animali e Natale

Animali e Natale sono due parole che si abbinano male, proprio come un bulldog francese e un cappello da Babbo Natale. I cani talvolta sono molto espressivi e il muso di questa inconsapevole vittima del Natale credo esprima molto bene il suo sentire. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti solo di uno scherzo per fare una foto buffa, ma purtroppo dietro a questa scusa si può nascondere molto altro. Come il concetto che gli animali siano un nostro possedimento, una proprietà sempre contenta di accontentare ogni nostro desiderio. Molte persone sono più preoccupate di soddisfare un bisogno personale, piuttosto che di considerarsi tutori responsabili dei compagni di vita.

Se così non fosse il cane della foto, al pari di tutti gli animali brachicefali, quelli con il muso schiacciato, si sarebbe già estinto da tempo. Razze o pseudo tali che fanno fatica a respirare, costrette a vivere in apnea e vittime di molte patologie correlate. Ma che nonostante questo sono in cima alla top ten dei cani più desiderati dal mercato, pronti per essere acquistati da trafficanti senza scrupoli per finire sotto l’albero di Natale. Una realtà che non si riesce a contrastare nonostante i tantissimi articoli che spiegano in dettaglio perché questi cani non dovrebbero esistere.

Nonostante le informazioni su animali e Natale, diffuse, capillari e costanti ci sono ancora persone che credono che regalare un animale sia un gesto molto carino. Teneri cuccioli che occhieggiano dalle vetrine dei negozi, cani e gatti, ma anche animali che passeranno la loro vita in gabbia, sono candidati a diventare doni. Spesso non richiesti, non voluti oppure fin troppo desiderati senza preoccuparsi però delle loro necessità. Scelti con meno attenzione di quanto non si farebbe per un televisore o un cellulare.

Animali e Natale dovrebbero essere considerati un abbinamento incompatibile

Sotto l’albero non dovrebbero essere messi esseri viventi e senzienti, che si meritano sicuramente scelte più ponderate di convivenza. Partiamo proprio dal concetto di convivere, di condividere due vite che hanno esigenze diverse ma diritti comuni. Persone e animali dovrebbero poter soddisfare i loro bisogni primari, quelli che banalizzando servono per essere considerati felici. In realtà sarebbe già molto trovarsi in equilibrio con il mondo che ci circonda, un desiderio che anche gli umani perseguono, spesso senza vederlo mai completamente esaudito.

Le case degli italiani sono piene di animali, tanto da superare numericamente le persone che li tengono o li detengono, che non è differenza da poco. Cani, gatti, uccelli, rettili, pesci ma anche piccoli mammiferi come i criceti, che quanto a sofferenza rappresentano l’equivalente terrestre del pesce rosso. Un po’ meno di settanta milioni di esseri viventi che vengono allevati per essere, in molta parte, letteralmente divorati da un mercato che da poco valore all’essenza della vita.

Sulle motivazioni che ci spingono a voler avere animali “da compagnia”, un termine orrendo che però la dice lunga sulla nostra di specie, si sono spesi fiumi di parole. Non altrettante per far comprendere che una gran parte di questi animali, tolti cani e gatti custoditi correttamente e con rispetto, sono di fatto dei prigionieri. Come un pesce condannato al 41 bis, detenzione di massima sofferenza, nella sua boccia o un criceto all’ergastolo nella sua gabbia, costretto a sfogarsi correndo su una ruota che gira, senza cambiar mai paesaggio, odori, stimoli. Una sofferenza muta, che non vogliamo neanche comprendere. Spesso accecati dal nostro bisogno di amore che in realtà è soltanto possesso.

Quali animali possiamo mettere quindi sotto l’albero di Natale?

La risposta alla domanda di chi possa trasformarsi in un regalo eticamente accettabile è semplice: nessun animale dovrebbe essere regalato. Un animale si adotta, seguendo un processo decisionale responsabile che ci fa interrogare ben prima di comprare, ma anche di adottare. Strappare un cane da un canile è una scelta responsabile e etica, ma non può essere fatta a cuor leggero. Non si prende un animale per accontentare un bambino o una fidanzata/o. Dividere vite è complesso anche per gli uomini, specie quando vengono travolti dai sentimenti, eppure si possono parlare, potendo esprimere desideri e timori. Eppure l’infelicità spesso è dietro l’angolo, con esiti talvolta devastanti.

Regaliamo buone azioni, aiutando chi a meno, che è sempre un bell’insegnamento piuttosto che alimentare un mercato che specula sui buoni sentimenti. Si dice sempre “facili doni, facili abbandoni” e in effetti è proprio così: gli acquisti d’impulso spesso esauriscono presto la loro spinta di emozioni. Che vanno a schiantarsi contro le necessità che ogni animale, inevitabilmente, porta con se e alle quali non si è dato peso per tempo. Con tutte le conseguenze ben conosciute e prevedibili.

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