Dobbiamo affrontare pandemia e emergenza ambientale nello stesso tempo

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© WWF : James Morgan

Il tempo delle scelte è finito, è arrivato purtroppo quello delle azioni obbligate: dobbiamo affrontare pandemia e emergenza ambientale in contemporanea, agendo a livello planetario in modo coordinato. Nonostante quanto continuano a affermare i negazionisti il problema climatico e la tutela dell’ambiente rappresentano realtà sulle quali agire ora. La pandemia di Covid19 ha affermato, in tutta la sua tragicità, quanto sia importante per la salute umana quella del pianeta.

Il WWF ha diffuso i dati, invitando anche a sottoscrivere una petizione, relativa a un’inchiesta sul traffico di natura e sulle distruzioni ambientali. Secondo uno studio compiuto dal TRAFFIC unitamente a IUCN nel 2018 c’è stato un significativo incremento nel sequestro di specie protette. Senza considerare traffici e distruzioni compiuti a danno di specie che non risultano tutelate dalla CITES.

Nel solo 2018 sono stati sequestrati ben 7.000 kg di derivati protetti destinati alla medicina orientale e oltre 300.000 parti commerciate illegalmente. La sola richiesta di scaglie di pangolino sta portando tutte le specie di questo animale sull’orlo dell’estinzione. Pur mancando il riscontro sul reale effetto terapeutico trattandosi di placche composte da cheratina, lo stesso materiale che da origine ai capelli e alle unghie.

Dobbiamo affrontare pandemia e emergenza ambientale ora, senza poterci permettere ulteriori ritardi

Non dobbiamo pensare che la priorità unica e assoluta ora sia l’epidemia da Coronavirus. Se ci dimenticassimo tutti gli altri problemi, rimandando le soluzioni a un domani imprecisato, commetteremmo un grande errore. Rischiando di arrivare oltre il tempo rimanente per rimediare, almeno in parte, ai danni che abbiamo creato.

La nostra specie per poter sopravvivere alle catastrofi che ha causato, omettendo il controllo degli equilibri e lasciando che il solo profitto prendesse il sopravvento, senza perdere altro tempo. Gli uomini sono dipendenti, al pari di tutti gli esseri viventi, dalla salute del pianeta, dei suoi abitanti oltreché dalla nostra. Un concetto che la scienza ha oramai imboccato in modo chiaro, definendo la necessità di mantenere questo equilibrio “One Health”. Una sola salute: quella che riguarda l’intero ecosistema terrestre.

Per questo, fra le tante cose, occorre contrastare con ogni mezzo il traffico di animali e vegetali protetti, Per far comprendere quanto questo possa essere rilevante il servizio TRAFFIC ha realizzato un dossier che merita di essere letto. Con grande attenzione, per accorgersi di quanto sia importante agire ora.

L’emergenza ambientale è anche il surriscaldamento del pianeta dovuto ai gas serra

La parte più rilevante di queste emissioni è causata dagli allevamenti intensivi e da tutto l’indotto necessario a sostenerli. Per ricavare proteine animali vengono utilizzate moltissime proteine vegetali che potrebbero essere destinate all’alimentazione umana. Basti pensare che in questo momento nel mondo, anche a causa del Covid19, ci sono 250 milioni di persone che rischiano di morire per fame.

Gli animali degli allevamenti sono tantissimi e producono enormi quantità di metano, uno dei gas considerati più dannosi per l’incremento dell’effetto serra. Senza contare le emissioni di anidride carbonica causate dall’intero ciclo produttivo delle fabbriche della carne.

Queste sono le ragioni che ci portano a dover lavorare simultaneamente su più fronti per affrontare emergenze sanitarie e climatiche che stanno già condizionando in modo molto pesante il nostro presente. Ponendo concrete ipoteche sul futuro.

Il Salvini pensiero sull’ambiente

Il Salvini pensiero sull'ambiente

Il Salvini pensiero sull’ambiente non può che sgomentare quanti hanno a cuore il futuro del paese.“Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, con i soli No non si campa”. Questa frase riassume il pensiero di Salvini in materia ambientale.

Sicuramente con i soli NO non si campa, ma è vero anche che a dire troppi SI poi si crepa. Facendo danni che non potranno essere riparati, prestando poca attenzione alla tutela del nostro capitale naturale.

Senza poter dimenticare che il comportamento di ogni nazione si riverbera sui diritti dei cittadini degli altri Stati, noi avremmo comunque ottimi motivi per avere comportamenti più saggi e rispettosi dell’ambiente. Motivi anche di natura economica perché il leader politico evidentemente dimentica il paese in cui è nato.

In Italia dovremmo dire no al metano, alle trivelle e a tutte le attività che attentano all’ambiente perché noi potremmo vivere proprio grazie al capitale naturale. L’Italia ha l’immeritata fortuna di essere uno dei paesi più belli del mondo e già solo per questo andrebbe difeso. Non a caso il flusso turistico verso il nostro paese è in costante aumento.

E molte aree di interesse naturalistico vedono un aumento degli stranieri, che fin troppo spesso hanno ritenuto l’Italia un paese poco civile, proprio per la scarsa difesa della fauna dal bracconaggio e per le devastazioni delle nostre bellissime coste compiute grazie ai condoni edilizi.

Il Salvini pensiero sull’ambiente contrasta con la sua tutela

Non si può scegliere dove nascere, ma gli italiani sono stati davvero fortunati a venire al mondo in Italia. Sotto il profilo naturalistico, paesaggistico e dei suoi tesori culturali. Meno per quanti l’hanno governata, sempre più politici e sempre meno statisti. E i politici, si sa, guardano solo alle elezioni.

In molti vorremmo vivere in un paese che mettesse al primo posto il capitale naturale, difendesse il suo ambiente, lo rendesse intelligentemente produttivo, lo tutelasse per garantire il futuro ai suoi abitanti. Un futuro fatto di energie rinnovabili, di turismo ecologico, di difesa delle coste e del mare, di tutela faunistica.

Un paese insomma dove non si raccontasse più che il problema dell’Italia sono i cinghiali e i migranti, le nutrie e l’Europa. Un paese che fosse educato a sentirsi una società vera, colorata e con uno sguardo verso il futuro. Senza far mangiare pane e paura, senza stimolare l’aggressività umana con leggi inutili, senza insegnare che un colpo di fucile sia sempre risolutivo.

Nutrie e cinghiali non sono il nemico

Una fucilata non risolve i problemi, non controlla i cinghiali, non fa sparire per incanto le nutrie, non elimina le aggressioni (se no gli Stati Uniti sarebbero il paradiso in terra). La paura fa guadagnare voti nel corto periodo, ma non risolve e non dura.

Io vorrei un paese possibile, che stimolasse la cultura, che pagasse le tasse, che aiutasse le persone in difficoltà, che ragionasse prima di agire, che pensasse prima di urlare, che non credesse a tutto quello che il politicante di turno racconta. Un paese dove i cittadini abbiamo i mezzi culturali e la preparazione per dire al politico che le bugie han le gambe corte.

Un paese con più rondini e meno cacciatori, con meno inquinamento e più rispetto, con uno sguardo al passato, per non rifare gli stessi errori, ma con gli occhi che guardano all’orizzonte del futuro. Insomma un paese dove vivere una vita normale, senza che ogni giorno qualcuno ci racconti Cappuccetto Rosso.

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