tutelare gli animali è un dovere

Tutelare gli animali è un dovere, ma speculare su queste attività per fini diversi dalla loro difesa sarebbe davvero un pessimo modo di agire.

Oramai tutto è spettacolarizzazione, TV e media sono onnipresenti, spesso con inchieste di spessore mentre altre volte solo per compiacere audience e ascoltatori.

Ventitré chihuahua, una signora comasca, il presidente di un’associazione molto discussa in rete, un deputato, i Carabinieri, la trasmissione le Iene e un avvocato.

Che collabora con Federfauna, l’organizzazione che si occupa di difendere tutti quelli che con gli animali ci lavorano per fare profitto. Sembrano gli ingredienti di un noir  quelli che emergono in un articolo pubblicato dalla Gazzetta di Modena , relativo al sequestro dei ventitré chihuahua avvenuto a Olgiate Comasco, con custodia in una controversa struttura di Serra Mazzoni.

La storia che esce dall’articolo qualche perplessità la crea, specie quando gli avvenimenti hanno uno cronografia non casuale, che inizia con finti acquirenti, seguita dall’arrivo di una troupe delle Iene e di un successivo ma tempestivo arrivo dei Carabinieri e di un veterinario, con conseguente sequestro e trasferimento nella notte dei cani dalla Lombardia alla Toscana.

Certo potrebbe trattarsi di una normale operazione del contrasto al traffico di cuccioli dell’Est, ben conosco il problema, ma quello che lascia perplesso è la ripetizione di comportamenti già accaduti in altre operazioni di questa associazione che con un’indagine seria poco hanno a che vedere.

Le persone che fanno questo lavoro seriamente non lavorano mai in questo modo e i dubbi crescono quando poi queste attività sono messe in atto da un’associazione, quasi unipersonale, che ha stretto una simbiosi con un politico e che ha un sito in cui le informazioni operative più rilevanti indicano come donare e come fare lasciti.

Non so se la persona denunciata, immagino, sia o meno una trafficante e non ho simpatia per chi commercia cani con veri o presunti allevamenti amatoriali, ma questo però non toglie che la correttezza e la serietà debbano essere un valore imprescindibile dell’attività posta a tutela degli animali, una colonna portante dell’intera costruzione del lavoro di contrasto al maltrattamento di animali.

Le inchieste fatte per le televisioni, con questa o quella trasmissione, con questo o quel paladino dei diritti animali, hanno il limite di non arrivare quasi mai a condanne, per i tanti errori procedurali che vengono commessi in queste occasioni. Così l’intervento mediatico costituisce spesso un vantaggio apparente, un handicap che rischia di ripercuotersi sull’immagine e la serietà di chi organizza attività repressive contro maltrattamenti e traffici.

Forse per questo sulla rete l’associazione in questione, che non cito solo perché non mi risultano sentenze a carico dei suoi dirigenti, raccoglie critiche da ogni fronte: da quello dei commercianti, spesso trafficanti di cuccioli, ma anche da quello delle associazioni o degli attivisti che si battono per la tutela degli animali.

Sarà che ho più fiducia nella giustizia, con tutti i suoi enormi limiti costituiti da tempistiche, cavilli e anche, talvolta, da una non perfetta conoscenza della normativa posta a tutela degli animali, che non nella gogna mediatica della TV quando non è inchiesta ma intervento di polizia e per questo apprezzo poco quando non sia l’informazione al servizio della giustizia, ma bensì la polizia giudiziaria al servizio dei media.

Qualche errore di percorso importante alcune trasmissioni che si posizionano a metà fra scandalismo e inchiesta lo hanno preso, senza per questo negarne gli indubbi meriti, innegabili: risulta però difficile non ricordare la difesa di Vannoni e di Stamina operata da “Le iene” sulla famosa questione delle infusioni a base di cellule staminali in malati gravi. La stessa attività che ha portato Vannoni a definire la questione con un patteggiamento per diversi reati in tribunale a Torino.

La difesa dei diritti dei deboli è un tema troppo importante per consentire a qualcuno di speculare, per non dover indagare a tutto campo sia su maltrattamenti ma anche eventualmente su associazioni che su questi speculino, su politici che cerchino notorietà e su media che, almeno ogni tanto, travalicano il confine fra farsa e diritto all’informazione. Argomento spinoso, mi rendo conto, ma ineludibile.

 

AGGIORNAMENTO DEL 29/02/2016

Per ordine del pubblico ministero i cani sono stati affidati alla proprietaria, pur mantenendo il vincolo del sequestro giudiziario come si può leggere su questo articolo pubblicato dalla Gazzetta di Modena. Ci si può ora augurare che la magistratura verifichi attentamente gli accadimenti per evitare che in futuro non possano crearsi episodi come questo, che certo non fanno onore a chi si occupa di tutelare gli animali con serietà e competenza.

 

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