Uccisi da bracconieri una lince e un avvoltoio capovaccaio, che erano parte di programmi di reintroduzione. Gli episodi sono avvenuti a distanza di poche settimane nella regione della Carinzia, in Austria, e nei cieli del Canale di Sicilia. Una dimostrazione di quanto anche l’arrogante stupidità dei bracconieri sia trasnazionale e di come sia difficile fare conservazione. Lince e capovaccaio hanno sagome inconfondibili, quindi chi ha premuto il grilletto del fucile non ha fatto un errore, ma ha compiuto un gesto intenzionale, deliberato.
Probabilmente le motivazioni di quelle fucilate sono diverse, anche se non modificano il risultato avendo ucciso animali che non meritavano questa sorte. La lince è vittima, come tutti i predatori, di pregiudizi che la vogliono in competizione con l’uomo e in particolar modo con cacciatori e allevatori. Il capovaccaio, invece, è una vittima dell’ignoranza, che porta ancora a credere che uccidere i rapaci protegga dai tradimenti coniugali, o di qualche altro stupido pregiudizio. Chi ha premuto il grilletto probabilmente nemmeno sapeva che il capovaccaio, come tutti gli avvoltoi, è un necrofago. Animali che nutrendosi quasi esclusivamente di cadaveri, contribuiscono a evitare la diffusione di malattie. Spazzini alati importantissimi per la biodiversità.
Tutelare i predatori è fondamentale per il mantenimento degli equilibri faunistici
Nel nostro paese il bracconaggio rappresenta una presenza pericolosa e costante sul territorio, che solo raramente viene vista con tutte le sue devastanti conseguenze. Un fenomeno presente, purtroppo, anche in altri Stati europei, nonostante la presenza di normative meno filo venatorie delle nostre. Il bracconaggio è un’attività che non trova alcuna giustificazione -un tempo, almeno, si bracconava per fame o per soldi- e che è fondata su crudeltà e ignoranza. Un crimine contro il quale servono leggi con maggior potere deterrente e la creazione di una nuova cultura della coesistenza, basata sulla miglior conoscenza del mondo naturale.
Sicuramente la crisi economica è un problema che riguarda tutti i settori, senza distinzione. Non c’è quindi da scandalizzarsi se le enormi difficoltà del periodo creino problemi anche a circhi e zoo, ma la questione è altra. Ogni azienda di una certa dimensione, sapendo che per molti motivi si possano creare problemi economici, dovrebbe avere un piano di contingenza, specie quando ha a che fare con esseri viventi.
Se gli zoo minacciano di uccidere gli animali è giunto il tempo di rivedere la normativa
Le attività relative alla conservazione sono importanti, ma non ci si può nascondere dietro la necessità di difendere la biodiversità per fare affari. Lo prova il fatto che quasi tutti gli zoo abbiano fondazioni che si occupano di difendere la natura, che sono più o meno serie a seconda di quanto lo siano i gestori degli zoo. E alcune sono davvero poco credibili. Come incredibili sono le difese dei circensi, che si trincerano dietro il loro amore per gli animali per giustificare gli animali detenuti nei carrozzoni.
Bisogna imporre regole ferree a chi detiene animali negli zoo, sul benessere e sulle necessità che giustificano la loro cattività, togliendo come motivazione la componente didattica. Obbligandoli a non sopprimere gli animali, a non cederli ai circhi (questo avviene anche per zoo apparentemente ineccepibili). A utilizzare le loro strutture come centro di detenzione e recupero per animali in difficoltà e per la fauna esotica sequestrata.
I primi che dovrebbero essere chiusi sono gli zoo safari, dove vengono fatte entrare auto nei recinti
Se ci fossero delle smentite, da parte delle associazioni degli zoo, sarebbe una buona cosa che venissero corroborate dai dati relativi al numero delle specie a rischio di estinzione. Naturalmente questo dato dovrebbe essere messo in rapporto con il numero di animali detenuti senza utilità per la conservazione, per la tutela della biodiversità.
C’è bisogno di certezze, non di difese basate su presupposti obiettivi che non corrispondano alla realtà dei fatti. Fornendo anche l’indicazione di quanti animali siano soppressi ogni anno negli zoo, per motivi diversi da una compassionevole eutanasia in caso di malattia incurabile.
Per non parlare dei parchi tematici dove si può fare il bagno con gli animali, festeggiare compleanni, fare feste e eventi e interagire con animali selvatici. Utilizzati come se fossero dei lavoratori delle strutture. Che risultano essere, in molti casi, membri dell’EAZA, l’Associazione Europea di Zoo e Acquari che ha fra i suoi soci anche il Parco Faunistico Zoom di Torino. Che propone ai suoi visitatori, in tempi di apertura ovviamente e non ora, incontri come quelli che si possono vedere nel video.
Per correttezza è giusto segnalare che il Parco Zoom non ha mai minacciato di sopprimere i suoi animali a seguito della crisi. Promuove l’acquisto di biglietti open, in attesa della riapertura.
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