
Ucciso lupo a Castel di Guido, con una scarica di pallettoni da un ignoto bracconiere. Il fatto è accaduto il 26 novembre ma la LIPU, che gestisce la riserva ne ha dato notizia oggi. Per consentire le indagini e cercare di dare un nome a chi ha sparato all’animale, usando un tipo di munizione illegale.
L’atto di bracconaggio è avvenuto dentro i confini della riserva e ha riguardato uno dei due cuccioli melanici nati nel maggio del 2019. I due lupi, con il mantello nero, facevano parte di una cucciolata di ibridi, il cui padre era Nerone, il lupo ibrido divenuto il capobranco.
Per la legge, anche se si tratta di ibridi, questi cuccioli sono comunque equiparati a lupi. Ogni azione di bracconaggio sarebbe quindi punita come se fosse stata commessa su un lupo puro. Il vero problema sono le sanzioni, troppo poco severe e la tolleranza che si è creata intorno alla peggior componente del mondo venatorio: quella che prima spara e poi articola un ragionamento. Come i dimostra il numero di morti e feriti di questa stagione venatoria.
Il lupo ucciso rischia di restare uno dei tanti crimini impuniti legati alla caccia
Non sarà facile assicurare alla giustizia il responsabile, probabilmente un bracconiere che cercava cinghiali, ma che non si è fatto scrupoli di sparare a un lupo, centrato da una rosa di sette pallettoni. Il responsabile, anche qualora fosse identificato, non rischierebbe molto: le pene previste dalla legge sono molto basse e non rappresentano un deterrente.
I lupi dell’oasi di Castel di Guido sono monitorati da anni dalla LIPU, che gestisce la riserva. Le loro prede sono per il 95% cinghiali e da questo si presume che il responsabile del gesto vada ricercato nel mondo della caccia e del bracconaggio, potendo escludere, con buona probabilità, che l’uccisione del lupo sia stata causata dai conflitti fra lupi allevatori. La presenza del lupo ha dimostrato la sua importanza nel tenere sotto controllo le popolazioni di cinghiali, molto meglio di quanto non facciano cacciatori e bracconieri. Questa potrebbe essere la ragione che ha fatto tirare il grilletto all’ignoto bracconiere.