Cinghiali a Roma, non votano ma sono al centro dello scontro elettorale

cinghiali a Roma

Cinghiali a Roma che scorrazzano per le strade della capitale, con un piccolo branco molto disciplinato che irrompe nella campagna elettorale. Volendo metterla sul ridicolo si potrebbe dire che abbiamo dei problemi da porci, con candidati che dovrebbero avere soluzioni da sottoporci. Purtroppo la questione dei cinghiali in città inizia con video che diventano virali, ma finisce con fucilate che sono sempre letali. Come se non ci fosse soluzione a un problema davvero annoso.

Un problema che non si può risolvere a fucilate, perché questo sistema è molto facile, veloce e crudele, ma comunque non è risolutivo. Certo Roma o Torino non sono Calcutta, dove le vacche sacre vagano senza problemi, ma bisogna fare considerazioni più articolate. Considerando che sono decenni che gestiamo la problematica solo con i fucili, ma nulla si risolve. Di chi è la colpa? La responsabilità principale è dei cacciatori, che hanno introdotto cinghiali balcanici anni fa, più grandi e più prolifici.

Ma non sarebbe giusto dire che la colpa sia solo loro. Una responsabilità rilevante ce l’hanno gli amministratori delle città, che no riescono ad avere una gestione corretta dei rifiuti. Che per noi sono solo scarti, ma che per i cinghiali, e non solo per loro, rappresentano una fonte di cibo varia e di facile reperibilità. Non ultimi ci sono i cittadini, che confondono i cinghiali con i tre porcellini, di disneyana memoria, alimentandoli talvolta nelle aree urbane e suburbane. Pratica vietata, ma anche molto usata anche nel mondo venatorio per tenere i cinghiali “in zona” in attesa di potergli sparare.

Cinghiali a Roma, ma anche in altre città e la causa è sempre la stessa: disponibilità di cibo

La storia dei cinghiali a Roma è un evento abbastanza recente, mentre non lo è l’annosa vicenda della gestione dei rifiuti nella capitale. Una questione che avvelena i romani e che dura da decenni, causata da amministratori che hanno fatto i loro porci comodi, richiamando i suini veri. Il risultato, incredibile, è che per cercare di risolvere il problema si sono continuate a percorrere le stesse strade. Per rifiuti l’esportazione in regioni vicine ma anche all’estero, per evitare che la città si trasformi in una discarica a cielo aperto, per i cinghiali un colpo di fucile.

Dopo un tempo lunghissimo appare evidente che entrambe le soluzioni siano fallimentari. Quando i problemi si ripetono con una sequenzialità matematica occorre pensare a qualcosa di diverso, per risolverli. Sapendo che le discariche sono un disastro, sotto il profilo ambientale, e che i cinghiali più vengono abbattuti e più si alza il loro tasso riproduttivo. Su questi argomenti, che in particolare a Roma stanno condizionando la campagna elettorale i candidati balbettano soluzioni senza averle. E la sindaca Raggi denuncia la regione per la mancata gestione degli animali.

Le scene di degrado che riempiono e hanno riempito giornali e telegiornali non sono una colpa dei cinghiali. Se i cassonetti non vengono svuotati i cittadini depositano i rifiuti in giro, talvolta gli danno fuoco, creando problemi di sicurezza e sanità pubblica ben più seri. E i candidati a sindaco di Roma non sanno bene che pesci prendere, come si capisce leggendo l’articolo pubblicato sul Sole 24ore. Quel che è certo è a tutti appare comodo poter deviare il focus della problematica dalla pessima gestione dei rifiuti ai cinghiali. Che diventano un facile capro espiatorio.

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