Coldiretti contro i lupi: sbranano anche i cani da guardiania, vanno fermati!

Coldiretti contro i lupi

Coldiretti contro i lupi, da sempre, diffondendo informazioni che vanno dal falso al dubbio. Con la complicità dei giornali che si abbeverano alla fonte dei loro uffici stampa, senza fare verifiche. Quel che basta è riuscire a fare sensazione, procurare allarme, sperare che questo comportamento prima o poi produca frutti. Che si traducono sempre nella possibilità di abbattere i predatori legalmente.

Così questa volta su Padova News appare un articolo con il titolo “LUPI. NEL BELLUNESE SBRANATI ANCHE I CANI DA GUARDIANIA. COLDIRETTI VENETO, GARANTIRE SICUREZZA DI CITTADINI E ALLEVAMENTI“. Tutto maiuscolo ovviamente, per dare maggior enfasi. Ma se leggete l’articolo, vi rendete immediatamente conto che non è confezionato su un comunicato di Coldiretti. Ma è integralmente copiato dal comunicato che si può trovare sulla pagina di Coldiretti Veneto. Come il lancio di agenzia di Aska News. Un copia e incolla, punto!

Coldiretti contro i lupi, ma troppe testate sono contro la libera e vera informazione

Nel comunicato si dice che i lupi avrebbero sbranato, non si sa dove, non si sa quando, anche i cani da guardiania. Pastori maremmani abruzzesi, messi a vigilare le greggi, che sarebbero stati vinti dai lupi. Ovviamente senza dimenticare di rinfocolare l’ipotesi che potessero essere ibridi e quindi secondo le teorie di Coldiretti potenzialmente più aggressivi.

Mettendo in evidenza non il pericolo per gli animali al pascolo ma primariamente per le persone. Omettendo di segnalare che da 150 anni non si registrano attacchi dei lupi agli esseri umani. Se si esclude il caso del lupo di Alimini, dove le condizioni che hanno portato a un piccolo scontro sono solo ed esclusivamente causate da colpe umane.

Ma quando scrivono di natura e ambiente troppi media si preoccupano solo di fare sensazionalismo. Di creare la notizia che può portare il lettore a fare click, grazie a un titolo volutamente “croccante”. Senza chiedersi, neppure per un attimo i danni che questo modo di porgere la notizia al lettore possa causare. Senza preoccuparsi del fatto che approfondire sarebbe importante, per non veicolare concetti e pregiudizi privi di riscontro.

Alimentare le paure senza effettivi riscontri è un mezzo che dovrebbe essere considerato meritevole di censure

Le notizie dovrebbero essere verificate, non diventare una palestra di disinformazione senza alcun controllo. Su questo, quando si tratta di testate giornalistiche dovrebbero vigilare gli ordini, che quasi mai lo fanno salvo casi di eccezionale gravità. Per le altre fonti, come i blog ad esempio, è sempre sovrana la magistratura ma soprattutto l’opinione pubblica. Se vengono trovate notizie spesso false o inesatte, o peggio addomesticate, bisogna imparare a smettere di leggere gli articoli pubblicati.

Certo non fanno una gran figura nemmeno le grandi organizzazioni di categoria, come Coldiretti, quando il loro ufficio stampa fa contento il politico di turno. Ma siamo noi lettori che in fondo, con una navigazione accorta e con una lettura attenta, che possiamo fare la differenza, non diffondendo fake news.

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