Torturare animali diventa crimine federale negli USA

Torturare gli animali diventa crimine federale negli USA, ma limitatamente ai comportamenti volontari che denotino sadismo. Una buona notizia a metà: se da una parte semplifica la persecuzione di questi reati dall’altra identifica come crimine federale atti, per fortuna, davvero estremi.
Sarebbe opportuno prima di incorniciare Trump come il paladino dei diritti animali, che non è, vedere lo spirito della legge e comprenderne la portata. Una norma su cui, peraltro, Trump ha messo la firma ma che è stata voluta dal Congresso degli Stati Uniti. Una legge forse non voluta, anche se sicuramente non contrastata dal presidente meno ecologista del mondo.
Diventano crimini federali azioni così violente da poter far dire senza tema di smentita che chi le realizza sia un soggetto deviato, pericoloso. Un provvedimento che tutela più la comunità umana da soggetti che potrebbero facilmente rendersi protagonisti di crimini violenti contro le persone, che non gli animali.
Torturare gli animali è diverso dal maltrattarli: i termini hanno un valore
Per comprendere meglio il senso della norma, che ha scatenato il plauso di tantissimi difensori degli animali, che hanno visto nel presidente Trump un novello San Francesco occorre leggerla. I crimini contro gli animali che passano sotto la giurisdizione federale sono indicati chiaramente nel testo:
Sarà illegale per qualsiasi persona impegnarsi intenzionalmente nello schiacciamento degli animali (…)
Definizione di schiacciamento secondo la legge “Prevenzione della crudeltà sugli animali e della tortura” o “PACT Act”
(…) il termine” schiacciamento degli animali “indica la condotta effettiva in cui uno o più mammiferi, uccelli, rettili o anfibi non umani vivi sono di proposito schiacciati, bruciati, affogati, soffocati, impalati o altrimenti sottoposti a gravi lesioni fisiche.
Si parla quindi di comportamenti crudeli, intenzionali, che siano in grado di provocare lesioni fisiche. Comportamenti estremi, che non riguardano quindi il maltrattamento di animali ma soltanto la crudeltà, senza alcun riguardo per l’integrità psico-fisica di un animale. Un passo avanti normativo da vedere positivamente, senza attribuirgli valori dei quali non è portatore. Uno strumento utile negli Stati Uniti, per la legislazione federale, che sarebbe completamente privo di senso in Italia.
Nel nostro paese i problemi sono altri e non solo l’esiguità delle pene. Lunghezza del processo, prescrizione, mancanza di misure di prevenzione e di provvedimenti interdittivi efficaci.
Per un caso di tortura sugli animali vi sono migliaia di gravi maltrattamenti
Una legge organica sul maltrattamento di animali dovrebbe punire in modo severo tutti gli atti che comportino una sofferenza evitabile nella sfera psico fisica di esseri viventi riconosciuti senzienti. Separando i maltrattamenti da torture e violenze, che dovrebbero essere unificate in un unico crimine, senza distinzione di specie bersaglio.
Torturare gli animali dovrebbe essere un crimine equiparato alle sevizie messe in atto contro gli uomini. Per lo stesso principio che sorregge la normativa americana: la pericolosità sociale dei soggetti criminali.
Prima di trasformare quindi Trump in paladino degli animali sarebbe sempre buona cosa comprendere di cosa si stia parlando, senza fidarsi dei titoli e delle dichiarazioni. Senza dimenticare che lo scellerato presidente americano sta facendo contro gli animali e l’ambiente più danni di Attila, per non scendere nel giudizio su scelte politiche e comportamenti più che discutibili.