Uccisi i due avvoltoi capovaccai liberati nel Parco naturale della Murgia, dopo essere stati allevati in Maremma.
La tecnologia non ci aiuta a difendere questi splendidi e utili animali, ma almeno ci da certezze sulla loro fine.
A spezzare per sempre il volo di questi due avvoltoi, due femmine della stessa covata chiamate Bianca e Clara, sono stati piombo e veleno.
Clara è stata la prima a essere uccisa, dalla solita fucilata di un bracconiere in Sicilia, che senza motivo ha sparato al giovane avvoltoio in migrazione. Facendogli fare la stessa fine di migliaia e migliaia di uccelli durante le loro rotte migratorie sul Mediterraneo.
Bianca è stata invece trovata morta, dopo un volo di 1.300 chilometri in una campagna della Tunisia, probabilmente dopo una lunga agonia causata da un avvelenamento. Probabilmente ha mangiato un animale morto per veleno oppure è stata vittima di un atto deliberato.
Molti ancora credono che gli avvoltoi siano dei predatori e disseminano i territori di carcasse imbottite di veleno, di ogni genere di tossico, per ucciderli. Mentre sono un anello importante della catena alimentare, proprio perché nutrendosi di cadaveri evita la diffusione di malattie.
Ma gli uomini troppo spesso non si chiedono, non hanno né attenzioni né conoscenze. Questo è il motivo per cui anche in Italia nel secolo scorso gli animali sono stati ridotti al lumicino. E ancora oggi si contano episodi di bracconaggio e di avvelenamento volontario.
Così è stato vanificato lo sforzo, la fatica e l’impegno del Cerm di Semproniano, in Maremma, dove gli animali erano nati per essere poi liberati, restituiti alla natura e alla libertà. Nella speranza di ripopolare il cielo, anno dopo anno.
Il veleno è un pessimo strumento e molto spesso i predatori restano uccisi per l’ingestione di topi avvelenati che sono spesso i primi destinatari del veleno ma anche la prima causa di morte dei predatori alati (leggi qui) . Così veleno e piombo hanno fermato per sempre la migrazione di Bianca e Clara.