Animali: inchiesta di Presa Diretta sul nostro rapporto con cani e dintorni, fra amore e crimine

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Gli animali e l’inchiesta di Presa Diretta, la trasmissione d’inchiesta di RAI 3: forse troppa carne al fuoco fanno si che l’indagine un po’ si diluisca nel costume. Rivelando eccessi del nostro rapporto con gli animali da compagnia, ma anche mode, traffici, delinquenza e pericoli per la salute. La trasmissione ha messo sul tavolo molti argomenti, giocando forse un po’ troppo su piani diversi, molto differenti fra loro, cosa che ha fatto sorgere qualche polemica. Non sempre ingiustificata, pur apprezzando molto la volontà di parlare di questi temi.

Cani falchi tigri e trafficanti

Giudicando questa puntata da addetto ai lavori credo che vada promossa per l’impegno e rimandata agli esami di riparazione per lo sviluppo di alcuni contenuti. Esistono eccessi di amore, quelli che portano gli animali a essere sottoposti a trattamenti di bellezza che francamente sono discutibili, se non ridicoli. Cani completamente snaturati da padroni, nel senso letterale del termine, che li costringono a sottoporsi a costosi trattamenti di bellezza. Un mondo patinato che rivela tutte le fragilità umane e le aspettative riversate su animali costretti a subire. Maltrattati per eccesso di benessere.

Il nostro rapporto con i pet spesso non è equilibrato, costruito in una relazione solo apparentemente biunivoca dove, in realtà, gli animali spesso subiscono senza difesa. Un circolo chiuso che per alcune cose si trasforma quasi una setta, dove gli adepti difendono a spada tratta le scelte fatte, che spesso si traducono in sofferenza gratuita. Un esempio sotto gli occhi di tutti sono i cani brachicefali, tema spinoso affrontato anche dall’inchiesta “Amore bestiale” di Presa Diretta. L’allevamento e il commercio dei cani che vivono in apnea per restare eterni cuccioli. Per piacere a padroni che li adorano e sono la causa del loro maltrattano, in un rapporto d’amore malato.

Gli animali nell’inchiesta di Presa Diretta sono presentati sempre in bilico fra eccessi di amore e maltrattamenti di ogni tipo

Un mondo quello dei pet che smuove miliardi di euro, che conquista sempre più segmenti di mercato, in una società che troppo spesso parla poco con i suoi simili e si rifugia in rapporti di comodo. I cani amano il proprio custode senza riserve, non possono giudicare, non possono sapere delle umane debolezze. Una favola simile a quella di Cappuccetto Rosso, dove si dice che il lupo abbia occhi grandi per guardare meglio la bambina, mentre per i bulldog questo difetto è stato esasperato solo per piacere. Occhi frontali grandi come quelli umani, un aspetto da cucciolo e un nasino appena accennato, che purtroppo gli impedisce di respirare.

Cani che abbiamo modificato geneticamente compiendo un percorso inverso a quello che avrebbe fatto l’evoluzione. Per creare animali che assomiglino a eterni bambini sono stati incrociati i soggetti peggiori, quelli portatori di caratteristiche che racchiudono sia desideri estetici che patologie severe. Animali che non dovrebbe essere permesso far riprodurre, che andrebbero fatti estinguere dolcemente per non perpetuare la sofferenza. Una richiesta che i veterinari fanno da tempo, inascoltati. Mentre questi cani continuano a essere allevati in sordidi posti in angoli sperduti dei paesi dell’Est Europa, diventati i leader di questo mercato. Che dovrebbe fare orrore e che invece risulta essere florido e fiorente.

L’inchiesta di Presa Diretta ad alcuni non è piaciuta, come a Roberto Marchesini, perché ha toccato troppi punti e talvolta in modo sommario o, secondo Marchesini, addirittura mistificante. Senza affondare come forse avrebbe potuto, per mancanza di tempo, per vastità di argomenti e anche perché entrava in un mondo forse non così ben conosciuto. Argomenti già visti in TV, trattati anche con maggior piglio da Sabrina Giannini, che non sempre trovano le giuste casse di risonanza, perché quello degli animali rappresenta una sorta di mondo di mezzo.

La tratta dei cuccioli, il maltrattamento genetico, il commercio senza freni e senza controlli sono temi ancora poco indagati

Una realtà composita, che comprende, inevitabilmente, anche sostenitori di diverse associazioni, che in Italia sono molto tiepide nello scontrarsi con i proprietari, con le star e con gli influencer, che hanno reso questi animali veri oggetti del desiderio. Purtroppo mai soggetti di diritto, nonostante il recente inserimento degli animali in Costituzione.

Presa Diretta, trasmissione di giornalismo investigativo ha avuto il grande merito di aver svelato tanti altarini, proprio come Report sempre su RAI 3. Ma questa volta è stata meno graffiante e incisiva di quanto si sperava. Così il risultato finale è stato una via di mezzo fra un’inchiesta e un’indagine sul costume, che ha un poco scolorito il tema dei diritti e della sofferenza. Puntando molto sui rapporti malati che abbiamo costruito con gli animali che, per amore o per forza, condividono le loro vite con la nostra. Senza purtroppo affrontare temi scottanti come randagismo e canili.

La strada è ancora lunga e speriamo che altre inchieste seguano e indaghino questi temi. Il traffico, lo sfruttamento, il commercio e il maltrattamento genetico sono creati dalla domanda. L’offerta, quella dei trafficanti e di chi lucra su vite, è modulata su quello che le persone chiedono. E se Matilda, il bulldog francese di Chiara Ferragni, ha centinaia di migliaia di follower sulla sua pagina Instagram questo contribuirà a far aumentare sempre più la domanda. Persone che vogliono possedere queste razze, senza conoscere, senza giudizio e senza criterio. Figlie di un tempo dove molto, se non tutto, è solo apparenza.

Grazie comunque a Presa diretta per aver trattato un tema scottante

Bisogna riuscire a fare educazione, anche attraverso le trasmissioni d’inchiesta e il giornalismo investigativo, ma con maggior tempo per affrontare i problemi che sono molti e più complessi rispetto a quanto appare. Nel grande mare del rapporto fra uomo e animali da compagnia si annida molta più sofferenza di quanto ci si possa immaginare. Che non può essere cancellata dalla devozione o dalla replica di riti umani, come la sepoltura in cimiteri per animali.

Dobbiamo imparare a seppellire per sempre i maltrattamenti inflitti agli animali per il nostro egoismo. Ringraziando trasmissioni come Presa Diretta quando portano nelle case italiani spezzoni di un modo sconosciuto a molti. Un contributo importante dato all’informazione su temi spesso trascurati, come i diritti e il benessere degli animali.

Un cane da mozzare il fiato: la vita dei bulldog francesi e degli animali brachicefali

Bulldog cane mozzare fiato

Il bulldog è da mozzare fiato: selezionato per sembrare un eterno bimbo, poco importa ai sui padroni, che lo vogliono con il muso sempre più piatto, che faccia fatica a respirare. Oramai è una moda planetaria, dove questa è la razza più cool del momento. Tutti la vogliono, molti ce l’hanno e sempre più spesso è presente come cane attore nelle pubblicità. Ne hanno uno divi del cinema, piloti, calciatori e anche famose influencer come Chiara Ferragni.

Contribuendo con la loro esposizione a rendere desiderabile una delle tante razze di animali brachicefali, alterati da una selezione crudele. Trafficati come fossero animali rari, da venditori senza scrupoli che usano il web come vetrina per i loro commerci. Finendo talvolta sotto inchiesta, ma molto veloci a cambiare nome e a ricominciare.

Ma se i veterinari chiedono a gran voce di interrompere questo maltrattamento genetico, poco viene detto da chi gli animali li deve difendere. Eppure le motivazioni non mancano per contrastare quanti scelgono di comprare queste razze, causando sofferenze agli animali. Che più hanno il muso piatto, come il soggetto della foto, e più piacciono al mercato.

Ma se il bulldog francese è un cane da mozzare il fiato, non è certo l’unica razza di animali che vive in apnea

RSI, la televisione della Svizzera Italiana, dedica loro una parte di una puntata di Falò, trasmissione di inchiesta, che ancora una volta si è occupata di animali. Per raccontare storie di persone che li salvano, di cani sottratti alle perreras spagnole o ai canili della Romania, ma anche di bulldog e carlini. E di operazioni chirurgiche necessarie per dar loro la speranza di respirare meglio.

Nel video si vedono persone che attraversano l’Europa per dare una seconda chance a cani in situazioni disperate e altre che guadagnano vendendo cani di razza. Una realtà che esiste e sempre esisterà, ma che deve essere contrastata quando il benessere degli animali viene negato per ragioni estetiche. Guardando la puntata di Falò si possono capire molte cose sul mondo che gravita intorno al miglior amico dell’uomo.

Il veterinario costretto a operare i cani che non respirano racconta, nel filmato, che il fenomeno è in crescita. Che sono sempre più i cani di queste razze a cui devono essere aperte chirurgicamente le narici, asportando anche un pezzo di palato molle. A causa di una genetica che seleziona i soggetti che in natura non avrebbero una sola speranza di vita. Per creare un cane da mozzare il fiato, il suo: un bulldog che assomigli sempre più a un essere umano.

Il maltrattamento genetico dovrebbe essere vietato, al pari del taglio della coda e delle orecchie

C’è chi si danna per dare una speranza di vita migliore a un cane, chi invece si preoccupa di soddisfare una sua necessità, di poter avere l’oggetto del desiderio, non un compagno di viaggio nella sua vita.. Forse per imitare i VIP che ne possiedono uno, ma molto spesso per colmare vuoti nella propria vita. Dove un cane che assomiglia a un cucciolo di uomo può servire spesso come surrogato di quello che la vita non ha concesso.

Ma se gli acquirenti colmano i loro bisogni affettivi, spesso diventando inconsapevoli cause di una sofferenza, gli allevatori ben conoscono le conseguenze di una selezione inversa. Nella quale vengono scelti per la riproduzione soggetti che sono portatori di difetti funzionali, ma che diventano pregi sotto il profilo estetico. Per questo sarebbe necessario fissare un divieto di riproduzione, interrompendo una catena infinita di sofferenze. Lo chiedono i veterinari, ma lo imporrebbe anche il buon senso.

Gli animali brachicefali soffrono per un capriccio umano

animali brachicefali soffrono

Gli animali brachicefali soffrono per un capriccio umano, siano cani come carlini e bulldog o gatti come i persiani. Chi difende queste razze è come se difendesse il maltrattamento: creare animali che non respirano correttamente e hanno altre patologie indotte è una crudeltà.

Eppure ogni volta che vengono scritte queste cose ci sono allevatori che vogliono spiegare che non è vero. Ci sono proprietari che giurano che il loro cane o il loro gatto sono felici e respirano benissimo. Ma nessuno riesce a spiegare il motivo per il quale in natura non esistono felidi o canidi brachicefali.

Evidentemente l’evoluzione ha privilegiato conformazioni diverse, più funzionali all’essere in buona salute che all’estetica. Queste razze sono il frutto di manipolazioni genetiche al contrario: non vengono fatte per migliorare le caratteristiche, ma per esaltare un difetto. Che però piace agli acquirenti.

I veterinari chiedono di non esasperare le peggiori caratteristiche

Non solo sono stati creati animali senza preoccuparsi delle loro difficoltà respiratorie, ma queste sono state esasperate oltre ogni accettabilità. Ci sono anche altre caratteristiche che questa tipologia morfologica ha alterato, come per esempio la dentatura che non consente una corretta masticazione.

Per quanto riguarda i gatti persiani uno studio condotto dal Royal Veterinary College inglese ha stabilito che questi animali sono soggetti a una lunga serie di problemi:

  • I disturbi specifici più comuni sono stati il ​​disturbo da pelo (12,7%), la malattia dentale (11,3%), le problematiche alle unghie (7,2%) e la secrezione oculare (5,8%).
  • La malattia dentale era più comune nei maschi, mentre i problemi di artigli / unghie erano più comuni nelle femmine.
  • Le cause più comuni di morte sono state le malattie renali (23,4%) e il cancro (8,5%).
  • La durata media della vita di un gatto persiano è di 13,5 anni.

Nella foto si vede chiaramente la differenza fra le due morfologie del gatto

Non possiamo continuare a fare scelte puramente estetiche, creando serie problematiche agli animali, solo per un trascurabile apprezzamento umano. Al primo posto dovrebbe essere sempre la salute e non l’aspetto.

Non è responsabile far credere al pubblico che cani e gatti brachicefali siano animali come tutti gli altri e possano avere identico benessere di cani e gatti con scatole craniche “normali”. Bisogna pensare che dividere la propria vita con un animale non può essere una decisione basata su una scelta estetica.

Di questo anche in Italia si è fatta portavoce la Federazione dei Veterinari che ha preso una posizione molto netta sul suo sito, pubblicando anche un documento in lingua inglese sull’argomento che può essere scaricato qui.

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