Per i cani che non respirano veterinari inglesi lanciano la campagna #HealtOverLooks per far conoscere le sofferenze a cui queste razze vanno incontro. Cercando di coinvolgere i personaggi pubblici perché riflettano prima di acquistare questi cani e, soprattutto, non li pubblicizzino. Creando lo spiacevole effetto emulazione che tutti ben conosciamo, he porta le persone a volere lo stesso cane del loro beniamino.
Cani che non respirano e acquirenti che non riflettono: il benessere degli animali viene prima della lor estetica
La prima domanda che una persona dovrebbe farsi quando decide di dividere la sua vita con un animale dovrebbe essere: ma starà bene, potrò fargli fare una buona vita? Ma questo accade in una parte di potenziali custodi di animali non proprio così diffusa. In modo particolare quando il cane viene scelto seguendo esclusivamente criteri estetici, che lo rendono “figo”, invidiabile, desiderato. Una sorta di status symbol.
Sui cani che non respirano occorre che anche in Italia si crei una coalizione che coinvolga tutte le associazioni di protezione e i veterinari, per arrivare a modificare il mercato. Facendo capire che questi cani fanno fatica a vivere, sono davvero belli da morire. E questo non è solo un modo di dire, ma una realtà che riguarda molte razze di animali.
Occorre includere l’allevamento di queste razze nel reato di maltrattamento, seppur genetico, degli animali vietandolo
Quando la comprensione e l’informazione non raggiungono i risultati desiderati occorre cambiare rotta. Trasformando una raccomandazione in un divieto e una forma di allevamento in un reato. Portando a estinzione dolce queste razze e impedendo che possano essere legalmente allevate. Non abbiamo certo necessità di creare sempre nuove forme di maltrattamento per venire incontro alle richieste di un pubblico che non vuole vedere la sofferenza.
Il bulldog è da mozzare fiato: selezionato per sembrare un eterno bimbo, poco importa ai sui padroni, che lo vogliono con il muso sempre più piatto, che faccia fatica a respirare. Oramai è una moda planetaria, dove questa è la razza più cool del momento. Tutti la vogliono, molti ce l’hanno e sempre più spesso è presente come cane attore nelle pubblicità. Ne hanno uno divi del cinema, piloti, calciatori e anche famose influencer come Chiara Ferragni.
Ma se i veterinari chiedono a gran voce di interrompere questo maltrattamento genetico, poco viene detto da chi gli animali li deve difendere. Eppure le motivazioni non mancano per contrastare quanti scelgono di comprare queste razze, causando sofferenze agli animali. Che più hanno il muso piatto, come il soggetto della foto, e più piacciono al mercato.
Ma se il bulldog francese è un cane da mozzare il fiato, non è certo l’unica razza di animali che vive in apnea
RSI, la televisione della Svizzera Italiana, dedica loro una parte di una puntata di Falò, trasmissione di inchiesta, che ancora una volta si è occupata di animali. Per raccontare storie di persone che li salvano, di cani sottratti alle perreras spagnole o ai canili della Romania, ma anche di bulldog e carlini. E di operazioni chirurgiche necessarie per dar loro la speranza di respirare meglio.
Nel video si vedono persone che attraversano l’Europa per dare una seconda chance a cani in situazioni disperate e altre che guadagnano vendendo cani di razza. Una realtà che esiste e sempre esisterà, ma che deve essere contrastata quando il benessere degli animali viene negato per ragioni estetiche. Guardando la puntata di Falò si possono capire molte cose sul mondo che gravita intorno al miglior amico dell’uomo.
Il veterinario costretto a operare i cani che non respirano racconta, nel filmato, che il fenomeno è in crescita. Che sono sempre più i cani di queste razze a cui devono essere aperte chirurgicamente le narici, asportando anche un pezzo di palato molle. A causa di una genetica che seleziona i soggetti che in natura non avrebbero una sola speranza di vita. Per creare un cane da mozzare il fiato, il suo: un bulldog che assomigli sempre più a un essere umano.
Il maltrattamento genetico dovrebbe essere vietato, al pari del taglio della coda e delle orecchie
C’è chi si danna per dare una speranza di vita migliore a un cane, chi invece si preoccupa di soddisfare una sua necessità, di poter avere l’oggetto del desiderio, non un compagno di viaggio nella sua vita.. Forse per imitare i VIP che ne possiedono uno, ma molto spesso per colmare vuoti nella propria vita. Dove un cane che assomiglia a un cucciolo di uomo può servire spesso come surrogato di quello che la vita non ha concesso.
Ma se gli acquirenti colmano i loro bisogni affettivi, spesso diventando inconsapevoli cause di una sofferenza, gli allevatori ben conoscono le conseguenze di una selezione inversa. Nella quale vengono scelti per la riproduzione soggetti che sono portatori di difetti funzionali, ma che diventano pregi sotto il profilo estetico. Per questo sarebbe necessario fissare un divieto di riproduzione, interrompendo una catena infinita di sofferenze. Lo chiedono i veterinari, ma lo imporrebbe anche il buon senso.
Dal profilo pubblico di Federica Pellegrini su Instagram
Federica Pellegrini ha preso un cane che vive in apnea, davvero il colmo per una nuotatrice. Chi meglio di lei dovrebbe conoscere l’importanza di respirare bene? Di non essere costretti a vivere in apnea, come tutti i cani brachicefali? Federica Pellegrini ha preso un cane che vive in apnea e, per giunta, di razza. Scegliendolo come fosse una borsetta griffata: un comportamento che ha fatto arrabbiare molti, anche fra i suoi ammiratori.
Certo ognuno ha diritto di fare le sue scelte, di comprare quello che vuole. Un concetto sacrosanto che vale non solo per la Pellegrini ma che dovrebbe essere universale. Ma la libertà, quando si è personaggi pubblici, dovrebbe essere accompagnata alla responsabilità e alla consapevolezza.
Quella di appartenere a quella categoria abusata di personaggi e personaggetti che vengono definiti influencer, persone capaci di influenzare il pubblico anche in ambito di comportamenti e acquisti. Che dovrebbero essere responsabili e non far passare il messaggio che il cane si sceglie come un paio di scarpe.
Federica Pellegrini ha un cane che non respira: eppure il fiato per uno sportivo è tutto
Peraltro mentre le scarpe normalmente si scelgono belle e comode Federica Pellegrini ha preso un cane che vive in apnea, che avrà una vita tutt’altro che comoda. Tutti i cani brachicefali, quelli con il muso schiacciato per semplificare, fanno fatica a respirare, molta fatica. Tanto che alcune volte devono essere sottoposti a interventi chirurgici per respirare.
I veterinari inglesi hanno chiesto che queste razze vengano messe al bando, che non sia più possibile allevarle (leggi qui) . Questo è il senso del paradosso della scelta Federica Pellegrini ha preso un cane che vive in apnea, proprio lei che deve conoscere bene cosa significhi respirare bene. Ma che avendo scelto il cane come un accessorio probabilmente nemmeno conosce il problema.
I social traboccano di personaggi dello spettacolo con i loro cani da borsetta, talmente miniaturizzati da non poter essere messi a terra e da dover condurre una vita in sospensione. Di personaggi che grazie a un esempio irresponsabile alimentano un commercio che spesso si basa sullo sfruttamento dei cani e sulla loro sofferenza.
Il bulldog francese grazie agli influencer è diventata la razza più richiesta sul mercato
Oramai la maggior parte dei cuccioli di razza che sono offerti al pubblico provengono dai paesi dell’Est Europa, da quella che oramai da anni è definita la tratta dei cuccioli (leggi qui). Dalle famigerate puppy mills, le fabbriche dei cuccioli. E intanto i nostri rifugi restano pieni, anche grazie ai messaggi diseducativi e pessimi come quello della Pellegrini.
Ovviamente la scelta di Federica Pellegrini non poteva non essere sbandierata sui social, con tanto di ringraziamento al commerciante che, probabilmente, gli ha regalato il cane. Proprio per farsi fare pubblicità. Da domani ci sarà la fila per avere un cucciolo in apnea, un cane come quello della Pellegrini.
Federica Pellegrini forse questa volta ha proprio sbagliato vasca, stile e traguardo. Dimostrando scarsa attenzione e poca sensibilità verso la sofferenza degli animali. Non bastano like e cuoricini per rendere buona una cattiva scelta.
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