Il trasporto di animali vivi è sempre causa di grande sofferenza, ma le navi stalla si possono rivelare delle trappole senza scampo per gli animali. Il grande pubblico spesso ha un’idea sommaria delle sofferenze che sono causate dal trasporto su gomma, ma la maggioranza non sospetta neppure che animali da reddito viaggino via mare. Per ragioni commerciali, incrementando la sofferenza già patita negli allevamenti intensivi. Una vergogna che l’Europa non può più far finta di non vedere.
Da molto tempo le associazioni che si occupano dei diritti degli animali si battono contro il trasporto di animali vivi. Costretti molte volte a compiere tragitti lunghi migliaia di chilometri, in ogni stagione, con ogni tempo. Per essere quasi sempre macellati una volta giunti a destino, dopo viaggi che possono durare giorni oppure anche mesi, come sta accadendo a due navi stalla nel Mediterraneo. Con il loro carico di migliaia di bovini costretti a un viaggio infernale, verso un destino certo: la morte.
Entrambe le navi cargo sono partite per il loro viaggio da porti spagnoli, con destinazione Medio Oriente. Per diverse ragioni il viaggio, eticamente sempre inaccettabile, non è andato come doveva e le due navi, la Karim Allah e la Elbeik, sono rimaste, per mesi, in alto mare. Scaraventando quando occorreva i capi morti durante questo viaggio atroce nelle acque del Mediterraneo. Gli oltre 800 vitelli della Karim Allah sono alla fine stati sbarcati nel porto di Escombreras in Cartagena, in Spagna. Per essere macellati sul posto in quanto affetti dal virus della lingua blu, una malattia che li aveva fatti rifiutare dal paese di destinazione.
Non si capisce perché l’ispezione veterinaria ufficiale non abbia testato gli animali per verificare se erano malati. Il governo spagnolo ha agito con pochissima trasparenza in questo caso e molti dubbi restano da risolvere. Ci auguriamo che questo scandalo serva almeno a porre fine all’esportazione di animali vivi in paesi al di fuori dell’Unione europea.
Silvia Barquero, Direttrice di Animal Equality – dal sito spagnolo di Igualdad Animal
Le sofferenze inflitte agli animali della Karim Allah e della Elbeik devono servire come monito per un definitivo divieto
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Qualcuno potrebbe obiettare che tanto si trattava comunque di animali destinati a essere macellati, quindi con un destino segnato. Questo non può giustificare in alcun modo le ulteriori sofferenze e i maltrattamenti ai quali gli animali sono stati sottoposti. Non esiste una sola ragione che possa giustificare i trasporti dell’orrore, quando esistono tutte le possibilità di far viaggiare le carni e non gli animali. Una decisione che non può più essere rimandata, per compassione verso gli animali, per buon senso, per etica e non ultimo per un inutile inquinamento e dalla dispersione in mare delle deiezioni degli animali.
La sofferenza causata solo per profitto è la peggiore forma di crudeltà, non avendo nulla a che vedere nemmeno con le esigenze alimentari. Questi maltrattamenti sono compiuti soltanto per ottenere un maggior profitto dagli animali, senza altro tipo di giustificazione. Le navi stalla sono purtroppo una realtà planetaria, che non coinvolge solo i paesi del bacino del Mediterraneo. Le navi stalla riguardano anche milioni di ovini che vengono trasportati dall’Australia sino ai Paesi asiatici o del Medioriente.
Molti di questi viaggi sono destinati verso paesi che praticano l’uccisione degli animali senza stordimento preventivo
La macellazione degli animali senza preventivo stordimento è una realtà che accomuna la religione ebraica e quella islamica. Un precetto religioso divenuto anacronistico dall’avvento della possibilità di refrigerare le carni che ha reso poco importante la presenza di una maggior quantità di sangue. Un tipo di macellazione che ha avuto sin troppa compiacenza da parte della Comunità Europea, che ha subito per decenni le pressioni delle lobby religiose.
Recentemente l’Alta Corte di Giustizia Europea ha sancito che ogni paese europeo può decidere di vietare liberamente la macellazione senza stordimento preventivo. Il divieto non può essere ritenuto lesivo delle libertà religiose delle minoranze, ma deve tutelare la sempre maggior attenzione che i cittadini manifestano nei confronti dei diritti degli animali.
Ma se peri bovini stipati sulla Karim Allah la questione si è tragicamente risolta, con il loro abbattimento in un porto spagnolo, lo stesso non si può ancora dire per gli animali, più di 1.700, trasportati sul cargo Elbeik. Attualmente alla fonda in un porto greco, dove solo grazie alle pressioni esercitate dall’organizzazione internazionale Compassion in World Farming (CIWF), i bovini hanno ricevuto cibo e assistenza. Non ci sono ancora certezze sul loro destino, nonostante siano in viaggio dalla metà di dicembre verso i porti della Libia e della Turchia.
Una vera e crudele tortura della quale qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere. Per non aver fatto esami preventivi sullo stato di salute degli animali, che sono anche loro risultati positivi al virus della Blue Tongue.