Il circo senza animali rappresenta un percorso obbligato, per eliminare la sofferenza da sotto i tendoni, per compiere un’evoluzione inevitabile. Così il famoso circo Ringling Brothers e Barnum & Bailey riapre i battenti dopo averli chiusi nel 2017. La scelta era stata presa dopo anni di proteste delle organizzazioni per i diritti degli animali, che avevano portato a un drastico calo degli spettatori. Per questo il circo aveva deciso di chiudere i battenti e sembrava che questo fosse in modo definitivo.
Invece il circo forse più famoso del mondo ha percorso la strada del cambiamento, ha capito che non era più tempo di certi spettacoli. Una decisione che prende spunto anche dal Cirque du Soleil, il circo canadese che da anni mette in scena spettacoli senza animali, con grande successo. Dimostrando che il cambiamento non solo è possibile, ma che è anche redditizio per chi abbia il coraggio, e le qualità, per affrontarlo.
Il circo senza animali è il futuro, mentre la schiavitù sotto il tendone appartiene a un passato destinato a scomparire
Mentre diversi paesi europei hanno fatto scelte molto radicali, vietando l’uso degli animali nei circhi, in Italia evidentemente ci aspettiamo che questo avvenga per consunzione. Sembra che si stia aspettando che, una dopo l’altra le imprese circensi, nonostante i finanziamenti dello Stato, chiudano per mancanza di spettatori. In questo modo però peggiorano anche le condizioni di detenzione degli animali, visto che i circhi non investono certo in nuove strutture sapendo che, nonostante i proclami, il destino è segnato.
Peraltro essendo cambiata la sensibilità delle persone si moltiplicano anche le condanne per maltrattamenti inferti agli animali. Magari con processi troppo lenti e pene non adeguate alla sofferenza causata, ma restano comunque fatti che dimostrano un seppur tardivo cambio di attenzione. Se in Italia molti circhi continuano a esistere è anche perché troppe amministrazioni e troppi servizi veterinari pubblici hanno preferito chiudere gli occhi. Sulle condizioni di detenzione, sui maltrattamenti psicofisici subiti dagli animali, ma anche sui pericoli che queste strutture possono rappresentare per il pubblico.
Mancati controlli, omissioni e scarsa capacità di individuare la sofferenza negli animali hanno perpetuato il circo con animali
Le condizioni di vita degli animali nei circhi costituiscono la negazione di ogni diritto, per le caratteristiche intrinseche proprie dello spettacolo viaggiante. Lo capirebbe chiunque avesse la volontà di voler vedere che spazi ristretti e condizioni di vita sono incompatibili con il benessere animale. Una regola alla quale anche i circhi sono costretti a sottostare, perché nonostante quello che si crede, anche queste strutture hanno degli obblighi da rispettare. Il primo dei quali dovrebbe essere quello di garantire a ogni animale presente la possibilità di soddisfare le proprie necessità etologiche.
Mentre esiste una legge che regolamenta gli zoo, anche loro sempre più sotto il tiro dell’opinione pubblica e anche della comunità scientifica, per i circhi nulla viene stabilito sugli animali. Se non fosse per un tentativo di rimediare al vuoto normativo messo in atto dalla Commissione Scientifica della CITES. Che per cercare di riempire di contenuti questo vuoto ha stabilito delle condizioni minime per il benessere animale, travalicando forse i suoi poteri, ma surrogando sicuramente l’assenza della politica.
Il circo senza animali è possibile, se solo lo si vuole e se la qualità dello spettacolo è tale da garantire il successo. In silenzio ci sta provando all’Idroscalo di Milano il Circo di Mosca, con lo spettacolo “Gravity“, che è in scena nella periferia milanese dai primi di ottobre. Senza enfatizzare l’assenza di animali, che viene poco evidenziata se non in qualche articolo di giornale e nei servizi televisivi. Come se l’ordine di scuderia fosse quello di non dire che si tratta di uno spettacolo realizzato in assenza di animali.
La scelta di abbandonare gli animali è nata probabilmente a causa della pandemia, visto che in precedenza il circo presentava diversi numeri con animali. E sulla loro pagina Facebook arrivano i complimenti di molti spettatori, per la qualità dello spettacolo e per l’assenza di numeri con animali. A dimostrazione che il magico mondo del circo, sottraendo la tristezza di felini e elefanti costretti in una pessima forma di prigionia, può vivere più e meglio di prima. Una svolta che i media vicini a questo settore. come Passione Circo, sembra che non vogliano evidenziare. Eppure questo è il futuro.
Il circo senza animali trasmette emozioni al pubblico, senza portare in pista la sofferenza degli animali ammaestrati
In Francia proprio in questi giorni è stata promulgata una legge che vieterà i circhi con animali, la detenzione dei cetacei nei parchi acquatici e l vendita di cani e gatti nei negozi, Una svolta coraggiosa che diventerà esecutiva nel 2024, ma che dimostra la volontà di mettere la parola fine a commerci e tradizioni incompatibili con i tempi che viviamo. Una decisione che dovrà prima o poi arrivare anche in Italia, senza ulteriori timori e rallentamenti. Magari in contemporanea con lo stop agli allevamenti di animali da pelliccia.
Ora speriamo che la strada intrapresa da Larry Rossante con il suo Circo di Mosca possa trovare molti imitatori, anche prima che il divieto di esibire gli animali in pista diventi legge. Confidando nel fatto che la scelta di questo circense non sia temporanea, ma si traduca in una definitiva chiusura verso il circo con animali. Consentendo a quanti non mettono più piede al circo, non sopportando la sofferenza degli animali prigionieri, di poter nuovamente decidere di passare qualche ora sotto uno chapiteaux.
La scelta di un circo senza animali non sarà del tutto indolore per tigri, leoni e elefanti
Gli animali addestrati che non lavoreranno più nei circhi in Europa finiranno per essere ceduti a circhi che lavorano in altre parti del mondo. Continuando a trascorrere la loro vita dentro una gabbia, senza escludere che questo possa avvenire in condizioni anche peggiori di quelle che vivono, ora, gli animali nei circhi nazionali. Per quanto i controlli siano pochi e scarsi nel nostro paese non è certo difficile capire che possano esserci realtà ancora più arretrate nella tutela degli animali. Che sino a quando le norme non cambieranno potranno essere comprati e venduti come fossero cose.
Se fra i lettori di questo articolo qualcuno decidesse di passare una serata al circo faccia almeno lo sforzo di arrivare all’Idroscalo di Milano. Per non finanziare un circo che gli animali li usa ancora e che è attendato in questo periodo in città, anche se ha dovuto rinunciare a esibire gli elefanti, ma conserva ancora un numero con le tigri.
Dove sono le tigri del domatore ucciso in luglio in provincia di Bari, Ettore Weber, che erano state sequestrate dalla Procura? Sembrerebbe proprio che siano tornate al circo, non essendoci più motivo per la magistratura di mantenere il provvedimento cautelare.
Nonostante le richieste delle associazioni, che speravano in un sequestro che potesse poi portare a una confisca degli animali. Con la possibilità di farle ospitare in qualche santuario, in grado di fornire garanzie per il loro benessere.
Il sequestro però non era stato disposto per maltrattamento di animali, ma come provvedimento necessario all’accertamento dei fatti che avevano portato alla morte di Weber. Cessata questa esigenza la magistratura ha ritenuto di doverle restituire ai proprietari. E solo pochissimi giornali ne hanno parlato.
Del resto la famiglia del domatore ne aveva chiesto la restituzione, sostenendo che si fosse trattato soltanto di un incidente. Non vi era quindi motivo per l’autorità giudiziaria di adottare provvedimenti diversi. Considerando che il circo con animali è, ancora, un’attività legale, grazie all’inerzia, e non solo, della politica.
I politici promettono molto, ma sul circo non si arriva mai al punto
Certo l’eliminazione degli animali o meglio il loro progressivo superamento è stato più volte promesso, promosso, annunciato ma mai attuato. Le promesse, anche quelle recenti del ministro Alberto Bonisoli fatte a ENPA probabilmente non avranno seguito, vista la crisi in atto e il cambio di esecutivo.
Peraltro il punto “animali nel circo” non era nel programma del governo precedente. Anzi Matteo Salvini si era già più volte espresso sulla sua contrarietà. Ricevendo plauso e approvazione, ovviamente, anche dall’Ente Circhi che lo ha ringraziato pubblicamente sul suo sito.
(…) va innanzitutto ricordato come nella trascorsa XVII legislatura, la Lega abbia convintamente supportato l’azione dell’ENC, particolarmente con i senatori Gian Marco Centinaio, oggi ministro delle Risorse agricole, e Paolo Tosato, oggi vice presidente del gruppo senatoriale, a difesa del Circo classico con l’irrinunciabile presenza degli animali. Matteo Salvini, da parte sua, ha reiteratamente dichiarato di essere favorevole al Circo classico in un’ottica e in quadro, da una parte, di rigorosa regolamentazione della presenza animale nell’ambito della comunità e degli spettacoli circensi; dall’altra, sollecitando, a fronte di una effettiva tutela dei diritti legislativamente a suo tempo acquisiti dalla Categoria, una esemplare e imprescindibile regolarizzazione complessiva dell’esercizio dell’attività circense.
Tratto da circo.it
Le tigri continueranno a fare la loro vita in un carrozzone
Quindi pochi lo sanno, ancor meno lo hanno pubblicato, ma nonostante le proteste di ENPA e LAV le tigri sono tornate al circo. Poi quale sarà effettivamente il loro futuro lo stabiliranno i proprietari: per la legge vigente le tigri, al pari di tutti gli animali, sono beni e non esseri viventi. Pertanto, con le tutele legate alla CITES e alla legge, potranno essere cedute a terzi, anche all’estero.
Vediamo cosa succederà ai provvedimenti da adottare per gli animali del circo nel prossimo governo, se davvero si riuscirà a definire una squadra e una compagine politica nei prossimi giorni. Diversamente il capitolo circhi si potrà riaprire solo dopo le nuove elezioni politiche. Insomma uno spettacolo del circo nel grande circo della politica.
AGGIORNAMENTO DEL 16/09/2019
Le tigri balzate agli onori della cronaca lo scorso luglio per la morte del domatore Ettore Weber saranno vendute all’estero, dove non vi sono le stesse tutele penali nei confronti degli animali. Oltre a questo già scoraggiante evento, gli otto animali sono stati divisi in due gruppi da quattro: una soluzione che si ripercuote ulteriormente sulle tigri, catapultate nuovamente all’interno dell’incubo infinito di una vita in gabbia, con quotidiane sessioni di allenamento e in un continuo stato di umiliazione.
Circo senza animali, una via possibile se lo spettacolo è di qualità: una strada resa ancora più attuale quando gli animali vivi sono sostituiti da robot che si comportano come orsi ammaestrati senza causare, ovviamente, alcuna sofferenza agli animali ma provocando stupore in bambini e adulti.
Certo alcuni troveranno da ridire per il fatto che comunque i robot imitano gli animali veri, quasi a giustificare il loro utilizzo, dimenticando invece che forse è proprio questo il giusto modo per dare una definitiva spallata a un modo di fare circo che non ha futuro, e questo oramai lo sanno anche i circensi. Il circo con animali è in agonia, il circo senza animali potrebbe risorgere.
La scelta coraggiosa del Circo Price di Madrid è quella di aver realizzato uno spettacolo circense con numeri tradizionali e sempre affascinanti, dai clown ai funamboli, con il coraggio di creare un sapiente mix fra tradizione e modernità, inserendo un numero in cui si presentano tre orsi polari ammaestrati, che vengono portati in pista da un domatore con abiti tradizionali ma in che in realtà è un artista 2.0. Gli orsi polari sono infatti robot che replicano movimenti e caratteristiche di quelli veri, facendo divertire i bambini ma portando un messaggio privo di sofferenza per gli animali.
Il circo è arrivato al termine di una strada che ha iniziato a farsi sempre più stretta e impervia sino dagli anni ’80 del secolo scorso, quando iniziarono le manifestazioni di protesta nei confronti di uno spettacolo che usava gli animali selvatici come attrattiva, presentandoli come belve feroci e sanguinarie e tenendoli in condizioni in cui risultava e purtroppo ancora risulta impossibile garantire il loro benessere. L’avversità al circo con animali è un fenomeno che ha avuto una crescita costante e che ha portato gli chapiteaux dei circhi a essere sempre più vuoti, tanto che oramai la maggior parte dei piccoli complessi circensi sopravvive, praticando prezzi bassissimi e dovendo continuare a cambiare piazze per cercare di avere un pubblico.
Certo l’obbligatorio cambio di direzione costringerà molti circensi a spostare le produzioni da spettacoli di costo e livello basso alla creazione di una diversa proposta di show che mantenga il fascino retrò coniugandolo con la modernità del tempo. I circhi senza animali dovranno avvicinarsi sempre di più a proposte come quelle del Circo Price di Madrid o a quelle del più famoso, ma purtroppo molto costoso, Cirque du Soleil canadese. Secondo quanto pubblicato dal giornale spagnolo ABC in questo articoloil prezzo dei biglietti degli spettacoli del circo Price varia dai 15 ai 28 Euro, un costo certamente non proibitivo per aprire la strada a un nuovo modo di fare circo, senza sofferenza per gli animali realizzando intrattenimento di qualità.
Con buona pace della componente più retriva del mondo circense che, continuando a restare aggrappata a un passato che non potrà riproporsi ancora a lungo, rischierà di condannare il mondo del circo italiano all’estinzione anziché a una giusta evoluzione.
L’avvento del circo senza animali sembra un percorso tracciato anche in Italia, come dimostra il fatto che anche nel nostro parlamento sia calendarizzato un disegno di legge per l’eliminazione degli animali dai circhi: questa è una strada senza ritorno.
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