Jova Beach Party 2022: il messaggio che arriva purtroppo è color verde acido

Jova Beach Party 2022 è un happening itinerante sulle spiagge italiane che ha suscitato polemiche già prima di partire. In fondo un po’ l’esatta replica di quello che era successo nel tour precedente del 2019, prima che la pandemia fermasse tutto. Ieri sera a Lignano la prima data che ha visto arrivare al Jova Village, rigorosamente sulla spiaggia, decine di migliaia d persone. Qualcuno dirà che le polemiche sono strumentali, che quest’ambientalismo estremo ha stufato, specie quando se la prende con spettacolo e divertimento. Però proteste e dissensi anche quest’anno non sono così sommessi.
Nonostante la presenza di una grande associazione ambientalista come il WWF come garante, una scelta che sembrerebbe aver fatto imbestialire molte sezioni e attivisti del panda. Che forse non hanno capito il valore aggiunto di una manifestazione come questa, proprio come non lo riesce a capire chi scrive. In primo luogo perché una spiaggia, per quanto sfruttata e bistrattata come quella di Lignano (ma è solo la prima), è quello che viene definito un ecosistema costiero. A differenza di uno stadio o di un palazzetto per lo sport che certo non ospita molta biodiversità e che, per questo, è il luogo giusto per certi eventi.
Nelle altre spiagge che saranno sede del Jova Beach Party 2022 le polemiche stanno montando da mesi, con accuse, da dimostrare, di una certa noncuranza verso le problematiche ambientali. Così quello che doveva essere il monumento estivo alla difesa dell’ambiente, sensibilizzando il pubblico del “ragazzo fortunato”, sta incassando una serie di critiche. Anche da alcune sezioni del WWF, della LIPU e di Italia Nostra. Come riportato da alcuni giornali, anche se i più su questo argomento glissano.
Il Jova Beach Party 2022 promette di ripulire le spiagge, non solo quelle toccate dal concerto, ma questo forse non basta
L’organizzazione del tour parla di scelte attentissime sotto il profilo ecologico e della sostenibilità, grazie all’uso di prodotti riciclabili, di materiali che avranno una seconda vita. Non c’è ragione, al momento di dubitare che sia così, ma il messaggio green è stato da molti etichettato come un’operazione di greenwashing. Portando il colore del verde verso la tonalità del verde acido. Un concerto in spiaggia, in un ambiente antropizzato ma naturale, sta alla tutela ambientale quanto l’Autodromo di Monza verso l’omonimo Parco.
Certo puliranno le spiagge dopo il concerto, ma ci si chiede quanti dei rifiuti, seppur sostenibili, saranno finiti in mare nel frattempo. Quarantamila persone sono un esercito composito e non tutti, per una questione statistica, saranno accorsi per prendere lezioni di ecologia. Molti resteranno distratti come sono arrivati e certo saperli in uno stadio avrebbe lasciato tutti più tranquilli. Forse è proprio questa la nota stonata: voler parlare di ecologia e organizzare un rave in spiaggia.
Il messaggio non funziona: se lo si organizza con attenzione un concerto può essere fatto ovunque, anche nelle aree naturali. Una scelta che aveva già suscitato polemiche per il concerto di Vasco a Trento, con tutti i suoi annessi e connessi, orso M49 compreso. In un momento in cui non esiste un solo prodotto o catena che non parli di sostenibilità, di attenzione, mistificando in fondo il messaggio che viene lanciato con foga verde verso le orecchie del pubblico. Che deve fare una gran fatica per capire se questo corrisponde al vero. Ma fin troppo spesso il valore del messaggio, quello vero, finisce prima di iniziare,
La sostenibilità deve essere reale per non trarre in inganno: ci vuole etica nelle scelte e nella comunicazione
Il Jova Beach Party 2022 vuole essere un grande laboratorio di divertimento e sensibilizzazione sull’ambiente e quindi sui diritti. Il vero ombelico del mondo ora è l’equità climatica, l’accesso all’acqua pulita, la suddivisione delle risorse. Per rendere queste cose possibili, per farle uscire dal libro dei sogni occorre imboccare la strada dei cambiamenti, della finanza etica, della riduzione delle emissioni clima alteranti. Quindi il tour avrà solo sponsor in linea con questo pensiero?
Sembra di no, anche qui qualcosa si mette di traverso nell’ingranaggio. Scrive nel suo articolo Linda Maggiori, impegnata nella difesa delle tematiche ambientali, “come partner, oltre al Wwf c’è anche la Banca Intesa San Paolo, “banca fossile numero uno in Italia”, nonché tra le top 5 delle banche che più finanziano il traffico di armi.“ Aggiungo che fra i partner c’è anche Fileni, un’azienda che alleva animali per scopi alimentari. Alcuni bio altri no, promettendo grande attenzione verso l’ambiente, la sostenibilità e i suoi lavoratori. Sarà un messaggio interamente veritiero, ma non stona in un momento nel quale si chiede di consumare meno carne?
Il messaggio in bottiglia, che ci si può augurare che venga trovato su una delle tante spiagge toccate dal tour, è che dal green al greenwashing il passo è breve. Un’artista come Jovanotti, che si pone come il guru del divertimento ambientalista, potrebbe davvero essere un’importante cassa di risonanza del messaggio per un mondo diverso. A patto di avere maggiore attenzione e di tornare a fare musica nei luoghi giusti.