Basta macellazione senza stordimento, gli stati membri della Comunità Europea potranno vietarla. Grazie a una sentenza della Corte di Giustizia UE che dovrebbe mettere la parola fine a questa pratica. Il tribunale comunitario ha riconosciuto che vietare la macellazione senza preventivo stordimento non lede la libertà religiosa. Bensì protegge un valore tutelato dalla Comunità: la tutela del benessere animale.
Una sentenza che è una vittoria della civiltà e un passo avanti importante contro il maltrattamento. Riconosciuto come prevalentemente rispetto alla supposta discriminazione religiosa. Che riguarda non solo i musulmani, come sempre evidenziato, ma anche gli ebrei che si trovano per una volta accomunati nello stesso comportamento. Un precetto religioso peraltro spesso utilizzato come leva commerciale, visto che la carne macellata senza stordimento viene venduta a un pubblico indistinto.
Una contraddizione, considerando che la deroga ha una motivazione esclusivamente religiosa. E come tale avrebbe dovuto essere a favore esclusivo di chi professi le due religioni. Mentre, in realtà, nelle rispettive macellerie possono entrare dai cattolici agli atei, senza condizioni. Una possibilità che economicamente potrebbe rappresentare anche una forma di concorrenza sleale, ma che sotto il profilo etico resta inaccettabile.
Basta macellazione senza stordimento, quindi ora ci si aspetta che l’Italia elimini senza ritardo la deroga che la consente
Non esistono più ragioni perché l’Italia continui a consentire la pratica che consente di sgozzare gli animali senza prima stordirli. E questo divieto dovrebbe, di conseguenza, impedire che il nostro paese possa poi spedire animali vivi a paesi che praticano la macellazione rituale. Limitando l’esportazione di questi animali si toglierebbero milioni di vite dal circuito della sofferenza.
La Corte, riunita in Grande Sezione, rileva, anzitutto, che il principio dello stordimento dell’animale prima dell’abbattimento, istituito dal regolamento n. 1099/2009, risponde all’obiettivo principale di protezione del benessere degli animali perseguito da tale regolamento. Al riguardo, sebbene il regolamento 3 ammetta la prassi della macellazione rituale, nel cui ambito l’animale può essere abbattuto senza previo stordimento, tale forma di macellazione è tuttavia autorizzata solo a titolo derogatorio nell’Unione e unicamente al fine di garantire il rispetto della libertà di religione. Peraltro gli Stati membri possono adottare norme nazionali intese a garantire agli animali, durante l’abbattimento, una protezione maggiore rispetto a quella prevista dal regolamento nell’ambito della macellazione rituale
Tratto dal Comunicato stampa 163/20 del 17 dicembre 2020
A questo punto l’Italia deve avviare un procedimento di immediata revisione della normativa di settore. Eliminando tutte le parti che fanno riferimento alla possibilità di derogare al divieto di stordimento degli animali prima della macellazione, essendo chiaro il precetto stabilito in sentenza:
Al fine di promuovere il benessere degli animali nell’ambito della macellazione rituale, gli Stati membri possono, senza violare i diritti fondamentali sanciti dalla Carta, imporre un preliminare processo di stordimento reversibile, inidoneo a comportare la morte dell’animale.
Questa sentenza rappresenta un’affermazione del diritto positivo e si adegua ai valori più volte enunciati dalla Comunità Europea
Il nostro paese si è più volte nascosto dietro la tutela delle minoranze religiose, per non vietare la pratica della macellazione senza stordimento. Ora non può più restare immobile, al contrario di quanto hanno fatto altri Stati europei, come il Belgio che è all’origine di questa pronuncia della Corte di Giustizia.
La sentenza afferma, inoltre, in modo molto chiaro che il preventivo stordimento è l’unico metodo sinora conosciuto in grado di limitare le sofferenze degli animali. Se questo metodo è correttamente praticato, senza scorciatoie che consentano di velocizzare il procedimento di mattazione. Non ci sono quindi ragioni di alcun genere per ritardare ulteriormente questo passo in avanti nella limitazione della sofferenza degli animali.
Affonda nave stalla con migliaia di pecore a bordo, poco dopo aver lasciato il porto di Costanza in Romania. La nave aveva a bordo circa 15.000 ovini e si è ribaltata poco fuori dal porto, forse a causa di un carico eccessivo o forse per un repentino spostamento degli animali.
Quello che è certo è la strage di animali che è seguita all’incidente, ovini che erano destinati al mercato arabo, una vergogna alla quale la Comunità Europea sembra non voler mettere freno.Le navi stalla, con molte migliaia di animali a bordo, non sono purtroppo una novità, ma sino a poco tempo fa partivano soprattutto dall’Australia e non da porti europei.
Da tempo invece la Romania è diventata un porto di partenza di questi carichi, sempre destinati al Medio Oriente. Fra le proteste delle organizzazioni internazionali che tutelano i diritti degli animali, da sempre contrarie al trasporto di animali vivi.
L’affondamento della nave stalla a Costanza deve far riflettere
L’Europa non può continuare a chiudere gli occhi sul trasporto degli animali vivi destinati alla macellazione, una delle maggiori cause di sofferenza. Occorrono politiche che mettano un freno a queste pratiche e vietino la possibilità di stipare migliaia di animali su una nave. Per arrivare vivi, in questo caso, in Arabia Saudita per essere poi macellati secondo le pratiche halal.
Devono cambiare le leggi europee che consentono deroghe sulle modalità di macellazione secondo i precetti religiosi di ebrei e musulmani. Una cosa è tutelare, giustamente, libertà di culto e di credo religioso, altra è quella di consentire che in nome della religione vengano perpetrati maltrattamenti.
La macellazione senza preventivo stordimento è una pratica barbara e inaccettabile, che non ha più una ragion di esistere essendo nata per motivazioni sanitarie. Come spesso accade con i precetti religiosi che sono scaturiti anche per ragioni diverse dalla cura dello spirito.
Il problema non è soltanto etico, ma economico: ci sono paesi che ricavano ingenti profitti fornendo ovini e bovini a questi mercati, che hanno difficoltà nell’allevamento in loco. Alimentando così una catena di sofferenze davvero non più accettabile. E’ urgente che la Commissione Europea si occupi al più presto di questo problema e del trasporto di animali vivi in generale.
La macellazione rituale praticata, senza il preventivo stordimento degli animali, dalla comunità ebraica ed islamica per motivi religiosi, è consentita da una normativa comunitaria.
Voluta per tutelare le minoranze la norma inizia a non essere più condivisa da alcuni Stati europei che stanno valutando di rivedere la deroga.
Non è molto importare entrare nei precetti religiosi che sono alla base della macellazione rituale, praticata per produrre carni halal o kosher, come vengono definite a seconda della religione.
Il punto importante è se sia possibile, in paesi laici e non confessionali, accettare che ulteriori sofferenze siano inflitte agli animali, durante la macellazione, nel nome della religione.
Proviamo a guardare la questione sotto un profilo laico e privo di pregiudizi, visto che sin troppo spesso la macellazione rituale viene utilizzata come strumento di propaganda contro una religione, quella islamica, dimenticando molto spesso che questa pratica, pessima, accomuna due grandi religioni e due schieramenti fin troppo spesso contrapposti.
La macellazione rituale coinvolge ebrei e musulmani
Nella Comunità Europea e in Italia esistono precise direttive e leggi di recepimento nazionale che obbligano il preventivo stordimento prima della macellazione come un obbligo, non come una buona pratica.
La volontà del legislatore è infatti quella di ridurre al minimo le sofferenze per gli animali durante l’abbattimento, spesso senza riuscirci per una serie di concause, procedendo al loro stordimento prima di procedere alle operazioni di dissanguamento, che dovrebbero quindi avvenire su un animale incosciente.
Queste normative possono essere invece derogate, in nome della tutela delle minoranze per quanto concerne appunto la macellazione rituale, che può avvenire mediante sgozzamento senza preventivo stordimento.
Secondo gli studi fatti un bovino con questo metodo perde conoscenza in un tempo variabile fra i 45 e i 60 secondi: un tempo che potrebbe sembrare breve, ma che così breve non è e per rendervene conto vi invito a guardare il vostro orologio senza fare nulla che non sia verificare quanto sia lungo un minuto.
Non voglio entrare nei dettagli della macellazione, in questo discorso meno rilevanti e sicuramente non graditi a molti che vogliono capire, senza per forza dover essere immersi nella sofferenza, che diventa un’altra forma di violenza che ritengo allontani le persone dalla comprensione di un problema, che invece esiste.
I tempi sono maturi per eliminare le deroghe che coinvolgono un mercato anche di non religiosi
Appare indubbio che la macellazione rituale infligga agli animali una maggior sofferenza, diversamente il legislatore non avrebbe imposto il preventivo stordimento. Quindi diamo per scontato che questa forma di maltrattamento sia legalizzata al solo fine di andare incontro a esigenze derivanti da un precetto religioso.
Credo che questo sia un grande errore perché altre sono le libertà da tutelare e questa non è tale da compromettere la vita o il benessere della comunità ebraica o di quella musulmana, che potrebbe scegliere di non mangiare la carne prodotta secondo le regole della Comunità Europea.
Qualcuno potrebbe dire che questo è un punto di vista opinabile ed è probabilmente vero, visto che diversi possono essere gli angoli di lettura che riguardano religione e diritti degli animali; a dirla tutta non è che nemmeno quella cattolica sia così munifica di attenzioni nei loro confronti e quindi sarebbe davvero difficile scagliare la prima pietra.
Però c’è un dato che non è opinabile: questa deroga sulla macellazione rituale è concessa solo ed esclusivamente per motivi religiosi, per la tutela di comunità confessionali e non per motivi commerciali.
Proprio questo è il nodo dove la soggettività finisce ed inizia il mondo dell’oggettività incontrovertibile: la carne prodotta secondo i metodi derivanti dalle deroghe per la macellazione rituale dovrebbe essere venduta a un pubblico di fede islamica ed ebraica e non a un pubblico indistinto, fatto di consumatori che fanno scelte prevalentemente economiche e non religiose.
La Comunità Europea non deve essere sotto scacco
Quindi, ricapitolando, in nome della tutela delle minoranze e di una fede religiosa viene posta in essere una minor tutela degli animali, che però non corrisponde esattamente ai criteri che hanno giustificato le deroghe.
Se la Comunità Europea e l’Italia non hanno intenzione di far cessare questo regime derogatorio, come sarebbe auspicabile, si mettano almeno in atto disposizioni per cui la carne prodotta secondo le deroghe per la macellazione rituale non sia posta in libera vendita.
Almeno che possa essere acquistata solo in determinate sedi che garantiscano che l’acquisto avvenga solo da parte dei fedeli e non da parte di persone che acquistano la carne halal o kosher soltanto in quanto costa meno.
Le regole devono seguire il buonsenso e il gran numero di macellerie religiose presenti nelle città non sembrano dimostrarlo. Nel frattempo, grazie a questo, molti animali patiscono una pena accessoria che potrebbe essere agevolmente eliminata.
Senza tirare in ballo la festa islamica del sacrificio perché già ora non è consentito, in alcun caso, uccidere gli animali fuori dai macelli.
Ancora una volta la politica usa gli animali e i loro diritti (negati) per dimostrare teoremi davvero risibili.
Usiamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere ad informazioni sul dispositivo. Lo facciamo per migliorare l'esperienza di navigazione e mostrare annunci personalizzati. Fornire il consenso a queste tecnologie ci consente di elaborare dati quali il comportamento durante la navigazione o ID univoche su questo sito. Non fornire o ritirare il consenso potrebbe influire negativamente su alcune funzionalità e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.