umani e difendo gli animali

Mi piacciono gli umani e difendo gli animali non umani, da abusi, maltrattamenti o semplice insensibilità. Pensare che la chiave di volta, o meglio di svolta, sia quella dell’estinzione della nostra specie mi fa inorridire. Una cura peggiore del male, un non senso tante volte gridato ai quattro venti da chi lo invoca come unica soluzione.

Gli animali non umani non sono migliori di noi, sono semplicemente creature differenti da noi. Quando qualcuno sostiene il contrario credo lo faccia perché l’emotività ha preso il sopravvento, impedendo un ragionamento sereno. Gli animali non umani sono esseri senzienti, possono provare sentimenti, soffrono per dolore e a causa delle condizioni di vita, ma non sono uomini. Non migliori, non peggiori, soltanto diversi.

Fra umani e non umani si possono creare ponti comunicativi fantastici, rapporti particolari che sono fonte di un piacere intenso, molto spesso reciproco, ma talvolta univoco e non bidirezionale. Come quando imponiamo agli animali non domestici la nostra compagnia, tenendoli in gabbia, facendogli condurre una vita innaturale.

Noi animali umani siamo diversi, per questo abbiamo delle responsabilità

Probabilmente non siamo capaci di accettare che nell’animo umano esista il bene assoluto e il suo opposto, la capacità di donare la propria vita ma anche quella di rubare le vite degli altri. E forse non lavoriamo abbastanza per strappare molti uomini a un’esistenza che esalta la loro componente peggiore. Non abbiamo, forse, ancora compreso che l’educazione al rispetto, la cultura, l’equità sociale e il bilanciamento fra diritti e doveri rappresentano l’unico percorso possibile per una società migliore.

Spesso molti, quando falliscono i rapporti fra umani, si rifugiano in quelli con gli animali, che non prevedono discussione, critica e confronto. Si immergono in un rapporto che non è completo, ma anestetizza il dolore della privazione, la sofferenza dell’insuccesso nelle relazioni fra simili. Vedendo negli altri umani la causa dell’infelicità e attribuendo agli animali un valore salvifico, terapeutico. Spesso ricevendo molto da questo rapporto, senza chiedersi troppo se costi e benefici siano equamente ripartiti fra animali umani e non umani.

Il riconoscere gli animali non umani come esseri viventi diversi ci deve portare a considerare i nostri doveri verso di loro, ma anche quelli verso i nostri conspecifici. Non ci si può commuovere per un cucciolo maltrattato e restare distaccati dalla sofferenza di un altro uomo, di un bimbo, di un vicino di casa. Non si deve ritenere che gli animali siano migliori degli uomini per la loro assenza di crudeltà, di avidità, di corruzione. Gli animali non hanno questi difetti proprio in virtù del loro essere differenti: non una scelta quindi ma bensì una condizione.

Un animale non ruba per arricchirsi perché, giustamente, non conosce il denaro

Mentre non esistono animali migliori degli uomini, ma solo animali diversi per natura, esistono uomini migliori e uomini peggiori. Alcuni per scelta, altri per condizione: non si deve però cadere nel tranello del lupo, quello messo in atto dai cacciatori per convincere che questo predatore sia pericoloso. Una gran parte degli uomini, infatti, la potremmo mettere in una zona neutra: non pericolosi, non particolarmente altruisti, non attenti alla società ma comunque produttivi e dediti ai propri affetti. Quelli pericolosi sono tanti ma percentualmente pochissimi rispetto alla popolazione, mentre sono più numerosi quelli attenti ai bisogni altrui, alla solidarietà, alle esigenze sociali.

Alcune volte noi non vogliamo vedere quante persone positive, seppur con differenti valori, ci siano rispetto alla parte peggiore e in molti casi criminale della nostra società. Sono proprio queste persone che potrebbero fare la differenza, se si impegnassero nel fare qualcosa di sociale e non solo sulle tastiere dei social. La vita virtuale può rappresentare solo un prolungamento di quella reale, non la sua sostituzione.

E ricordiamo sempre cosa diceva San Filippo Neri: fate i buoni, se potete! E essere educati e non violenti anche sui social è uno sforzo che costa davvero poco e contribuisce a migliorare la nostra società. Con esempi, non soltanto con parole.

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