Un cane non si adotta in mezzo alla strada
Un cane non si adotta in mezzo alla strada, sotto un ponte della tangenziale, in un parcheggio. Un animale non è una cosa e non basta volergli dare un futuro a ogni costo perché il desiderio si trasformi in una buona adozione. Non bisogna generalizzare, non tutte le staffette pensano solo al denaro e non sempre gli animali vengono trasportati malamente.
Questo non toglie che ci siano molti, troppi rischi quando questi animali in cerca di fortuna vengano fatti adottare malamente. Preoccupandosi più di decongestionare le strutture che non di valutare con attenzione gli incroci dei destini fra uomini e animali. I cani che non corrispondono ai desideri di chi li ha adottati spesso finiscono nei canili e li rischiano di restarci a vita. Il lato più importante non è l’aspetto ma il carattere, il comportamento e sono proprio questi fattori a far fallire spesso le adozioni.
Un cane che è in una struttura ha seguito un percorso sia sanitario che di osservazione. Gli educatori conoscono il suo carattere e sono in grado di incrociare i suoi bisogni con le necessità, ma forse sarebbe più giusto parlare di possibilità, di chi adotta. Ci sono persone che hanno il cuore grande, ma non hanno la capacità di gestire un cane problematico. Bisogna tenerne conto sempre, per questo esistono nei canili protocolli codificati per abbinare cani e richiedenti.
Un cane non si adotta in mezzo alla strada e gli adottanti vanno selezionati
E’ vero che la situazione del randagismo al sud sia un disastro. Indegna di un paese come l’Italia, grazie a decenni di attività non fatte, di corruzione, di cattiva educazione, di mancate sterilizzazioni e chi più ne ha più ne metta. I cani però meritano qualcosa di più di una speranza di una buona adozione, hanno diritto a un affido consapevole. Un’immagine racconta l’aspetto, che è la componente meno importante per poter sperare in una vita felice in comune. Per questo è importante che l’adozione avvenga presso una struttura.
E’ vero che al Sud molto spesso i cani sono considerati meno dei rifiuti, anche se valgono ben più dei rifiuti per quanti speculano su di loro e non sono pochi. Ma nemmeno il nord dell’Italia è il paradiso per gli animali, anche se c’è meno randagismo e maggior attenzione. Difficile però poter affermare che ogni cane che raggiunga il nord sia salvo e abbia un futuro radioso davanti alle sue zampe.
Chi vende questa condizione come una certezza ricorda un po’ le promesse fatte dagli scafisti ai migranti. Quando la disperazione rende credibile il fatto che l’Italia sia un paese ricco, accogliente e senza pregiudizi.
L’accumulo compulsivo di animali è sempre in agguato
I casi di cani maltrattati, tenuti in stato di abbandono, dimenticati nei canili non sono un’esclusiva del sud Italia. Gli accumulatori di animali sono un problema serio e ne raccolgono a decine, proprio grazie alla rete. Persone con gravi disturbi del comportamento che, forse, sono più diffuse al nord che al sud. La dove la vita sociale è meno sfilacciata e il disagio mentale può contare su reti parentali e amicali più concrete. Grazie al cuore grande che spesso hanno le persone del sud.
Prendere un cane dalla strada, da un canile, spesso grazie a veterinari e strutture pubbliche sin troppo accondiscendenti nei confronti dei viaggi della speranza, svuota i canili ma non risolve. Non sono i furgoni delle staffette illegali, quelle che viaggiano su mezzi non autorizzati e trasportano gli animali malamente, la soluzione del problema.
Che fine faranno i cani ipercinetici, non socializzati, aggressivi, malati che vengono consegnati a adottanti senza esperienza? Persone alle quali era stato promesso un cane equilibrato, mentre si trovano, invece, con un animale ingestibile o malato? Per non parlare di quanti finiscono dagli accumulatori, di quelli che scappano appena arrivati o due giorni dopo: poveri animali incolpevoli che son giunti al nord per finire sotto la stessa auto che li avrebbe, forse, investiti al sud.
Gli staffettisti talvolta sono soltanto dei mercenari
Questi cani fanno bene solo a chi li spedisce, sia che ci guadagnino sopra, sia che servano a rendere credibili improbabili salvatori oppure a gonfiare il portafoglio di chi ne ha fatto un commercio. Quelli che si comportano come i trafficanti di cuccioli. Benefattori muniti di Postepay per ricevere pagamenti in nero, che consegnano i cani nelle piazzuole autostradali. Senza scrupoli, pur sapendo che un cane non si adotta in mezzo alla strada, e tantomeno si fa adottare in sicurezza a bordo autostrada.
Benissimo i cani mandati dal sud al nord, ma solo presso strutture dove chi vuole un cane possa conoscerlo, ma anche essere valutato. La scelta di un compagno con il quale condividere la vita non è cosa da prendere alla leggera. Una persona responsabile sa che deve adottare il cane adatto alle sue abitudini di vita, alle sue capacità e esperienza, alla sua età. Le adozioni responsabili costituiscono un vero cambio di vita per gli animali, l’unico possibile perché molto difficilmente quelli fatti adottare in modo serio ritornano in canile.
Qualcosa non funziona da troppo tempo nella gestione del randagismo e fra quelli che ci hanno guadagnato ci sono gli staffettisti illegali. Insieme ai canili d’appalto e alle amministrazioni pubbliche spesso incapaci, alcune volte colluse. Bisogna cambiare strategia quando le cose non funzionano e i primi a doverlo fare sono lo Stato e le Regioni.
Nel frattempo resta una sola certezza: un cane non si adotta in mezzo alla strada.