore di una variabilità genetica che lo rende un cane migliore. Bastardo è bello, sano e si fa anche un’opera buona. Svuotando i canili.
Comprare un cane meticcio di razza alimenta il traffico dei cuccioli! Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte a questa affermazione che invece è pura verità.
Le persone sono convinte di acquistare nei negozi e sulla rete un pregiatissimo cane di razza ma non è così. Una volta si sarebbe detto in modo crudo che ci sono persone che spendono tanti soldi per comprarsi un “bastardino”.
Il termine, decisamente sgradevole, però corrisponde al vero. Se non basta il maltrattamento a far desistere gli acquirenti forse si può far leva sul fatto che comprano un “tarocco”, come una falsa borsa di Vuitton.
Qual’è infatti la differenza fra un capo griffato genuino e un’imitazione? Il primo è vero, autentico mentre il secondo è solo verosimile, assomiglia a quello autentico ma non lo è. In effetti un cane definito di razza senza pedigree è come un tarocco, potrebbe rappresentare una frode in commercio.
Ma come, diranno molti, ma il cane che io ho acquistato in negozio è davvero un carlino, un bassotto, un chiwawa!
Un cane senza pedigree è, per la legge, uguale a un meticcio
Purtroppo non è così cari signori che comprate cani come fossero oggetti: vi hanno venduto un cane che assomiglia a un cane di razza, senza alcuna certezza che lo sia davvero soltanto perché assomiglia al’originale. Non si può essere affatto certi che abbia gli standard che la razza prescrive.
Così nella realtà vi hanno fatto pagare per buono un’imitazione e con questa vendita vi hanno anche resi corresponsabili di un traffico che genera sofferenze, morti e maltrattamenti.
Un cane di razza per essere tale deve avere un pedigree, una sorta di albero genealogico che attesti che il cane che viene acquistato è nato a seguito di riproduzioni fra soggetti della stessa razza, che rispettano gli standard previsti. Chi acquista cani senza questa garanzia di fatto acquista cani che assomigliano alla razza prescelta, ma spesso senza averne i requisiti.
Per rendersene conto basta darsi un’occhiata in giro: a parte le variabilità fantastiche dei meticci, che garantiscono anche una variabilità di patrimoni genetici che evitano il presentarsi di tare genetiche, quelle che affliggono oramai un sacco di cani.
Ci sono cani della stessa razza che non hanno più le stesse caratteristiche, le corrette proporzioni e dimensioni, proprio grazie a queste forme di allevamento sconsiderato.
Allevano e vendono cani con il presupposto di truffare gli acquirenti
Ovviamente i danni non si limitano a fattori estetici ma sono costituiti anche da varie patologie che colpiscono le razze maggiormente “copiate”, quelle che il mercato reclama come oggetti di moda del momento. Un tributo pagato alla vanità degli uomini che ha portato moltissimi problemi problemi fisici e non solo. che hanno profondamente alterato gli standard delle razze più richieste: pastori tedeschi, cavalier king, bassotti, bulldog e molti altri ancora.
Chi compra questi cani deve essere consapevole che la sua azione non avrà una sola ricaduta positiva ma servirà soltanto a agevolare organizzazioni criminali che trafficano animali con ingenti profitti. Alimentando un’evasione fiscale considerevole, aumentando i rischi sanitari per cani che troppo spesso sono introdotti in Italia senza vaccinazioni e sono potenziali portatori di virus fino ad oggi assenti. Non ultimo contribuiscono alle condizioni di maltrattamento in cui questi animali sono allevati, trasportati e venduti.
Insomma l’unico vero affare lo fanno i trafficanti! Gli acquirenti che ancora oggi comprano cuccioli della tratta dimostrano di non aver fatto nemmeno un passo avanti nella direzione di una maggior consapevolezza e del rispetto dei diritti degli animali.
Natale è alle porte, non fatevi fregare dai trafficanti, non cedete al ricatto emotivo dei tanti cuccioli che occhieggiano dalle vetrine dei negozi, non comprate animali sulla rete (leggi qui) perché bisogna ricordare che comprare un cane meticcio di razza alimenta il traffico dei cuccioli.
Peraltro vendere cani senza pedigree come cani di razza è una violazione di legge, punita da una sanzione amministrativa ma può anche costituire reato.
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