
La decrescita felice delle razze canine è diventata indispensabile per garantire agli animali il giusto benessere. Senza dover fare compromessi per accontentare i desideri dei padroni. Da un lato non esistono cani aggressivi a prescindere ma dall’altro è vero che sono state costruite a tavolino razze di difficile gestione. Quelle che stanno sempre più riempiendo i canili da nord a sud a causa di sequestri e abbandoni. Cani che molto difficilmente potranno avere un futuro diverso, da quello di concludere la loro vita in un box.
Occorre rivedere il concetto che un animale sia un diritto per tutti, che ognuno possa scegliere quello che gli piace, spesso senza competenza. Si deve impedire che i padroni possano far riprodurre i cani senza criterio, per poi venderli fuori dai circuiti, specie quando si tratta di pitbull o american staffordshire. Animali che molto spesso sono in mano a persone che li usano come armi, li maltrattano, li rendono aggressivi. Facendoli finire sotto sequestro e restando così a vita in un canile. Proprietari ai quali dovrebbe essere interdetto per un tempo non inferiore a dieci anni di avvicinarsi ad animali.
Si sono rivelati fallimentari gli elenchi di razze costrette a girare sempre con guinzaglio e museruola, a cui molti vorrebbero inibire l’accesso alle aree cani. Liste di proscrizione che limitano ulteriormente le condizioni di vita di cani incolpevoli.
La decrescita consapevole di certe razze eviterebbe prigionieri a vita
Chi ama queste razze e ha un ottimo e sereno rapporto con i suoi cani deve comprendere che l’interesse dei cani deve essere messo al primo posto. Chi conosce queste razze spesso conosce anche molti dei “personaggi” che hanno questi cani e come li facciano vivere malamente. Identico discorso, per motivazioni completamente diverse, riguarda i cani che sono stati creati per accontentare il gusto estetico di chi li acquista. Senza preoccuparsi se questi animali siano in condizioni di vivere un’esistenza normale.
Sono le razze brachicefale, ottenute per avere sempre caratteri neotenici che li fanno assomigliare a eterni cuccioli. Cani che non respirano correttamente, come alcune razze di gatto, e sono costretti a trascorrere un’esistenza con grandi difficoltà respiratorie e molte limitazioni, essendo costretti a vivere quasi in apnea.
Estinguere in modo dolce alcune razze di cani sarebbe responsabile
Non si può continuare a affermare che gli animali siano esseri senzienti, per poi farli prendere dal primo che passa, senza alcuna garanzia. Lasciandoli nelle mani di persone che spesso non sarebbero in grado nemmeno di accudire se stessi, per varie ragioni non di rado dovute alla dipendenze da sostanze. Parimenti non è pensabile continuare a tollerare i maltrattamenti genetici, quelli che molti veterinari da anni chiedono di far cessare, senza risultato.
Al contrario carlini e bulldog sono diventati i cani più venduti grazie a sapienti operazioni di marketing messe in atto da trafficanti e allevatori e da finti allevatori trafficanti. Occorre mettere il benessere dell’animale al centro del suo rapporto con l’uomo, smettendo di considerarlo un oggetto da poter scegliere per estetica o potenza muscolare.
I cani brachicefali non hanno una ragion di esistere e non c’è un motivo per continuare a perpetuare queste sofferenze. Mentre per alcune altre razze che possono essere problematiche nella gestione , come lupi cecoslovacchi, pitbull, american staffordshire, solo per citarne alcune, si eviterebbe di rinchiuderli a vita nei canili, visto che nessuno li adotta. Per colpa di proprietari che li hanno fatti diventare, più o meno consapevolmente, aggressivi.
Mettiamo gli animali al centro, imparando a considerare i loro bisogni
Chiunque voglia prendere un animale deve dimostrare di avere tutte le conoscenze per poterlo mantenere in buone condizioni, grazie alla consapevolezza che deriva dal conoscerne i bisogni. La maggioranza dei maltrattamenti subiti dagli animali da compagnia, che non sono identificabili solo in azioni violente, derivano proprio dall’assenza di considerazione dei bisogni degli animali, spesso più per ignoranza che per cattiveria.
Gli animali vanno visti per quello che sono: esseri viventi che provano dolore, angoscia, paura, noia e che sono portatori di diritti. Vanno considerati come tali e non possono essere invece trattati come merce, sacrificandoli sull’altare del commercio o delle libertà individuali. Occorre arrivare a una decrescita felice delle razze canine problematiche, interrompendo un circolo vizioso che pare difficile da interrompere.
Vivere con un animale deve essere una scelta consapevole
Punto di partenza potrebbe essere quella di vietare la riproduzione delle razze brachicefale e di quelle individuate come problematiche. Obbligando la sterilizzazione degli animali per arrivare a una progressiva estinzione senza traumi. Che in poco tempo potrebbe portare a un progressivo mutamento dell’approccio culturale sul possesso degli animali. Unita a un patentino obbligatorio per garantire che i detentori di animali abbiano la consapevolezza delle loro necessità.
Concetti di tutela già presenti da anni nelle convenzioni internazionali e anche in altre disposizioni generali e locali, che sino ad ora non sono stati tradotti in obblighi. Costringendo tantissimi animali a vivere in condizioni molto lontane da quelle che dovrebbero essere garantite a esseri senzienti. Se esistono cani aggressivi è perché ci sono cattivi padroni.
AGGIORNAMENTO del 11/01/2019: questo articolo ha acceso un po’ di dibattito e questo in fondo era lo scopo. Si potrebbero trovare soluzioni anche meno radicali (forse) ma occorre uscire da questo stato di cose, che è una realtà certa e molto penalizzante per gli animali. A cui poco importa l’importanza genetica della loro razza.
A dire la verità. seguendo alcune affermazioni (per altro condivisibili) dell’articolo, bisognerebbe riportare il cane alle sue origini, ovvero ad essere un animale che lavora con l’uomo. Questo darebbe senso alla vita del cane, che troppo spesso non ha una vita di qualità facendo l’animale da compagnia. La conseguenza sarebbe sicuramente l’estinzione di un’elevata percentuale di razze ma anche l’impossibilità per la maggioranza della popolazione di vivere con un cane. Giusto? Sbagliato? Non spetta a me dirlo ma probabilmente sarebbe più corretto per gli animali. Credo che il giusto compromesso starebbe nel diffondere cultura cinofila, nel rendere consapevoli i potenziali acquirenti delle necessità dell’animale (che non sono solo nutrirsi, dormire e poter espletare i bisogni fisiologici)e dell’esistenza di una miriade di discipline praticabili insieme che portano il cane ad essere felice, ad avere un miglior rapporto con il suo conduttore e ad essere controllato e controllabile.
Concordo poi sulla progressiva estinzione di razze che non possono vivere in uno stato di salute ottimale e su razze selezionate per scopi oggi vietati, come i combattimenti.
Pensare che un essere vivente sia appagato dal lavoro per un altro essere vivente è svilente nei confronti di entrambi.
L’alternativa al divano non è il lavoro, ma una vita piena di esperienze e affetti esattamente come per un essere umano,che a sua volta altro non è che un animale.
“Troppo spesso si confonde la felicità animale con la reattività, con l’entusiasmo emotivo e con il fare tutte le cose insieme agli umani, come quando ad esempio si valutano come momenti di felicità animale le attività sportivo-addestrative, le fiere, le esposizioni, l’andare al ristorante, le passeggiate nei centri commerciali o i radun che vengono riassunte con la tipica frase antropomorfica “è felice di farlo”.
La felicità, dal punto di vista animale, ha invece altre connotazioni collegate alle dimensioni di titolarità del proprio vivere la vita, dei propri tempi, del poter dar spazio alla propria motivazione intriseca, alle proprie domande al mondo e al piacere di nutrirsi di esperienze cognitive.”
Io pratico Ring Francese con malinois e prima pastori tedeschi I miei cani fanno morso sportive vivono in casa e a turno mi accompagnant à fare le commission e sono molto gentile con tutti. Ho avuto molti cani e sono convinta Che I problemi sono I Padron e non le razze. Per quanto riguarda l eliminazione di razze costrette la cattiva respirazione come carlin boxer bougog France I Inglesi sono d accord. Vivo in Francia lavoro I miei cani come professionista e licenza. Qui le règle sono rispespettate certes razze devono essere portate da persone munite di patenting museruola e la gente viene controllata
Sono convinto che per quanto riguarda certe razze come pitbull e simili il problema siano i padroni, ma anche una serie di altre problematiche dovute a uno sfruttamento incontrollato per la riproduzione. In questo momento in Italia però queste razze o gli incroci vivono troppo spesso in cattive condizioni, isolati, deprivati, maltrattati o rinchiusi nei canili dopo abbandoni e sequestri. Per questo credo che non riuscendo a risolvere il problema diversamente una strada, certo non l’unica, possa essere quella dell’estinzione dolce, con un divieto di riproduzione immediato. Per le razze brachicefale invece credo che questa sia l’unica strada percorribile, come oramai chiedono moltissimi veterinari. Bisogna fare delle scelte, l’importante è non restare immobili come sta succedendo in questo momento.
Pienamente d’accordo
Completamente d’accordo. Aggiungo che sarebbe ora di riflettere sulla detenzione domestica, in appartamento, di cani che per costituzione e carattere invece necessitano di spazi aperti e liberi.
Per questo sarebbe opportuno che chi desidera avere un animale, di qualsiasi specie, faccia un corso per conoscere le necessità e capire, così, le sue possibilità di tenerlo in condizioni di benessere.