Politica usa animali non li difende: ha imparato che una gran parte dell’opinione pubblica si appassiona sul tema del riconoscimento dei diritti animali, tanto da essere alcune volte fin troppo emotivamente ricattabile.
Per questo i politici raccontano tante bugie su un argomento che per la grande maggioranza dei casi li interessa solo marginalmente, mentre qualcuno cavalca l’onda emotiva senza convincere chi non si ferma alle apparenze.
Tante sono le dimostrazioni di questo brutto modo di fare politica che in realtà scambia voti e consenso, dando speranze a chi si occupa dei diritti degli animali di un’attenzione che spesso non esiste. Lo dimostra la nuova legge in dirittura d’arrivo in Regione Lombardia, che arretrerà di 10 anni i pochi diritti riconosciuti dall’attuale legge 33/2009, spesso poco applicati, troppo spesso disattesi proprio dai loro custodi che sono i veterinari pubblici.
Da fine in giugno non solo in Lombardia ma in tutta Italia, grazie alle leggi sulla semplificazione amministrativa, potrebbe essere possibile aprire un negozio di animali presentando una semplice “SCIA” ovvero una segnalazione certificata d’inizio attività.Tante cose devono essere semplificate in Italia tranne quelle che riguardano la tutela della salute dei cittadini e i diritti al benessere degli animali.
In un paese come il nostro, certo non ai primi posti della classifica del rispetto delle norme, consentire di aprire certe attività in regime di semplificazione aprirà la porta a una serie di possibili violazioni che potrebbero essere difficilmente sanabili a posteriori, specie in una realtà dove nessuno vuole prendersi la responsabilità della chiusura di un esercizio.
Canili, negozi di animali, allevamenti potranno essere aperti soltanto grazie a una dichiarazione di inizio attività? In un paese che non riesce a controllare nemmeno gli allevamenti aperti seguendo un iter autorizzativo vecchia maniera, come insegnano diverse inchieste su vari situazioni che attengono al benessere animale?
Quante bugie ci hanno raccontato i nostri politici, spesso con il silenzio colpevole di molti attori impegnati nella tutela dei diritti animali?
Una per tutte è stata quella che nessun crimine contro gli animali sarebbe stato giudicato “reato a gravità attenuata” e quindi archiviabile. Una grandissima bugia, considerando che tutte le Procure e i Tribunali italiani stanno archiviando le notizie di reato per tutti quei reati commessi senza l’uso della violenza fisica. Come se la violenza fisica fosse l’unica forma di maltrattamento.
La colpa di questo comportamento, disinvolto e scellerato di tanti politici, è anche colpa di cittadini e associazioni che si occupano della tutela dei diritti degli animali, che solo di rado si schierano contro la politica, sbugiardano le tante dichiarazioni che non hanno riscontro con la realtà, eleggono a paladini persone che parlano di animali ma che poco fanno, in concreto, per gli animali.
Parlare di animali e dei loro diritti è politicamente redditizio, ma poi questi angeli dei diritti cosa fanno in concreto? In regione Lombardia un membro di un partito che ha votato a favore della modifica, distruttiva, della legge per la tutela degli animali d’affezione ha dichiarato che la norma può essere migliorata. Ma il punto, purtroppo, non è migliorala ma cassare le modifiche.
Vorrei che ci fosse un assessorato ai diritti animali, non per improbabili estremismi ma soltanto perché sono convinto che i nostri diritti e quelli degli animali siano strettamente connessi: più riconosceremo diritti agli animali e più garantiremo il rispetto dei diritti agli umani.