Far rivivere il Corpo Forestale dello Stato è un’idea che si sta facendo strada. In previsione di una sentenza della Corte Costituzionale.
Ma davvero potrebbe essere un’operazione sensata quella di far rivivere il Corpo Forestale dello Stato? Scorporandolo nuovamente dai Carabinieri?
Un’operazione che avrebbe un costo molto alto per lo Stato, sia in termini economici che di credibilità. Gettando alle ortiche ingenti fondi di un bilancio risicato.
Non sempre il rimedio è migliore del male generato. Il Corpo Forestale dello Stato andava riformato, modernizzato, snellito e fatto funzionare. Senza necessità di scioglierlo e farlo confluire nei Carabinieri. Ma oramai il pasticcio è stato fatto e fatta frittata non si possono ricreare le uova.
In attesa di leggere quanto indicherà la Consulta, che credo non potrà esimersi dal sottolineare non si può far diventare militare un civile per obbligo, la politica dovrebbe studiare scenari possibili. Che non sottraggano risorse alla lotta ai crimini ambientali.
Basti pensare, prima di pensare di far rivivere il Corpo Forestale dello Stato, quanto sia costato riverniciare e reimmatricolare i mezzi, rifare i brevetti e le patenti, le divise, le insegne, i blocchi dei verbali. Una cifra difficile da quantificare con precisione ma che sicuramente assomma a qualche milione di euro.
Soldi che potevano essere spesi meglio? Sicuramente sì, considerando che queste risorse potevano essere destinate a potenziare la vigilanza ambientale e che, invece, sono andati in un’operazione di maquillage. E ora? Il rischio è quello che questo ritorno al passato serva solo a gettare altri soldi.
Nel nostro paese siamo ben lontani da fare piani di periodo, non riusciamo a concepirli nemmeno per situazioni emergenziali banali, come il contenimento del randagismo. Per fare un esempio restando in tema. Così ogni esecutivo che arriva ha come scopo principale quello di smontare le riforme precedenti. Di qualsiasi colore sia.
Una scelta prudente potrebbe essere quella di lasciare le cose come stanno, separando però in modo netto l’operatività dei Carabinieri da quella dei Carabinieri Forestali. In modo da non sottrarre risorse alla vigilanza ambientale e al presidio del nostro capitale naturale. che rischia di essere dilaniato da quanti approfittano di questo abbassamento del livello di controllo.
Con lo scioglimento e la pressoché quasi totale scomparsa delle Polizie Provinciali e con l’accorpamento del C.F.S. nei Carabinieri il livello di controllo del territorio, che era già insufficiente rispetto al problema, è ulteriormente sceso. Come è scesa la tutela della fauna, degli animali, del contrasto al commercio (leggi qui)
Possiamo soltanto augurarci che il parlamento questa volta non faccia più danno di quello che è stato creato con lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato.
La situazione va in qualche modo sanata, perché giustamente chi non voleva diventare militare non poteva essere obbligato a diventarlo!E’ una cosa talmente semplice da capire che aver fatto questo pasticcio meriterebbe una gravissima condanna e soprattutto una condanna al risarcimento dei danni procurati al sistema paese da parte di chi ha perpetrato questa assurdità! L’ipotesi che venga creato ad hoc un corpo dei carabinieri che non sia impiegato sulle strade o nel normale pattugliamento ma solo ed esclusivamente per la tutela dell’ambiente e delle nostre foreste potrebbe essere un’idea giusta. Sarebbe molto semplice carabinieri forestali punto e basta senza bisogno di rifare divise eccetera, ma questo corpo deve avere un suo comando, una sua specifica linea di azione e un impiego sul territorio solamente a favore dell’ambiente e contro i reati perpetrati contro l’ambiente.
Mi trova d’accordo su tutta la linea. Carabinieri Forestali all’interno dell’Arma ma con una gestione separata dagli altri reparti. Purtroppo questo non sana la militarizzazione coatta ma è l’unico modo responsabile di affrontare il problema.