Basta gabbie negli allevamenti: il Parlamento europeo chiede alla Commissione di vietarle

Basta gabbie negli allevamenti

Basta gabbie negli allevamenti in Europa a partire dal 2027: lo richiede alla Commissione il Parlamento Europeo. La pronuncia deriva da una petizione promossa da tantissime associazioni di tutela degli animali nota come End The Cage Age. La richiesta di eliminare le gabbie era stata sottoscritta da 1,4 milioni di cittadini, vincolando il parlamento a occuparsi della questione.

Cani falchi tigri e trafficanti

Il parlamento europeo ha votato la risoluzione a grande maggioranza e questo deve essere considerata una grande vittoria. Una battaglia che le associazioni europee hanno combattuto compatte, riuscendo a sconfiggere la lobby degli allevatori. Ora la Commissione dovrà ascoltare le richieste del parlamento, ponendo fine a condizioni di allevamento davvero inaccettabili. Una forma di maltrattamento che riguarda ogni anno più di 300 milioni di animali.

Il cambiamento non sarà immediato, ma il parlamento ha chiesto alla Commissione di rivedere la normativa sugli allevamenti. Prevedendo anche fondi da destinare a questo cambiamento di rotta per gli allevatori. La radicale modifica delle condizioni di allevamento dovrebbe avere come positiva conseguenza anche una progressiva riduzione del numero degli animali allevati. Il divieto, quando entrerà in vigore, riguarderà polli, conigli e suini.

Basta gabbie negli allevamenti, una decisione che apre una strada al cambiamento

La volontà espressa a grande maggioranza dal Parlamento europeo potrebbe essere un segnale d attenzione verso il cambiamento. In un momento nel quale la produzione di carne e gli allevamenti intensivi sono comunque messi sotto la lente di ingrandimento. Non tanto per le sofferenze che causano agli animali, ma per i pericoli ambientali che costituiscono. Gli allevamenti di animali sono riconosciuti come corresponsabili dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva e della deforestazione.

Oggi il Parlamento europeo ha dimostrato la sua adesione per porre fine ai barbari sistemi di gabbie nell’allevamento di animali. I cittadini dell’UE, gli scienziati, le aziende e ora anche i rappresentanti democratici vogliono porre fine ai secoli bui dell’allevamento di animali. Ora tocca alla Commissione europea far sentire queste voci, non solo per alleviare le sofferenze di miliardi di animali, ma anche per onorare la democrazia e la civiltà dell’UE. Contiamo su una decisione positiva.

Tratto dal sito dell’Eurogruppo per gli animali (Eurogroup for Animals)

L’importanza delle Iniziative dei Cittadini Europei, petizioni che vincolano il parlamento

Le Iniziative dei Cittadini Europei rappresentano uno strumento efficace di democrazia diretta, vincolando il Parlamento europeo al loro esame. Al contrario di quanto avviene con le petizioni firmate sui vari siti non riconosciuti che spesso servono solo questi ultimi per raccogliere dati da usare anche per altri scopi. Il risultato ottenuto oggi, che rappresenta l’inizio di un percorso e non una vittoria immediata, dimostra la bontà di questa forma di democrazia diretta che tiene conto della volontà popolare.

End The Cage Age ha coinvolto un grande numero di persone che hanno espresso la volontà di voler cambiare le cose, dimostrando quanto sia alta l’attenzione nei confronti della sofferenza animale. Una sensibilità nei confronti della quale la politica dovrà riflettere: gli europei sono sempre più attenti alle condizioni in cui gli animali vengono allevati. Questa decisione influirà positivamente anche sulla contrazione dei consumi, portando a una lenta ma costante discesa del numero di animali imprigionati negli allevamenti intensivi.

Basta gabbie per allevare gli animali in Europa

 

Basta gabbie per allevare gli animali in Europa

Basta gabbie per allevare gli animali in Europa: questa è l’idea lanciata dalle associazioni protezionistiche europee. Che chiamano a raccolta i cittadini per firmare una petizione.

L’allevamento in gabbia è una pratica molto diffusa nella Comunità Europea dall’industria delle carni e riguarda molte specie. Conigli, galline, maiali e anatre sono allevati in gabbie.

Per anni si è pensato che il profitto dovesse essere il primo valore, seguito dall’economicità delle produzioni per garantire carne a basso costo, ma ad alta sofferenza per gli animali.

L’evoluzione culturale, che costituisce la genesi di tutti i progressi che la nostra società può raggiungere, ha portato però un’affermazione sempre più importante dei movimenti che si occupano di difendere i diritti degli animali. Che hanno cambiato il modo in cui i cittadini vedono gli animali.

Non più bistecche o petti di pollo in un vassoio del supermercato ma esseri viventi che hanno, almeno, il diritto di essere trattati in modo accettabile. Certo, comunque la si guardi restano dei condannati a morte, ma è vero che esiste modo e modo di vivere prima di raggiungere il macello.

Vegani e vegetariani rappresentano il punto d’arrivo di una cultura che preveda di nutrirsi senza uccidere le specie animali, per rispetto e perché, conti alla mano, sprechiamo troppe proteine vegetali per produrre poche proteine animali. Con un grande consumo di acqua e creando una grande fonte di inquinamento.

Ora c’è un anno di tempo per raccogliere un milione di firme per chiedere alla Commissione Europea di decidere il bando dell’allevamento in gabbia. Ma non sarà una decisione obbligata, né è giusto illudere sul fatto che una volta raccolte le firme il gioco sia fatto. Resterà sempre da convincere la Commissione battendo l’industria dell’allevamento e della carne, che certo non starà a guadare.

Questa campagna ha un fine chiaro, l’eliminazione dell’allevamento in gabbia, del confinamento costretto che coinvolge almeno 300 milioni di animali ogni anno, un numero incredibile. Ma il percorso sarà difficile e accidentato, non tanto per la raccolta delle frme quanto per l’ottenimento dl risultato.

Queste campagne hanno comunque il grande pregio di portare all’attenzione degli europei la necessità di rivedere e ripensare in modo radicale il nostro rapporto con gli animali. Non soltanto cani e gatti, ma anche verso quelli che molti vedono solo dietro i banchi delle macellerie.

Una firma aiuterà a dare un segno tangibile dell’importanza e della sensibilità dei cittadini europei verso il problema della sofferenza animale. Per questo è importante andare sul sito END THE CAGE AGE e firmare la richiesta. Saranno 5 minuti ben spese per dare una speranza a chi non ha altra voce che non quella delle persone empatiche.

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