Saranno uccisi 15 milioni di visoni in Danimarca, a causa del virus Covid-19. Ora basta pellicce!

uccisi 15 milioni visoni

Saranno uccisi 15 milioni di visoni in Danimarca, il maggior produttore mondiale di pellicce realizzate con questa specie. Gli animali rappresenterebbero, secondo le autorità sanitarie del paese, un serbatoio del virus e delle sue mutazioni. Come dimostra il contagio di molti operatori che lavorano negli allevamenti del paese. Queste mutazioni, secondo il locale ministero della sanità, potrebbero essere una importante fonte di problemi per l’efficacia del vaccino contro la pandemia.

Cani falchi tigri e trafficanti

I visoni sarebbero stati comunque uccisi, secondo il ciclo previsto dagli allevamenti da pelliccia, e quindi questa decisione ha solo anticipato una triste fine. Fatto che ancora una volta evidenzia l’errore di creare contiguità fra uomini e animali selvatici. Quali i visoni che non possono essere considerati animali domestici, benché siano allevati. Senza contare le sofferenze che questi animali sono costretti a subire negli allevamenti, al solo scopo di ottenere pellicce, crudelmente inutili e oggi facilmente sostituibili.

Lo sterminio di massa dei visoni ha indignato e preoccupato l’opinione pubblica, consapevole dei maltrattamenti che questi animali sono costretti a subire ma anche dei rischi sanitari. Tutte le associazioni del mondo, che si occupano di diritti degli animali, hanno ribadito la richiesta di chiusura degli allevamenti, che si sono dimostrati anche pericolosi per la salute. Questo immane disastro potrebbe innescare una catena di decisioni positive, che portino a rivalutare una volta per tutte l’opportunità di queste attività. Almeno in Comunità Europea che ha dimostrato da tempo una certa sensibilità su questo argomento.

Saranno uccisi 15 milioni visoni e la responsabilità è della vanità delle persone che acquistano pellicce

Durante questa pandemia ogni giorno arrivano nuovi spunti di riflessione sul nostro rapporto con gli animali. Rendendo visibile a tutti quanto si sia alzata l’asticella dello sfruttamento animale e il pericolo che questo ha comportato per la sopravvivenza della nostra specie. Costringendoci a fare i conti con una realtà che, pur nota, troppo spesso le persone non hanno voluto vedere. Ma ora il re è nudo ed è evidente che il virus abbia derivazione dagli animali selvatici, causata da una sempre maggior contiguità causata dalla distruzione degli ambienti naturali.

Secondo l’agenzia Reuters circa la metà delle quasi 800 persone che si sono infettate nel nord della Danimarca, hanno contratto il virus per situazioni che si sono verificate negli allevamenti. In Danimarca si stima che ci siano più di un migliaio di strutture che si dedicano all’allevamento di visoni per la pellicceria. E sono proprio questi che tengono in cattività, in anguste gabbie di rete senza fondo, fra i 15 e i 17 milioni di animali. Un numero davvero enorme di esseri viventi costretti a condurre una magra esistenza, in attesa della morte che arriva con la frattura della colonna vertebrale o con il gas.

L’abbattimento degli animali e il timore che il virus possa avere ulteriori mutazioni (secondo The Guardian ne sono state stimate diverse) non significherà, purtroppo, il divieto automatico di allevare animali da pelliccia. ma potrà diventare l’opportunità di una completa riconversione del settore. Mettendo fine per sempre agli allevamenti nel paese e causando un auspicabile effetto domino, che porti a una chiusura generalizzata di tutte queste strutture. Aggiungendo un altro tassello al panorama delle attività umane da eliminare, se non vogliamo in futuro assistere a pandemie sempre più frequenti.

Chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia

Chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia

Chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia sarebbe un segno di progresso culturale. Ma liberare i visoni non è la strategia giusta.

A dicembre sono stati liberati un migliaio di visoni da un allevamento, senza rivendicazioni, senza clamore. E’ accaduto a Noceto, in provincia di Parma, dove è presente un allevamento.

Molti animali sono stati investiti, altri saranno stati uccisi dalle persone del posto. Altri ancora sono sopravvissuti e si comportano da visoni: predando polli e piccoli mammiferi. Come è giusto che sia.

Gli animali da pelliccia vengono allevati in condizioni disumane, trascorrono tutta la loro breve in piccole gabbie, in solitudine, camminando su pavimenti di rete. Sono allevati in moda da essere esposti alle correnti d’aria, per far venire loro una pelliccia più folta e meglio pagata. Una vita davvero miserabile, trascorsa solo per la vanità di chi ancora desidera possedere una pelliccia.

Un mercato che si è contratto in molti paesi europei ma che sale nei paesi con economie in crescita, nelle quali aumenta il tenore di vita delle persone. Le pellicce sono da sempre viste come uno status symbol, che dimostra la il livello di benessere economico di chi le indossa, anche se in buona parte dell’Europa sono soggette da tempo a forti critiche. Che non hanno fatto crollare completamente il mercato, ma che hanno contribuito a ridurlo.

Sempre più stilisti stanno abbandonando l’utilizzo di pellicce vere per ragioni etiche, ma anche per non essere al centro di critiche di un pubblico sempre più sensibile. A ogni stagione della moda l’elenco delle maison che si convertono al cruelty free si allunga e questo fa ben sperare.

Resta il fatto però che la sensibilità verso la sofferenza degli animali non possa, comunque,far vedere in modo positivo la liberazione dei visoni in natura. Se è vero che sia meglio morire liberi che vivere in condizione miserevoli è altrettanto vero che queste liberazioni creano danni collaterali. Che saranno pagati sempre dagli animali.

E’ successo con le nutrie, allevate per la pelliccia e poi, a causa di liberazioni insensate, diventate animali giudicati invasivi. Ma la nutria è l’emblema della questione, ma è in buona compagnia (purtroppo). La lista dei cosiddetti animali alieni, che provengono da liberazioni o fughe è infatti lunga: scoiattoli grigi, tartarughe americane, parrocchetti monaci e dal collare, procioni, gamberi della Louisiana e anche pesci siluro (leggi qui)

Tutti animali che oggi in Italia sono oggetto di catture, abbattimenti e persecuzioni. A causa di persone irresponsabili che ne hanno consentito l’importazione e l’allevamento e di altri, altrettanto irresponsabili, che li hanno liberati in natura. Alimentando stragi senza fine, diventando corresponsabili di inutile sofferenza.

I visoni degli allevamenti sono animali originari del Nord America e il loro insediamento sui nostri territori non rappresenta una situazione auspicabile, ma al contrario un danno. Inoltre liberare animali che hanno visto solo una gabbia espone la maggior parte di loro, comunque, a morte certa. Queste azioni, anche qualora siano state messe in atto da persone che volevano contrastare il maltrattamento dei visoni, finiscono per ritorcersi contro gli stessi animali liberati.

Ora il sindaco di Noceto, sotto le pressioni dei cittadini della zona, chiede che qualcuno si occupi del danno e elimini il problema, con le buone o con le cattive. Come riportano chiaramente alcuni giornali locali come La Gazzetta di Parma. E questo significherà ancora animali uccisi.

Per questo il traguardo non è qualche liberazione, dannosa, ma arrivare a far vietare l’allevamento di animali da pelliccia. Un traguardo che poi non sarebbe così irraggiungibile.

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