La morte di Daniza, colpa dei media?
Morte Daniza colpa dei media? Due anni fa moriva Daniza, uccisa da un’overdose di narcotici come stabilirà la necroscopia fatta dal dottor Rosario Fico, responsabile del Centro di referenza nazionale per la medicina veterinaria forense. Una morte inutile, con qualche responsabilità nei giornali che han trasformato una banale situazione di gestione in un problema.
Nel nostro paese la stampa ha un’attitudine a creare mostri e specie quando tratta di animali, ha la caratteristica di mescolare vero con verosimile, verità con bugia, racconti immaginari in avventure vissute, come è accaduto per l’aggressione del famoso fungaiolo Daniele Maturi, in cui nulla di quanto dichiarato è stato mai provato, anzi quasi tutto è stato ampiamente smentito dalle indagini. Per non parlare degli strappi sui jeans fatti dalle unghie del plantigrado, in orizzontale invece che in verticale.
Morte Daniza colpa dei media ? Probabilmente si, perché nell’estate di due anni fa i giornali hanno montato la finta aggressione, le problematiche degli orsi e hanno colpevolmente soffiato sul fuoco della paura dei valligiani. Sanno che basta poco, gli argomenti sono virali e si comportano come le valanghe: mano mano che passa il tempo si ingrossano e con l’incedere dei giorni piccoli episodi riescono a creare grandi drammi, fasulli, di cartapesta come la credibilità dell’ex pugile aggredito da Daniza. Volete una prova? Dichiarò che Daniza l’aveva aggredito e che gli aveva morso un piede, esibendo uno scarpone trapassato da due canini: ma Daniza aveva un canino spezzato e non poteva aver lasciato quel segno e anche la distanza fra i denti non corrispondeva affatto alle misure rilevate sul corpo dell’orso.
Ma oramai il mostro era stato creato, l’orso aggressivo e pericoloso che predava gli armenti e aggrediva gli umani aveva preso il posto che meritava nell’immaginifico popolare, alimentato dai racconti dei cacciatori, da agricoltori vittime di mostri mitologici che avevan sembianze d’orso. Per questo è morta Daniza, per un caso agitato dai giornali, che han stimolato la politica, che si è fatta condizionare dalle paure, dalle convenienze dei rapporti con il mondo agricolo e quello venatorio fino a dire che Daniza andava catturata, ingabbiata, eliminata se fosse stato necessario.
Il treno era partito e era un treno che avrebbe alla fine decretato la morte di Daniza, secondo l’italica logica che un incidente può sempre capitare. E’ capitato a uomini come Sindona, in un carcere di massima sicurezza, vittima di un caffé corretto, forse è capitato a un Papa come Albino Luciani, poteva certo capitare a un’orsa, rea di aver messo in croce la politica, che prendeva i soldi dei progetti Life e poi negava di aver dato la disponibilità a trasformare un meleto in una terra anche per gli orsi. Che ricordiamolo stavano al Trentino come la nazione Sioux agli Stati Uniti: c’erano prima dei meleti e tornavano a occupare una piccola porzione del territorio.
Ma la storia del nostro paese è fatta di emozioni, troppo spesso, e poco assai di ragioni è così l’anno successivo gli orsi han quasi perso il palcoscenico, soppiantati dai lupi assassini, rei di assalire le greggi, di gettare le famiglie nel panico, di far nascere paure per l’incolumità dei bimbi, puranco se l’ultimo attacco di un lupo a un uomo si perde nei secoli.
Certo lo scenario è diverso, un lupo è pur sempre un canide, con logiche e comportamenti diversi da un orso, vive in branco: è più facile da colpire e da uccidere. Così nell’estate 2015 e nel 2016 il demone cambia fattezze, si fa lupo, grazie ai giornali, alle trasmissioni televisive come Le Iene, di cui questo blog si è ripetutamente occupato. Non c’è pace per la fauna quando i media non divulgano informazioni scientifiche ma danno corpo a mostri, fanno rivivere le paure, sbandierano il termine “predatori” come se noi uomini fossimo verginelle.
Per questo è morta Daniza, per questo in Italia i predatori sono vittime dei miti che certa stampa gli ha cucito addosso per vendere, copie o pubblicità, per fare audience e qualche centinaia di migliaia di click. L’informazione è talmente povera che nessuno sa che il veterinario che si occupò della telenarcosi di Daniza è stato rinviato a giudizio dalla GUP di Trento è che solo un’oblazione provvidenziale ha permesso di estinguere il reato senza conseguenze, con buona pace dell’Ordine dei Veterinari di Trento. Per arrivare a questo un valzer giudiziario che ha coinvolto la Procura di Trento, che voleva archiviare, il GIP Carlo Ancona che impose la riapertura dell’indagine e al fine un rinvio a giudizio per il reato punito dall’articolo 727 bis del Codice penale: una contravvenzione che si può estinguere con qualche migliaio di euro.
La tutela della nostra fauna, per il legislatore, vale molto ma molto meno dei soldi che l’Europa ha investito sui progetti LIFE per lupi e orsi.