Il portale degli avvelenamenti intenzionali di animali è una realtà da conoscere e utilizzare

avvelenamenti intenzionali di animali

Gli avvelenamenti intenzionali di animali rappresentano un fenomeno molto più diffuso di quanto si creda. Messi in atto da persone senza scrupoli, sociopatici pericolosi con disturbi della personalità. Che rischiano anche di uccidere un bambino nel loro delirio, specie se i bocconi avvelenati sono posizionati nei giardini cittadini.

Ora è disponibile un portale realizzato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Zooprofilattico della Toscana, che fornisce anche al cittadino dati importanti sui bocconi avvelenati. Mappando il territorio italiano con precise indicazioni su dove sono stati rivenuti esche e bocconi. Inserendo solo quelli che sono stati analizzati e sono stati classificati come tali: per non destare inutili allarmi.

Questo strumento operativo costituisce sia un deterrente per gli avvelenatori che uno strumento per le indagini di polizia giudiziaria. Per contrastare un reato di facile realizzazione ma con grandi difficoltà nell’individuare i responsabili del gesto criminale. Gettare dalla tasca un boccone avvelenato è veramente cosa di un attimo. Ragione che fa sentire al sicuro i criminali.

Gli avvelenamenti intenzionali di animali sono un reato difficile da perseguire senza strumenti efficaci

Avere una geolocalizzazione di tutte le esche, contenuta in un database condiviso fra tutte le forze di polizia, è il miglior modo per creare una mappatura efficace. Che aiuti a identificare gli avvelenatori che in genere mettono in atto i loro piani con tecniche e percorsi ripetitivi. Che possono essere individuati e raffrontati proprio grazie all’analisi dei dati.

I veleni per la preparazione dei bocconi avvelenati sono di facile reperibilità. A partire dai prodotti usati nel giardinaggio come i cilindretti di metaldeide, un lumachicida, che si vedono nella foto. All’apparenza del tutto innocui potrebbero essere ingeriti anche da un bambino, con tutti i i rischi che ne deriverebbero. Ma le esche possono anche non contenere veleni ma materiali come chiodi, vetri o spugne, tutti idonei, se ingeriti a provocare danni gravissimi.

Sul portale si possono trovare molte indicazioni utili per contrastare gli avvelenamenti

Navigando sul portale si possono avere molte indicazioni utili, la georeferenziazione delle aree potenzialmente a rischio e tutta la normativa di riferimento. Unitamente alla modulistica e alle informazioni sui prodotti tossici. Che potrebbero essere molto utili non solo ai proprietari di animali ma anche ai veterinari.

Questo strumento è ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ma già molto apprezzato dalle forze dell’ordine. Grazie ai dati sempre aggiornati che sono caricati direttamente dagli Istituti Zooprofilattici dopo le analisi dei campioni che gli vengono consegnati. Una maggior conoscenza di questo portale può contribuire a tenere gli animali al sicuro e non riguarda, ovviamente, le sole zone urbane.

Muore avvelenata Pimpi il cane di Susanna Tamaro

Muore avvelenata Pimpi il cane di Susanna Tamaro

Muore avvelenata Pimpi il cane di Susanna Tamaro. La cagnetta è una delle tante vittime dei bocconi avvelenati.Era soltanto sei mesi che Pimpi viveva con la scrittrice, che l’aveva adottata in un canile. E che ora scrive poche righe struggenti sul suo profilo.

Basta un attimo di distrazione e qualunque cane può diventare vittima di uno dei crimini più odiosi: lo spargimento di bocconi avvelenati.

Certo ora la triste vicenda di Pimpa farà scalpore, ma ogni giorno ci sono cani che restano avvelenati per la crudeltà e la stupidità degli uomini. Che spargono questi bocconi micidiali per tantissime ragioni.

Spargere bocconi avvelenati è un reato

Vogliono uccidere i predatori come le volpi oppure semplicemente il cane del vicino, il cane che disturba o, spesso, soltanto “uccidere” perché sono criminali sociopatici. Con la consapevolezza che resteranno impuniti nella quasi totalità dei casi.

Il veleno è un sistema così diffuso per far strage di selvatici che da tempo i Carabinieri Forestali, e non solo loro, hanno creato dei nuclei cinofili antiveleno. Cani addestrati a fiutare e riconoscere le sostanze tossiche, grazie al loro incredibile olfatto.

Occorre però qualcosa di più incisivo ora, per contrastare realmente gli avvelenatori e per mappare le loro attività: occorre un database nazionale geolocalizzato di tutti gli episodi di spargimento di sostanze tossiche. Una banca dati capace di fornire informazioni utilissime a chi si occupa di reprimere questo tipo di reato.

Un fenomeno che non riguarda soltanto gli animali ma che espone anche i bambini a un grave pericolo. Chi sparge bocconi avvelenati dimostra di non farsi scrupoli, accettando anche la possibilità che dal suo gesto possano scaturire conseguenze molto pesanti.

Esche e bocconi avvelenati sono pericolosi anche per le persone

Le esche e i bocconi, mortali per gli animali, possono essere purtroppo realizzati con sostanze tossiche facilmente reperibili nei supermercati e nei negozi di giardinaggio. Ma possono essere “costruiti” anche con materiali non velenosi, ma degli effetti altrettanto micidiali.

Susanna Tamaro è una scrittrice molto amata, che ha messo anche al centro dei suoi libri gli animali. Contribuendo in modo importante a diffondere la cultura del loro rispetto, della necessità di avere attenzionie verso la loro sofferenza. Questo però non ha aiutato Pimpa a evitare il boccone che l’ha portata a morte.

Ora si può solo sperare, anche in considerazione della notorietà di Susanna Tamaro, che vengano fatte indagini efficaci per individuare e punire il responsabile di un gesto così crudele. Anche se purtroppo, anche per questo crimine, le pene sono esigue e le indagini molto complesse.

Ordinanza bocconi avvelenati, ancora in attesa di una legge

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Ordinanza bocconi avvelenati ripresentata dopo mesi di vuoto normativo mentre l’attesa (e anche la giustificazione del mancato rinnovo della precedente ordinanza del 2012) era stata dipinta come necessaria per promulgare una legge organica sulla materia.

Non si può dire che sia stata una bella figura quella fatta dal Ministero considerando che ci sono stati ben quattro mesi in cui nulla di specifico era previsto per la repressione degli avvelenamenti, lasciando ASL, Istituto Zooprofilattico, veterinari e cittadini in un limbo normativo sicuramente evitabile.

Il 16 luglio è stata pubblicata una nuova ordinanza, che di fatto ricalca le precedenti aggiungendo forse un pizzico di confusione in più e dilatando i tempi di intervento dei Comuni in caso di sospetto avvelenamento. In precedenza infatti il medico veterinario aveva l’obbligo, in presenza di un sospetto avvelenamento, di inviare una segnalazione al sindaco del luogo dove l’episodio era accaduto e il Comune aveva l’obbligo di mettere in sicurezza l’area. Certo questo provvedimento doveva essere messo in atto anche senza avere la certezza della presenza del veleno, ma considerando i rischi sembra il minimo principio di cautela adottabile.

Con la nuova ordinanza invece, che come tutte le ordinanze non può contenere sanzioni, le attività di messa in sicurezza delle aree oggetto di spargimento di sostanze avvelenate potranno essere messe in sicurezza in un tempo che si può stimare fra le 72 e le 96 ore dall’evento. Bisognerà infatti prima di procedere a qualsiasi attività attendere la conferma delle analisi effettuate dallo Zooprofilattico, circa la reale presenza di veleno e poco sembra importare se, nel frattempo, uno, tre o dieci animali e magari anche qualche bimbo resterà un’intossicazione oppure la morte. Non c’è più un corretto principio di precauzione per la tutela della salute e dell’incolumità pubblica ma prevale la logica attendista, giustificata presumibilmente da motivi economici, che non attua alcun meccanismo prima della conferma circa la presenza di tossici.

Un altro strumento che non ha dato i risultati sperati e che però è stato reiterato è la creazione dei tavoli presso le Prefetture, che raramente vengono attivati e altrettanto raramente portano a risultati di  rilievo, sia nelle attività di contrasto che in quelle di prevenzione.

Di seguito potete trovare il testo scaricabile dell’ordinanza e tutta la modulistica necessaria per dare esecuzione a quanto previsto dall’ordinanza che è importante che raggiunga la massima diffusione possibile.

Occorre però che quanto prima il fenomeno dello spargimento di esche e bocconi avvelenati, che crea tanti danni alla fauna ma anche agli animali domestici dei cittadini, con il rischio che lo spargimento di veleni possa colpire anche qualche bambino, sia contrastato attraverso l’impiego di una normativa organica e più specifica. Occorre introdurre ad esempio l’obbligo di creare una banca dati, georeferenziata, su tutti i casi d’avvelenamento accertati, anche al fine di poter effettuare indagini più mirate che consentano di perseguire i responsabili.

L’avvelenamento, oltre a essere un crimine odioso, è anche un reato difficile da perseguire per le modalità di esecuzione e con un tasso di pericolosità alto, che deve prevedere quindi pene adeguate e strumenti di indagine e contrasto efficaci.

L’avvelenamento, i cani e la politica.

I cani sono spesso vittime di fenomeni criminali come l'avvelenamento.

I cani sono spesso vittime di fenomeni criminali come l’avvelenamento.

Pochi gesti criminali verso gli animali sono inquietanti e pericolosi come lo spargimento di sostanze tossiche per avvelenarli. Un gesto vigliacco, indiscriminato che può colpire ogni essere vivente, dal bimbo al cane, dal rapace alla volpe senza che vi siano difese, se non tardive, e spesso non siano attivate nemmeno quelle che lo stesso Stato prevede a tutela dell’incolumità di persone e animali. (altro…)

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