Il gufo è stufo di stare nei bar

Il gufo è stufo di stare nei bar

Il gufo è stufo di stare nei bar, con animali a disposizione degli ospiti, diventati una vera moda in Giappone. Qualcuno comincia a essere stato chiuso per maltrattamenti agli animali anche in Oriente ma ora sembra che un Owl Café sarà aperto a Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia.

Queste operazioni, in cui gli esercizi pubblici diventano luoghi di socializzazione con gli animali, vengono presentate come la nuova frontiera del rapporto uomo/animale. Nella realtà si tratta semplicemente di un’operazione commerciale come tante, dove in questo caso il punto attrattivo è vivo: un animale.

Il gufo è stufo di stare nei bar ma lo sono anche i gatti: seppur con le necessarie declinazioni che vanno inserite quando si parla di un animale quasi domestico (il gatto) oppure di un selvatico addestrato (il gufo) appare evidente che la tranquillità degli animali, la loro zona di comfort, risulta difficilmente compatibile con l’affollamento e l’andirivieni di un bar. Dove la gente già entra pensando di poter avere il diritto di rapportarsi e toccare gli animali.

Da quanto appare su Facebook qualcuno ha deciso di aprire un Owl Café a Brescia. Un falconiere che, caso strano, giura di adorare i suoi rapaci che vengono portati a volare spesso, a suo dire, quasi fossero carcerati con l’ora d’aria. Copiando l’ispirazione giapponese si cerca di replicare un modello di businnes che dovrebbe, invece, essere vietato. (leggi qui)

In questi ultimi anni è scoppiata la moda del rapace da compagnia, complice il fatto che molte specie si allevano con relativa facilità e quindi si trovano in vendita sul mercato regolare a cifre anche inferiori ai 500 Euro. La provenienza da allevamenti però non significa che questi animali abbiano subito un’evoluzione che ha portato a renderli domestici, ma soltanto che hanno subito un imprinting ricevuto dall’uomo che poi li ha addestrati. Una deprivazione che li rende scarsamente aggressivi e dipendenti dall’uomo.

Proprio grazie a questo procedimento, che inizia quando i rapaci sono ancora dei pulcini, questi uccelli vengono condizionati e non acquisiscono paura e aggressività nei confronti dell’uomo. Per questo i falconieri dicono che i loro rapaci sono buonissimi, come se questa mansetudine fosse quasi una scelta del predatore nei confronti dell’uomo, messa in atto per affetto e non per timore o soggiogamento psicologico.

I caffè con animali colgono soltanto l’aspetto più superficiale del rapporto uomo/animale, quello legato al bisogno dell’uomo di avere rapporti con gli animali e, nel caso dei rapaci, di aver la possibilità di vedere e toccare animali strani, diversi. Magari per potersi portare a casa un selfie da condividere con gli amici. Senza minimamente considerare che per gli animali, specie selvatici, il continuo rapporto con uomini sempre diversi, spesso irrispetosi, quasi sempre rumorosi non rientra fra quelli classificabili come momenti di benessere.

Senza dimenticare che i gufi degli Owl Café sono legati, come i rapaci da falconeria, vivono su trespoli e se sono fortunati possono godere dell’ora d’aria per essere messi all’esterno o fatti volare. Dal mio punto di vista queste situazioni sono spesso sul confine del maltrattamento, ma nei casi dei rapaci lo superano. Coperti dalla scusa che la falconeria in Italia è un’attività legale (che però dovrebbe prevedere una licenza di caccia ed è cosa concettualmente diversa da un’attività commerciale).

La speranza è che ora i servizi veterinari dell’ATS di Brescia giudichino questa situazone incompatibile con il benessere animale.

Animali usati come attrazione: aperto in Giappone il caffè dei gufi

animali usati come attrazione

Animali usati come attrazione: in Giappone hanno aperto un Owl Cafè dove gli avventori possono accarezzare e giocare con uccelli rapaci, che restano animali selvatici anche se riprodotti in cattività.Ogni occasione è buona per sfruttare gli animali, anche travestendo l’uso come attrazione in un nuovo modo per farli conoscere e per poter vivere (secondo i proprietari dei caffè) un’esperienza che ci avvicina a loro.

Stanno aumentando i bar con gli animali, dai cat’s café a quelli più estremi con i gufi, come quello appena aperto a Tokyo che ha già creato molte proteste fra le associazioni di protezione degli animali. Quale benessere possono avere animali, a qualsiasi specie appartengano, se costretti a stare in un luogo pubblico affollato, pieno di rumori e frequentato da persone sempre diverse, con i loro odori, con il loro modo non sempre consono di interagire?

Gli animali non possono essere considerati come oggetti da intrattenimento

Se questa domanda sorge spontanea pensando ai gatti, che affollano i tanti cat’s caffè italiani sorti in questi ultimi anni, la questione diventa davvero spinosa quando i protagonisti di questa idea commerciale sono gufi e civette. Uccelli con consuetudini notturne, non desiderosi di stare in mezzo alla confusione e costretti a subirla essendo oltretutto legati.

Da quello che si vede nel filmato più che di mancato benessere sarebbe giusto parlare di vero e proprio maltrattamento perché, bisogna dirlo, questi posti non sono nati per far socializzare i gatti o gli uccelli con gli umani ma, bensì, per avere animali usati come attrazione: un richiamo di sicuro successo che porta persone che poco o nulla sanno del benessere animale.

Questa affermazione non piacerà ai gestori degli animal cafè italiani, ma non vi è dubbio che gli animali non abbiano benefici da questa sinergia, né le persone usciranno dal locale con l’idea di andare a adottare un gatto. Può sicuramente non piacere però sono convinto che gli animali debbano essere banditi da ogni luogo dove servono come attrazione, come fatto nuovo e curioso per attrarre avventori o visitatori, paganti.

Il personale frequentemente è distratto, specie quando i locali si riempiono, e non riesce a seguire costantemente i comportamenti poco attenti dei clienti ma anche dei loro bimbi, che troppo spesso pensano di essere entrati in un negozio di giocattoli, comportandosi di conseguenza, senza che, purtroppo spesso, i genitori vigilino attentamente sui comportamenti dei loro figli

L’apertura di questi locali deve essere rivista, deve escludere tutte le specie non domestiche e porre dei paletti molto chiari ai gestori: la garanzia del benessere degli animali non può prescindere dal numero massimo di avventori, da un rapporto adeguato fra animali e personale che deve sovraintendere il loro rapporto con gli umani. Diversamente è solo una delle tante nuove frontiere che si aprono ogni giorno creando malessere, se non peggio, agli animali.

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