Orsi del Trentino riparte il circo mediatico: ancor prima di avere certezze si parla di abbattimenti

Orsi del Trentino riparte il circo mediatico: ancor prima di avere certezze si parla di abbattimenti con la certezza per l’amministrazione di avere maggior ascolto. Con un governo che vede al centro l’uomo mentre la tutela ambientale diventa satellite di un antropocentrismo decisamente miope. Così dopo una supposta aggressione, dalle circostanze non ancora chiarite, da parte di un orso a un certo Alessandro Cicolini, fratello del sindaco di Rabbi già si parla di abbattimenti. Leggendo le notizie riportate sui vari giornali le uniche certezze sembrano essere la presenza di un cane e un rotolamento da una scarpata. Dove sarebbero caduti orso/a e escursionista.
Molti sono gli interrogativi sulle ferite, che non è certificato siano morsi o ingiurie provocate dalle caduta, né si avranno mai certezze sulla custodia del cane. Era tenuto davvero al guinzaglio anche se sembra che non ci fossero altri escursionisti? Non una parola sul fatto che determinate aree, dove è stata accertata la presenza di orsi, dovrebbero essere interdette ai cani. In compenso parte veloce e fragorosa come una fucilata la richiesta di Fugatti di avere mano libera nella gestione. Destinata a un ministro dell’ambiente che non pare abbia il piglio necessario per rintuzzare le solite richieste del presidente della PAT.
Nulla è certo in questo episodio ma Fugatti già ipotizza che si tratti di un’orsa, identificata con il codice JJ4, che aveva già rischiato l’abbattimento per una scaramuccia con due cacciatori. Proprio sul monte Peller dove è avvenuto l’ultimo episodio che sta gettando nuova benzina sul fuoco della mancata convivenza con gli orsi. Del resto la linea del Trentino è stata costante, reiterata, ripetitiva e anche un po’ noiosa: fateci abbattere gli orsi a nostro piacimento, senza mettere troppi paletti.
Orsi del Trentino riparte il circo mediatico, con sempre gli stessi protagonisti, identiche richieste e uguali scorciatoie il presidente Fugatti, l’assessore Zanotelli
I protagonisti sono gli stessi, su base trentina, ma quello che è cambiato è il governo nazionale, che in questo momento è l’esecutivo più vicino al mondo della caccia di sempre. Con una visione che pone sempre al centro l’uomo e la tenuta dell’economia e solo dopo, molto dopo, anche la tutela ambientale. Certo qualcuno potrebbe affermare che uccidere qualche orso non mette in pericolo la popolazione del Trentino, né rappresenta un danno ambientale concreto, e sotto il punto scientifico potrebbe essere affermazione realistica. Il problema va però affrontato da un altro punto di vista e riguarda metodo e visione.
Diamo per un attimo per scontato che in presenza di un pericolo e di un orso aggressivo si possa accettarne l’abbattimento, per tutelare la restante popolazione dei plantigradi e l’incolumità umana. Un fatto grave, eticamente riprovevole ma supportato dalla necessità di tutela di un patrimonio collettivo. Ma perché possa essere anche lontanamente una scelta giustificabile, non sostenuta da accessi forcaioli dove la morte dell’orso diventa un trofeo elettorale, occorrerebbe aver fatto il possibile per evitare l’eventuale concretizzazione dell’evento. Un’ipotesi del tutto inapplicabile alla gestione degli orsi del Trentino.
Per tutelare orsi e cittadini occorre fare corretta informazione
Le giunte che hanno governato la provincia autonoma di Trento non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza popolazione e orsi, che ricordiamo essere una specie ombrello, molto importante per gli ecosistemi che la ospitano. Sono mancati incontri capillari e continuativi per spiegare i comportamenti da tenere in caso di incontro con gli orsi, che certamente non comprendono il mettersi a correre, Come ha dichiarato di aver fatto il Cicolini. Non si è fatta sufficiente informazione sui comportamenti positivi, come quello di fare rumore, per avvertire gli orsi della nostra presenza. Non sono state prese misure per limitare l’accesso alle aree in cui sono presenti orse con i piccoli, come viene fatto in Abruzzo.
Il presidente Fugatti vorrebbe orsi teleguidati che attirino il turismo ma che non causino fattori di disturbo
Una visione dell’equilibrio naturale e della gestione faunistica irrealizzabile. Una visione della convivenza con un angolo troppo ristretto per consentire effetti ambientali benefici. Specie in una regione ad alto tasso di antropizzazione ma anche di inquinamento, a causa di un’agricoltura estensiva onnipresente. Con in più l’onnipresente concetto di totipotenza secondo il quale l’uomo sia realmente in grado di gestire la natura. Mentre dovrebbe limitarsi a proteggere una parte importante del territorio per difendere l’equilibrio ambientale, senza credere di avere una reale capacità di gestione.
Ora occorrerà attendere, se saranno fatte e rese note, le indagini volte a capire responsabilità, entità reale del danno e certezza sull’orso responsabile dell’episodio. Mentre temo che saranno attese invano disposizioni che restringano agli escursionisti la fruizione di determinate aree e l’attuazione di una campagna capillare di informazione.
Nel frattempo le nuvole temporalesche che si sono da sempre addensate sugli orsi del Tentino temo continueranno ad addensarsi. Non lasciando presagire nulla di buono per il futuro degli orsi del Trentino, che spero non debbano subire la stessa sorta del quasi dimenticato M49, tutt’ora rinchiuso nel centro di detenzione di Casteller, costretto a trascorrere una vita fatta soltanto di privazioni e noia.