TripAdvisor promuove spettacoli con animali sul suo sito, rilasciando certificati di eccellenza alle attrazioni e guadagnando dalla vendita dei biglietti. Un comportamento molto criticato dalle associazioni internazionali di tutela degli animali, che vorrebbero i grandi player turistici essere più responsabili.
Fra le attività con animali sponsorizzate da TripAdvisor, solo per fare un esempio, troviamo la Falconeria Locarno, in Svizzera, che pubblicizza i suoi spettacoli con i rapaci addestrati. Animali tenuti in cattività, condizionati e utilizzati esattamente come se fossero animali del circo. Chiunque conosca infatti i metodi usati dai falconieri per addestrare i rapaci e il condizionamento esercitato nei loro confronti, sa bene come non ci sia differenza.
La libertà che qualcuno intravede nella possibilità di volare è solo un effimero simulacro della vita libera. I rapaci sono tenuti in voliere ridotte o legati quando non volano e non possono fare altro che i voli per cui sono stati addestrati. Nessun comportamento istintivo, naturale ma solo attività ripetitive e noiose da schiavi dello spettacolo.
TripAdvisor promuove spettacoli con animali
La decisione di porre vendita i biglietti per queste strutture non passa attraverso alcuna valutazione etica, fatta sul benessere degli animali ospitati o per il valore (dis)educativo. Un accordo commerciale puro, come potrebbe essere quello con un albergo o un ristorante. Le valutazioni che portano al certificato d’eccellenza sono basate sui giudizi dei visitatori, senza ulteriori approfondimenti.
TripAdvisor pubblicizza fra gli altri Zoomarine, nei pressi di Roma, noto parco acquatico dove si possono vedere le esibizioni dei delfini e giocare con i leoni marini. Senza dimenticare gli altri parchi tematici con animali, come lo Zoom di Torino o i giardini zoologici. Che restano attività lecite, anche nella parte di spettacolarizzazione e contatto con gli animali.
Nello stesso modo TripAdvisor pubblicizza analoghe attrazioni in tutto il mondo, seppur avendo posto delle limitazioni grazie alle pressioni fatte dalle grandi associazioni internazionali. PETA e World Animal Protection ad esempio sono da anni impegnate su questo fronte, raccontando il danno che i turisti possono fare, più o meno consapevolmente.
Gli impegni dei grandi tour operator come TripAdvisor non sono stati sempre rispettati.
Molti portali che vendono biglietti per accedere alle strutture turistiche, come Thomas Cook e TripAdvisor, hanno preso impegni ben precisi. Promettendo una valutazione critica verso le strutture con animali. Impegni dichiarati ma rispettati solo in parte.
TripAdvisor e il suo brand Viator sospenderanno la vendita di biglietti per esperienze turistiche in cui i viaggiatori entrano in contatto fisico con animali selvatici in cattività o con specie in via d’estinzione, incluse, tra le altre, attrazioni che prevedono percorsi in sella a elefanti, accarezzare tigri e nuotare con i delfini.
La colpa è anche del pubblico, che visita queste strutture senza farsi troppe domande, sull’eticità di questi rapporti forzosi fra uomo e animali. Senza chiedersi troppo sulla cattività e sull’addestramento, senza voler verificare attenzioni solo di facciata verso animali e conservazione.
Resta il fatto che troppe promesse non vengono rispettate e che la strada da percorrere per promuovere la cultura del rispetto sia ancora lunga. E per sperare di arrivare al termine del percorso occorre maggior sensibilità e educazione.
Il gufo è stufo di stare nei bar, con animali a disposizione degli ospiti, diventati una vera moda in Giappone. Qualcuno comincia a essere stato chiuso per maltrattamenti agli animali anche in Oriente ma ora sembra che un Owl Café sarà aperto a Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia.
Queste operazioni, in cui gli esercizi pubblici diventano luoghi di socializzazione con gli animali, vengono presentate come la nuova frontiera del rapporto uomo/animale. Nella realtà si tratta semplicemente di un’operazione commerciale come tante, dove in questo caso il punto attrattivo è vivo: un animale.
Il gufo è stufo di stare nei bar ma lo sono anche i gatti: seppur con le necessarie declinazioni che vanno inserite quando si parla di un animale quasi domestico (il gatto) oppure di un selvatico addestrato (il gufo) appare evidente che la tranquillità degli animali, la loro zona di comfort, risulta difficilmente compatibile con l’affollamento e l’andirivieni di un bar. Dove la gente già entra pensando di poter avere il diritto di rapportarsi e toccare gli animali.
Da quanto appare su Facebook qualcuno ha deciso di aprire un Owl Café a Brescia. Un falconiere che, caso strano, giura di adorare i suoi rapaci che vengono portati a volare spesso, a suo dire, quasi fossero carcerati con l’ora d’aria. Copiando l’ispirazione giapponese si cerca di replicare un modello di businnes che dovrebbe, invece, essere vietato. (leggi qui)
In questi ultimi anni è scoppiata la moda del rapace da compagnia, complice il fatto che molte specie si allevano con relativa facilità e quindi si trovano in vendita sul mercato regolare a cifre anche inferiori ai 500 Euro. La provenienza da allevamenti però non significa che questi animali abbiano subito un’evoluzione che ha portato a renderli domestici, ma soltanto che hanno subito un imprinting ricevuto dall’uomo che poi li ha addestrati. Una deprivazione che li rende scarsamente aggressivi e dipendenti dall’uomo.
Proprio grazie a questo procedimento, che inizia quando i rapaci sono ancora dei pulcini, questi uccelli vengono condizionati e non acquisiscono paura e aggressività nei confronti dell’uomo. Per questo i falconieri dicono che i loro rapaci sono buonissimi, come se questa mansetudine fosse quasi una scelta del predatore nei confronti dell’uomo, messa in atto per affetto e non per timore o soggiogamento psicologico.
I caffè con animali colgono soltanto l’aspetto più superficiale del rapporto uomo/animale, quello legato al bisogno dell’uomo di avere rapporti con gli animali e, nel caso dei rapaci, di aver la possibilità di vedere e toccare animali strani, diversi. Magari per potersi portare a casa un selfie da condividere con gli amici. Senza minimamente considerare che per gli animali, specie selvatici, il continuo rapporto con uomini sempre diversi, spesso irrispetosi, quasi sempre rumorosi non rientra fra quelli classificabili come momenti di benessere.
Senza dimenticare che i gufi degli Owl Café sono legati, come i rapaci da falconeria, vivono su trespoli e se sono fortunati possono godere dell’ora d’aria per essere messi all’esterno o fatti volare. Dal mio punto di vista queste situazioni sono spesso sul confine del maltrattamento, ma nei casi dei rapaci lo superano. Coperti dalla scusa che la falconeria in Italia è un’attività legale (che però dovrebbe prevedere una licenza di caccia ed è cosa concettualmente diversa da un’attività commerciale).
La speranza è che ora i servizi veterinari dell’ATS di Brescia giudichino questa situazone incompatibile con il benessere animale.
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