Lupi e pastori possono convivere, se si capisce che la presenza dei predatori rende necessaria la protezione degli animali al pascolo. Per evitare che le predazioni possano innescare un conflitto permanente che diventa la causa di episodi di bracconaggio. Facendo si che i lupi scelgano come prede gli animali selvatici, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio naturale.
Da troppo tempo i pastori hanno perso l’abitudine di dover vigilare gli animali al pascolo, essendoci stati lunghissimi periodi in cui lupi e anche orsi erano praticamente scomparsi dall’arco alpino. Ora con il loro ritorno gli animali al pascolo possono diventare un’alternativa alla caccia degli ungulati. Specie se i branchi non sono equilibrati a causa della prematura morte di qualche soggetto. Per questo è necessario che i pastori adottino le necessarie contromisure per difendere e proteggere i loro animali.
Ora grazie a Eurac Research, al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e all’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica verranno promossi dei percorsi informativi per illustrare ai pastori come convivere. Nel rispetto delle reciproche esigenze. Promuovendo corsi di formazione per i pastori di Alto Adige, Baviera e Austria nell’ambito del progetto LIFEStock Protect.
Lupi e pastori possono convivere in montagna, proteggendo gli animali domestici e migliorando la convivenza
Nei prossimi cinque anni gli allevatori di Alto Adige, Baviera e Austria riceveranno una formazione mirata alla protezione delle mandrie. Verranno istituiti dei “Centri di competenza per la protezione delle mandrie”, cinque dei quali in Alto Adige. “I primi corsi di formazione sulla protezione degli animali e sulla costruzione dei recinti si terranno la prossima primavera”. Secondo quanto illustrato da Julia Stauder di Eurac Research, che coordina il progetto sul territorio italiano.
In montagna le protezioni devono essere intelligenti e flessibili. Pensate e diversificate in base alla pendenza dei terreni e ad altre caratteristiche. Come ad esempio il dover consentire l’accesso ai pascoli ai turisti che praticano escursionismo. Consentendogli di fruire in sicurezza dei sentieri, in modo da non creare impedimenti al turismo, che rappresenta una risorsa importante.
Coldiretti contro i lupi, da sempre, diffondendo informazioni che vanno dal falso al dubbio. Con la complicità dei giornali che si abbeverano alla fonte dei loro uffici stampa, senza fare verifiche. Quel che basta è riuscire a fare sensazione, procurare allarme, sperare che questo comportamento prima o poi produca frutti. Che si traducono sempre nella possibilità di abbattere i predatori legalmente.
Così questa volta su Padova News appare un articolo con il titolo “LUPI. NEL BELLUNESE SBRANATI ANCHE I CANI DA GUARDIANIA. COLDIRETTI VENETO, GARANTIRE SICUREZZA DI CITTADINI E ALLEVAMENTI“. Tutto maiuscolo ovviamente, per dare maggior enfasi. Ma se leggete l’articolo, vi rendete immediatamente conto che non è confezionato su un comunicato di Coldiretti. Ma è integralmente copiato dal comunicato che si può trovare sulla pagina di Coldiretti Veneto. Come il lancio di agenzia di Aska News. Un copia e incolla, punto!
Coldiretti contro i lupi, ma troppe testate sono contro la libera e vera informazione
Nel comunicato si dice che i lupi avrebbero sbranato, non si sa dove, non si sa quando, anche i cani da guardiania. Pastori maremmani abruzzesi, messi a vigilare le greggi, che sarebbero stati vinti dai lupi. Ovviamente senza dimenticare di rinfocolare l’ipotesi che potessero essere ibridi e quindi secondo le teorie di Coldiretti potenzialmente più aggressivi.
Ma quando scrivono di natura e ambiente troppi media si preoccupano solo di fare sensazionalismo. Di creare la notizia che può portare il lettore a fare click, grazie a un titolo volutamente “croccante”. Senza chiedersi, neppure per un attimo i danni che questo modo di porgere la notizia al lettore possa causare. Senza preoccuparsi del fatto che approfondire sarebbe importante, per non veicolare concetti e pregiudizi privi di riscontro.
Alimentare le paure senza effettivi riscontri è un mezzo che dovrebbe essere considerato meritevole di censure
Le notizie dovrebbero essere verificate, non diventare una palestra di disinformazione senza alcun controllo. Su questo, quando si tratta di testate giornalistiche dovrebbero vigilare gli ordini, che quasi mai lo fanno salvo casi di eccezionale gravità. Per le altre fonti, come i blog ad esempio, è sempre sovrana la magistratura ma soprattutto l’opinione pubblica. Se vengono trovate notizie spesso false o inesatte, o peggio addomesticate, bisogna imparare a smettere di leggere gli articoli pubblicati.
Certo non fanno una gran figura nemmeno le grandi organizzazioni di categoria, come Coldiretti, quando il loro ufficio stampa fa contento il politico di turno. Ma siamo noi lettori che in fondo, con una navigazione accorta e con una lettura attenta, che possiamo fare la differenza, non diffondendo fake news.
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