Ma se l’orsa Jj4 alleverà i cuccioli resta sempre aperta la questione della gestione trentina degli orsi
Gli orsi del Trentino hanno iniziato a diventare un problema poco dopo la loro reintroduzione dalla Slovenia. Pur voluta dall’amministrazione e dai residenti che pensavano, evidentemente, che la gestione dei plantigradi in un territorio fortemente antropizzato fosse cosa semplice. Scontrandosi con una realtà diversa e con una popolazione non preparata, in quanto non adeguatamente informata.
Ora Jj4 è stata catturata, proprio alcuni giorni fa, e i test genetici hanno dimostrato che fosse proprio lei l’orso entrato nella trappola predisposta per M49. All’orsa è stato messo un radiocollare, come prevede il protocollo, ed è stata immediatamente rilasciata. Se non fosse intervenuta la sentenza del TAR di Trento il suo abbattimento sarebbe diventato molto più facile da eseguire, proprio grazie ai tracciati GPS.
Quindi stiamo parlando di un animale che da 17 anni vive nei boschi del Trentino, da perfetto sconosciuto. Non risultano precedenti a carico dell’orsa e se si trattasse di un uomo si direbbe che si tratta di un incensurato. Un orso che ha fatto la sua vita, cercando di starsene lontano dagli uomini. Vivendo probabilmente con timore il contatto con l’uomo. Un comportamento che si può definire salvifico: più i selvatici stanno lontani dagli uomini, più hanno speranza di vivere tranquilli.
Jj4 orsa sotto tiro non ha mai rappresentato un pericolo per l’uomo per 17 anni lunghi anni
Un orso è solo un orso, come un lupo è solo un lupo. Non vanno umanizzati, non sono animali simpatici, non hanno comportamenti umani, non sono buoni per definizione. Sono animali selvatici che compongono, proprio con il loro essere uno dei tasselli, il grande puzzle della biodiversità. Vanno valutati per quello che sono, non sono pericolosi a priori, non hanno comportamenti umani. Vivono comportandosi come l’evoluzione che ha avuto la loro specie gli ha insegnato.
Non occorre essere un etologo, lo può capisre anche Maurizio Fugatti, che quest’orsa non è possibile definirla problematica: per mancanza di presupposti oggettivi nei suoi comportamenti. Ha messo in atto un atteggiamento terrifico dando vita a una baruffa, ma se avesse voluto fare danno davvero le conseguenze sarebbero state ben diverse. Ma noi umani non siamo prede per i plantigradi, al massimo rappresentiamo dei seccatori da tenere a bada, specie se gli orsi hanno cuccioli con loro.
Quindi se l’orsa Jj4 ha avuto un comportamento naturale .più di quello degli escursionisti che vanno per boschi in modo disinvolto pur sapendo che sono popolati dai plantigradi e in primavera per giunta, l’anormalità dove sta? Nell’atteggiamento muscolare, cieco e insensato di Maurizio Fugatti e dei suoi sodali che forse sanno poco di animali ma molto di politica. E per questo usano modi e toni da comandanti in capo: io comando, io decido, io firmo la condanna a morte. Non tanto perché quest’orsa rappresenti un pericolo, ma perché bisogna dimostrare chi ha in mano il potere.
Sarà vero che i parlamentari trentini della SVP sosterranno il governo, in bilico al senato, se avranno carta bianca sulla gestione dei predatori?
Corre voce, e qualche giornale l’ha già ripresa, che la formazione politica della minoranza linguistica tedesca, dopo mesi di sostegno al governo in carica, stia presentando il conto a Conte. Per sostenere il governo, per impedire che possa cadere al Senato dove i numeri sono davvero risicati. Per questo sembra che abbiano chiesto una gestione “speciale” per i predatori del Trentino.
La maggioranza ormai risicata, specie al Senato dove sopravvive solo grazie ad un voto, è infatti garantita dai rappresentanti dell’Svp. Ed allora cosa succede? Si va a battere cassa. I tre parlamentari della Svp hanno infatti subito chiesto l’autorizzazione ad abbattere orsi e lupi ed in generale i predatori carnivori in Trentino Alto Adige.
Tratto dall’articolo pubblicato dalla Voce del Trentino il 3 luglio 2020
Si sperava che la pandemia potesse avere qualche effetto migliorativo sulla politica. Creando i presupposti per una coesione fatta nell’interesse di tutti gli italiani. Ma così non è stato, ci mancano statisti e abbiamo un esubero di arruffa popolo. Che spesso coincidono con quelli che vogliono una gestione faunistica interamente gestita dai cacciatori. I politici che prendono soldi per reintrodurre gli orsi e poi cercano consensi per sparargli. Mai come nel caso di questa orsa, senza motivo: la sua vita viene barattata per un pretesto.
Non sudditi ma cittadini attivi, contrari a far usare gli animali come merce di scambio
Per questo io sto con Jj4 o con Gaia, come vi fa piacere chiamarla: detesto le ingiustizie e ogni forma di arroganza. Non solo quando questo riguarda un povero orso, con 17 anni di buona condotta sulle spalle, ma sempre. Sarà che cerco di essere un cittadino e detesto tanto i sudditi quanto quelli che si credono regnanti. Dimenticando che solo la natura nella sua complessità regna sul pianeta, non la politica dei sottoscala, non il mercato di voti e favori.
È stata identificata l’#orsa in Trentino: #Gaia, come la Madre Terra, una Madre da proteggere.
Ho diffidato il presidente della Provincia di #Trento che vuole ucciderla. Stiamo usando tutti i mezzi a disposizione per chiarire che l’uccisione di un animale non è una soluzione pic.twitter.com/FtBLqKaXy8
L’ordinanza di abbattimento dell’orso in Trentino, colpevole di aver avuto un incontro ravvicinato con due escursionisti locali, è decisamente sgradita al ministro Sergio Costa. Il provvedimento, firmato dal presidente della provincia trentina Maurizio Fugatti, prevede l’abbattimento di un orso non ancora identificato e potrebbe essere impugnato dal Ministero dell’Ambiente. Ritenendo l’ordinanza emessa dalla Provincia di Trento troppo frettolosa e poco rispondente ai criteri previsti dai piani di gestione.
L’abbattimento è stato deciso a causa di un incontro ravvicinato con un orso al quale i due camminatori avevano invaso il territorio. Forse inconsapevolmente, anche se si tratta di residenti e cacciatori, che ben dovrebbero conoscere il territorio. Il plantigrado responsabile di aver causato leggere ferite ai due camminatori potrebbe essere stata una femmina, che difendeva i cuccioli.
Ora il ministro Costa ha deciso di chiedere un parere all’avvocatura dello Stato sull’ipotesi di poter procedere con un’impugnativa. Per fortuna al momento l’orso in questione risulta essere ancora sconosciuto e sarà identificato con certezza solo grazie alle analisi sul DNA. Questo consente di avere qualche giorno di respiro in attesa dell’eventuale impugnativa. E già contro l’ordinanza di Fugatti sono state raccolte in poco tempo oltre 60.000 firme. Con una petizione online, importante ma meno risolutiva dell’impugnazione del provvedimento.
L’abbattimento dell’orso non pare giustificato da quanto previsto nei piani di gestione
Se il Ministero dell’Ambiente ricevesse semaforo verde dall’avvocatura dello Stato per presentare ricorso potrebbero restare congelate le operazioni per l’abbattimento del’animale, in attesa della sentenza. Ma questa ipotesi rappresenta anche l’ultima speranza per la vita dell’orso. Considerando che Fugatti si è dimostrato, da sempre, molto poco propenso a promuovere strategie di pacifica convivenza al posto degli abbattimenti.
Queste scelte stanno provocando molte reazioni in tutta Italia, che accusano il Trentino di aver preso i fondi europei ma di non rispettare gli accordi. Anche molti residenti si sono dimostrati contrari a questo tipo di scelte, chiedendo il rispetto degli orsi. Senza poter dimenticare il ritorno economico prodotto dall’ecoturismo dei tanti che scelgono il Trentino proprio nella speranza di poter vedere l’orso e la fauna alpina della zona.
Il ministro Sergio Costa aveva cercato di evitare anche la cattura di M49, che aveva ribattezzato Papillon, come il celebre evaso
Le due province autonome hanno però statuti e competenze speciali, che forse andrebbero rivisitate su alcuni argomenti. Queste consentono una maggior autonomia, rispetto alle regioni a statuto ordinario, su molti argomenti, compresa la gestione faunistica.
In attesa di conoscere gli esiti degli esami del DNA, che porteranno all’identificazione certa dell’animale, si può sperare che la Provincia di Trento realizzi un piano di informazione degli escursionisti, prevedendo precise norme di sicurezza. Per evitare che comportamenti, anche involontari, possano comportare reazioni difensive da parte degli orsi, ai quali è l’uomo a invadere il territorio e non viceversa.
Aggiornamento delle 20 del 3 luglio 2020. È stato identificato con il DNA l’orso della scaramuccia con gli escursionisti che, come previsto è una femmina, che stava difendendo il territorio dei cuccioli. Sempre più determinato il ministro nel chiedere la sospensione dell’ordinanza di abbattimento. L’orsa, identificata con il codice Jj4 (una femmina di 14 anni) è una delle figlie di Jurka, una delle capostipiti del progetto che è stata catturata nel 2007 e rinchiusa a Casteller in quanto ritenuta un’orsa problematica.
Nemmeno il coronavirus ferma la caccia all’orso M49 che ora si trova in provincia di Bolzano, dopo aver lasciato l’Alto Adige dove aveva trascorso il letargo. Il cambio di provincia era inevitabile, considerando che era stato trasportato al centro di Casteller quando era stato catturato. Rendendo impossibile, dopo la fuga, il suo ritorno nelle zone di provenienza.
Sia in provincia di Trento che in quella di Bolzano l’orso M49 risulta essere un ospite sgradito, a causa della sua abitudine di avvicinarsi alle case. Un comportamento motivato dalla ricerca di cibo, che lo ha già messo nei guai in altre occasioni. E che ha fatto mettere sulla sua testa una sorta di taglia, facendolo definire “orso problematico”.
In tempi di epidemia di coronavirus la mobilità della fauna è aumentata, grazie alla minor presenza di esseri umani, alla diminuzione del traffico e delle presenze. Una condizione che rende gli animali più audaci, più disponibili a riprendersi quegli spazi che avevano dovuto dividere con noi.
I cambiamenti climatici portano a risvegli anticipati dal letargo, anche dell’orso M49, ma la natura non è pronta
Con l’innalzamento delle temperature il letargo degli animali dura meno, ma spesso si risvegliano troppo presto rispetto alle loro necessità alimentari. Per questo finisce che la ricerca del cibo, che non trovano con facilità, li porta a avvicinarsi sempre di più agli insediamenti umani.
Il problema purtroppo non riguarda solo gli orsi, ma anche altri mammiferi e persino gli uccelli migratori come le rondini. Che sono arrivate in Europa con grande anticipo rispetto alle date usuali che coincidono con i primi giorni di primavera. Ma mettersi in viaggio per una migrazione così lunga e così dispendiosa, in termini di energie necessarie, non è cosa facile se lungo il tragitto il cibo non è abbondante.
Ma M49 è un orso sul cui capo pende un destino certo, che prima o poi dovrà compiersi, nonostante gli sforzi di molti e il tifo dell’opinione pubblica per farlo restare libero. Sull’orso infatti pendono due decreti di cattura o di abbattimento, disposti dalle due province interessate al suo vagare: Trento e Bolzano.
Nel frattempo, causa coronavirus, viene rimandato il processo nei confronti di Ugo Rossi, ex presidente del Trentino
Il processo per la morte dell’orsa KJ2, morta durante un maldestro tentativo di cattura, doveva aprirsi a Trento il 6 marzo. Ma a causa del coronavirus il processo è stato slittato, come disposto per tutte le altre udienze, al 28 settembre. In quella data finiranno alla sbarra Ugo Rossi, ex presidente della Provincia di Trento e il responsabile di allora del servizio faunistico Trentino.
I due sono stati rinviati a giudizio dopo una serie di azioni giudiziarie attivate da diverse associazioni protezionistiche dopo la morte di Kj2. Ma questo ovviamente non ha mutato le intenzioni degli attuali vertici delle due province autonome, che vogliono vedere M49 rinchiuso, almeno, presso il centro di Casteller dal quale era evaso.
Resta la speranza che questo periodo di grande difficoltà che stiamo vivendo, a causa dell’epidemia di coronavirus, ci faccia cambiare atteggiamento. Cercando di comprendere che per sopravvivere anche l’uomo deve pensare di condividere e non solo di possedere il pianeta Terra.
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