Ibridazione antropogenica dei lupi: un termine scientifico che indica le responsabilità dell’uomo

Ibridazione antropogenica dei lupi

Ibridazione antropogenica dei lupi; per chi è poco avvezzo a occuparsi di lupi e di fauna potrebbe essere una definizione poco comprensibile. Mentre la comprensione è molto più semplice di quello che appare. Si tratta della generazione di lupi che sono frutto di incroci con i nostri cani domestici. Che proprio dai lupi discendono, comprese quelle razze che abbiamo modificato così tanto da apparire come lontanissimi quando non impossibili parenti. Spesso con risultati molto, molto discutibili. Su questo tema, per molti versi spinoso, sono stati scritti molti articoli e realizzati diversi studi.

Cani falchi tigri e trafficanti

Una corrente di pensiero trova l’ibridazione antropogenica, che significa appunto causata dall’uomo, un evento molto dannoso per la specie lupo. Altri sostengono che le ibridazioni ci sono sempre state (vero) e che quindi non bisogna farne una tragedia. Altri ancora pensano che in fondo, se i cani sono regrediti allo stato selvatico e vivono liberamente, questo non sia un problema serio. In fondo la perfezione non è di questo mondo e l’ibridazione rappresenta proprio il frutto del caos, quello che gli umani sono bravissimi a generare.

Bisogna considerare che non un solo lupo è stato reintrodotto nel nostro paese e che questa specie si è ripresa ampiamente e in modo autonomo i suoi spazi. Sfruttando attività positive (la tutela) e scellerate (la reintroduzione di ungulati per fare contenti i cacciatori) messe in atto dall’uomo. I lupi negli anni ’70 erano ridotti al lumicino ed erano assediati, oltre che dagli uomini, dai loro cani, randagi e vaganti. E questo ha comportato un tasso di ibridazione non comune in altri paesi, più attenti nella gestione del miglior amico dell’uomo.

L’ibridazione antropogenica dei lupi è stata oggetto di studi e di interventi di minimizzazione in Appennino

Attraverso gli strumenti offerti dai progetti LIFE come M.I.R.CO Lupo sono stati fatti molti passi avanti sul fronte della conoscenza del problema. Lavorando per ridurre le possibilità di ibridazione, catturando e rendendo sterili i soggetti ibridi, per poi liberarli nuovamente sul territorio. Un’attività importante ma non risolutiva ovviamente, per tutte le difficoltà che comporta catturare un lupo. Ora il Wolf Apennine Center ha reso noti i dati degli studi fatti nel corso degli anni, che dimostrano la diffusione del problema. Indubbiamente causato dall’uomo che non sa e non vuole gestire i suoi cani.

Sulla base di 152 campioni raccolti, corrispondenti a 39 lupi in 7 branchi differenti, i ricercatori hanno stimato una prevalenza di ibridazione del 70%. Con individui ibridi presenti in almeno 6 dei 7 branchi monitorati. Inoltre, attraverso la ricostruzione genealogica è stato accertato che in almeno due di questi branchi gli ibridi godono dello status di riproduttori, e sono in grado quindi di tramandare le varianti genetiche di origine canina alle generazioni successive.

Tratto dal comunicato stampa del WAC

La ricerca, pubblicata sulla rivista The Journal of Wildlife Management, stima la prevalenza degli ibridi nella popolazione di lupo che vive nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e nelle zone circostanti dell’Appennino settentrionale. Un’area centrale e strategica della distribuzione del lupo nell’Appennino, dove i primi individui ibridi, o comunque morfologicamente devianti rispetto allo standard morfologico del lupo, erano già stati osservati dalla fine degli anni ’90. 

Le soluzioni non sono facili, ma è fondamentale minimizzare le possibilità di incrocio fra cani e lupi

Dalla pandemia dovremmo aver imparato quanto sia importante la separazione fra gli animali selvatici e quelli domestici. In questo caso per ragioni prevalentemente sanitarie ma non solo. Questa separazione deve essere mantenuta anche nel caso di cani e lupi, per garantire a questi ultimi le migliori possibilità di restare animali selvatici, con tutto il loro patrimonio genetico. Senza perdere quelle caratteristiche fondamentali per la loro vita, che nei cani si sono invece modificate in modo rilevante.

Da un punto di vista biologico il lupo (Canis lupus) e il cane domestico (Canis lupus familiaris) sono la stessa specie, motivo per il quale si ibridano con facilità. Semplificando molto si tratta di parenti oramai separati, che appartengono a tribù che non dovrebbero entrare in contato fra loro. Anche perché sui cani l’uomo ha operato enormi selezioni e modificazioni, quindi non si parla più lupi resi domestici com’era all’origine del rapporto di convivenza fra uomini e lupi. Quello che ha dato vita ai cani, ma anche a tutte le altre specie animali, non tantissime in verità, rese domestiche.

In fondo siamo stati noi ad allontanare i cani dai lupi e ora abbiamo il dovere di gestirli in modo corretto. Per sconfiggere finalmente il randagismo canino, che causa tante sofferenze e arricchimenti illeciti. Ma anche per tutelare al meglio una specie selvatica così importante per il mantenimento degli equilibri naturali.

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