Emoziona ma non convince lo spot Coop

Emoziona ma non convince lo spot Coop, sicuramente ben fatto, toccante e pieno di buone intenzioni, ma anche esagerato nelle promesse. Forse si potrebbe dire che, come è già accaduto, il regista si sia fatto prendere un po’ la mano dagli uomini del marketing.
Con grande abilità in una manciata di secondi lo spot tratteggia il mondo che vorremmo, dove il carrello della spesa è la metafora del consumatore. Un’idea affascinante e si può concordare anche sul fatto che ogni persona possa essere artefice di un cambiamento. Costringendo l’industria a rivedere le politiche ambientali, ma anche l’eticità di molti prodotti.
Per questo lo spot di Coop mi ha emozionato, ma non altrettanto mi ha convinto nel suo essere “troppo”. Sicuramente Coop è una delle catene della grande distribuzione più attenta a certi discorsi, ma non per questo può dimostrare di avere un attenzione a 360° su tutti i prodotti commercializzati. A marchio Coop oppure no.
Lo spot di Coop non convince perché esagera molto la realtà quotidiana
Nello spot abbiamo galline liberate dai capannoni, una balena salvata dalle reti e pinguini riuniti sotto lo slogan “una buona spesa può cambiare il mondo“. Ma la domanda che sorge spontanea è se davvero tutti i prodotti in vendita nelle Coop siano attenti al benessere animale, alla tutela ambientale e a quella dei lavoratori.
Il benessere animale è un argomento che sta sempre più a cuore ai consumatori: anche gli onnivori sono più attenti, non vogliono che siano inflitte sofferenze inutili. Prendiamo però le galline dello spot: questo significa che tutti i polli e le uova che Coop pone in vendita, comprese quelle usate in biscotti e simili, vengono da galline allevate su un prato?
Oppure che tutta la carne e i derivati venduti da Coop provengono da allevamenti dove i bovini stanno al pascolo? O forse questo tipo di garanzia appartiene soltanto a pochi selezionati prodotti delle linea “Viviverde”? I prodotti ittici sono commerciati da pescatori che quando perdono le reti in mare le recuperano perché hanno i sommozzatori a bordo? Quest’ultima cosa è davvero più che improbabile.
Bello spot, ben pensato, ma stimola sentimenti e pochi ragionamenti
I messaggi che stano passando sono, con tonalità diverse, tutti dello stesso tenore: compra che a sistemare il problema ci pensiamo noi. Se fai acquisti responsabili tutto si sistema, ma sappiamo che non funziona, purtroppo, così. Se si deve scegliere di bere acqua minerale in bottiglia certo è meglio acquistare un prodotto in vetro, che sia imbottigliato molto vicino. Ma la scelta giusta sarebbe quella di bere l’acqua del sindaco.
Giusto comprare carne che provenga da allevamenti bio, a filiera corta piuttosto che quella degli allevamenti intensivi, ma la scelta migliore è quella di ridurre, almeno, il consumo di carne. Non basta scegliere, occorre diminuire alcune tipologie di consumo e il consumismo. Quindi una spesa saggia, fatta nella catena più attenta, può migliorare tante cose ma non è risolutiva, non cambia il mondo.
Abbiamo bisogno di dare messaggi corretti, che non siano solo rassicuranti ma che facciano riflettere. Lo spot di Coop invece un poco deresponsabilizza: l’unico comportamento saggio per il pianeta è quello di venire a fare la spesa da noi. Manca un pezzo a questo spot: dopo aver toccato le anime bisognava anche iniziare a riattivare le coscienze, ma lo spot si è fermato molto prima.