L’insensibilità verso la crudeltà e la sofferenza è un demone che da sempre abita nell’animo di certi uomini, forse, chissà, in tutti. Le pecore australiane e non solo loro subiscono, purtroppo, le conseguenze di questo demone, in ogni passaggio della loro vita negli allevamenti, nei concentramenti, nei trasporti sulle navi stalla, ma anche nelle operazioni di tosatura per ricavare la lana, in quello che è lo stato con la maggior produzione di ovini, che esporta in tutto il mondo, con le sue enormi navi stalla.
PETA, la famosa organizzazione americana che organizza campagne ed inchieste contro le situazioni di abuso, non indenne da critiche di una parte del mondo protezionista per la soppressione dei cani nei suoi canili, ha realizzato un video sulle operazioni di tosatura delle pecore in Australia, che è stato coraggiosamente pubblicato da La Stampa, sulla nota pagina lazampa.it . Le immagini presenti nel video sono davvero crude e fanno male, non è un filmato adatto ai minori e deve essere guardato solo da un pubblico adulto, consapevole che saranno mostrate delle crudeltà sugli animali:
Avverso da sempre l’idea di mostrare immagini o video contenenti violenze, trovo che molte volte sia sufficiente immaginare quello che lo scritto racconta, senza cercare di colpire con la durezza visiva della sofferenza. Questo video è però oltre il tollerabile e mi sono convinto che andasse mostrato: la crudeltà inutile, l’indifferenza più completa degli operatori e le torture inflitte agli animali vanno oltre il semplice profitto, la non considerazione, l’ignoranza, ma fanno luce sul demone con cui ho iniziato questo post. Mi confermano, ancora una volta, che il vero nodo di Gordo di un’esistenza non sia la morte, ma le privazioni, i patimenti e le torture che noi infliggiamo ad uomini e animali; mi confermano che uomini come questi potrebbero fare le stesse identiche cose su un membro della loro comunità, mi fanno pensare che queste persone debbano essere punite e allontanate dal consesso civile, per la capacità di creare un danno con la loro violenza e per l’assoluta assenza di empatia verso le creature viventi.
Dobbiamo imparare a leggere il maltrattamento degli animali, la loro tortura, l’infliggimento di sevizie come un crimine violento con una grande pericolosità sociale. Forse analizzando il problema da questo tipo di angolazione si potrebbero salvare tante persone appartenenti alle cosiddette categorie dei “fragili”, non soltanto gli animali.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare negli occhi il demone e anche quello di affermare con forza che esiste, comprendere come renderlo meno dannoso, pericoloso, invasivo. Il legislatore deve realizzare leggi che puniscano in modo più severo e grave chi si macchia di certi comportamenti: non solo per pietà verso gli animali, ma per quel dovere di tutela che abbiamo verso i membri più giovani di questa società.
Dopo 5 secondi non sono più riuscita a guardare…
SONO DEI VIGLIACCHI.
ESISTE IL MODO DI FARE PERVENIRE UN RECLAMO ALL’ AMBASCIATA AUSTRALIANA?
Ho modificato il commento perché non c’è posto sul blog per comportamenti urlati e minacciosi. Sicuramente una lettera di protesta all’ambasciata non è risolutiva ma comunque comunica lo sdegno di molte persone.
che orrore
Stop.mostri.
Vile, inumana, feroce, gratuita violenza.
Non basta la sofferenza inflitta in nome del profitto… come giustificare pugni e calci se non come lo sfogarsi di un’anima nera come l’inferno? Facile essere “forti” contro chi non può difenderesi! No, non sono uomini questi, non sono umani.
Odiarli sarebbe facile e consolatorio per la nostra coscienza ma guardiamoli invece come lo specchio della parte peggiore di ognuno di noi, quella che ci auguriamo di non dover mai scoprire, quella che cerchiamo di non vedere dietro il muro dell’indifferenza, dell’ignoranza e del quieto vivere. Odiare questi aguzzini è facile ma che dire di noi che ne siamo gli “inconsapevoli” mandanti? Questa volta sono pecore ma non dimentichiamoci di maiali, bovini, polli, conigli e tutti gli altri innocenti che massacriamo per nutrirci e vestirci. Non dimentichiamo delle vittime della nostra vanità.
Riflettiamo. Abbiamo visto un video raccapricciante di quelli che spesso vengono censurati per non ferire un pubblico sensibile, siamo stati male nel subire la visione di queste violenze e qualcosa nel nostro animo si è mosso. Alcuni chiuderanno la pagina e presto dimenticheranno le immagini e le emozioni provate ma altri continueranno portarsi dentro per molto tempo, a volte per l’intera vita futura, il peso dell’orrore. E’ da questo che nasce la consapevolezza del cambiamento e se l’unico modo di smuovere le coscienze sono video come questo allora mostriamoli perché per curare una ferita infetta bisogna scoprirla e medicarla, non nasconderla sotto bende e vestiti.
Non possiamo cambiare quello che ignoriamo.
Non è quello che possiamo fare “Contro” qualcosa:sofferenza,maltratamenti,abuso anche se uso degli animali,”allevati” o selvatici;si può lottare contro gli allevamenti intensivi,contro il braconaggio,si può anche augurargli karmicamente a questi “umani”che i loro figli,nipoti,etc.fino alla settima generazione…abbiano la stessa reincarnazione e sorte degli animali maltrattati,ma cmq.finché le leggi di un Paese/Governo permettono/se nè fregano,NON si cambiera niente!
Bisogna FARE qualcosa “Pro”:avere un piccolo allevamento personale di quel’che si considera necessario alla famiglia,controllato come nr.di capi(es.:20 galline,10 anitre,etc.,2maiali,2 mucche,3 capre,4 ovine,etc) e poter vendere LIBERAMENTE SOLO il surrplus,ciò che non serve alla famiglia.Vendere à chi preferisce vivere nelle scatolle + o – di lusso(leggi palazzi?!).
Così,devono SPARIRE GLI ALLEVAMENTI x profito(intensivi),il trasporto degli animali,i mattatoi(è vergognoso fare delle leggi x UCIDERE(amazzare)con dolcezza……Cambiare le leggi,si,ma x gli allevamenti domestici LIBERI,non sognare come gli animalisti o i vegan,che un mattatoio diventi un parco giocchi e che un allevamento intensivo diventi una pratteria!
Fare il Pro,”fare non parlare”,il Contro non ha mai portato à niente di positivo.