Il lupo preda i cinghiali e questa non dovrebbe essere una novità, se non per quanti cerchino di alimentare leggende sulla sua pericolosità. La conferma arriva dal Parco di Veio, alle porte di Roma, che registra nel suo territorio la presenza di tre branchi. I pochi casi di predazione di animali d’allevamento riguardano casi in cui gli stessi sono lasciati senza vigilanza. Un tipo di comportamento che non è più in linea con il ritrovato equilibrio portato dal ritorno del lupo.
Come è stato ripetuto incessantemente per evitare predazioni i pastori devono presidiare il pascolo, usare i recinti elettrificati e i cani da guardiania. Il Parco di Veio, comunque, risarcisce gli allevatori degli animali predati dal lupo. Anche se non hanno usato le necessarie cautele per la loro tutela. Un comportamento che molti ritengono ingiusto, ma che in questa fase risulta utile come attività di mitigazione dei conflitti.
Un altro dato interessante è che non sono stati registrati casi di predazione di cani e gatti, a dimostrazione che i branchi sono ben strutturati. Questo genere di attacchi, verso gli animali domestici, in genere può raramente accadere quando per varie ragioni i branchi sono in difficoltà. A causa individui feriti o mutilati o per episodi di bracconaggio che hanno ridotto il numero dei componenti del branco.
Se il lupo preda i cinghiali ne tiene sotto controllo il numero, in modo molto più efficace di quanto facciano i cacciatori
In un momento delicato, in cui si sta eseguendo un censimento per stimare la presenza dei lupi sul territorio, occorre che l’informazione sia corretta. Evitando i sensazionalismi e i titoli a effetto, come sta accadendo con maggior vigore in questo periodo. Mirati probabilmente, una volta terminato il censimento, a cercare di ottenere l’autorizzazione al prelievo venatorio. Un’ipotesi che deve essere assolutamente scongiurata.
Occorre interrompere definitivamente una gestione faunistica fatta a fucilate, mentre bisogna guardare sempre di più la cura del nostro capitale naturale ponendo una grande attenzione agli equilibri. Che sono quelli che consentono di mantenere un ambiente ricco di biodiversità e migliore anche per l’uomo. Occorre rivedere in modo complessivo il nostro modo di convivere con gli animali, imparando che solo il bilanciamento degli interessi ci consentirà di vivere sicuri sul pianeta. Evitando pandemie devastanti come quella di Covid.
Succede raramente ma per fortuna esistono anche allevatori che difendono i lupi, ritenendoli predatori indispensabili per garantire l’equilibrio degli ecosistemi. Animali con i quali occorre convivere, accettandone i costi, decisamente inferiori rispetto ai benefici. Una visione illuminata e corretta, che dovrebbe essere diffusa come esempio di mitigazione dei conflitti.
Seguendo questa filosofia è nato nella Murgia il progetto ALLUPO, creato dall’unione delle parole allevatore e lupo. Un’idea che si pone controcorrente rispetto alle continue lamentele che arrivano dai pastori, schierati quasi sempre contro il lupo. Visto come un nemico invece che una risorsa.
Il progetto, iniziato a gennaio 2016, è stato ideato dall’Associazione Centro Ricerche per la Biodiversità (Ce.R.B.) in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia (PNAM), Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari (UniBa). Insieme alle aziende agricole masserie Tre Fratelli Corte Cicero e Jazzo Corte Cicero – la lana del lupo situate in agro di Altamura, ed è stato finanziato dalla Fondazione con il Sud e co-finanziato dal PNAM.
I lupi predano i cinghiali, loro preda d’elezione regolandone la presenza
I membri del progetto ALLUPO riconoscono ai lupi di esercitare un’azione benefica per il territorio predando i cinghiali, che costituiscono la loro principale risorsa alimentare. Difendendo in questo modo l’ambiente dai danni che possano derivare da un’eccessiva proliferazione degli ungulati.
Allupo è un’iniziativa controcorrente, contro l’abbandono della campagna e dell’attività pastorale, contro le uccisioni del lupo, contro le produzioni intensive, contro il depauperamento delle risorse naturali.
Sul sito del progetto si possono trovare le azioni intraprese che raccontano le interazioni e gli effetti positivi per il territorio. Una visione decisamente innovativa, realizzata in sinergia con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia (PNAM), voluta e creata però dalle stesse aziende agricole. Un esempio che dovrebbe essere seguito e imitato anche in altre regioni del paese.
Gli allevatori che hanno dato vita a questo progetto ammettono che ci possano essere delle predazioni, sostenendo anche che proteggersi dai lupi non sia però difficile. Valutando come la perdita di qualche animale sia ampiamente ricompensata dai vantaggi economici e ambientali prodotti dalla sua presenza.
La diffusione del progetto ALLUPO serve come testimonianza delle positive ricadute sui territori prodotte, per esempio, dal turismo naturalistico. Una condizione che spezza i luoghi comuni tanto cari al mondo venatorio. utilizzati per strumentalizzare gli allevatori e farli schierare contro i lupi. Generando allarmi ingiustificati nella popolazione.
I pregiudizi nei confronti dei lupi devono lasciare il posto a considerazioni diverse, a una visione basata su dati scientifici. Il lupo è soltanto un animale, non è né buono, né cattivo. Rappresenta una tessera importante di un mosaico, che deve essere rispettata e considerata per il suo valore.
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