
Io voto alle Elezioni europee per combattere il verosimile che non è vero, ma anche le leggende che raccontano che i problemi italiani e europei sono lupi, orsi e migranti. Andrò a votare perché la democrazia è un valore senza prezzo, che richiede uno sforzo comune.
Io voto perché so che tutte le normative più importanti sulla tutela della fauna, degli animali da reddito e sulla difesa ambientale sono state fatte in Europa. Senza il baluardo europeo saremmo ancora senza depuratori, con le discariche, senza una tutela faunistica, che non sarà forse la migliore ma che è quella che ha costretto il nostro paese a piegare la testa sui roccoli e la cattura dei piccoli uccelli, solo per fare un esempio.
Io voterò perché ogni volta che in autostrada vedo un carro bestiame, un carro di maiali destinati al macello penso che, nonostante tutto, senza l’Europa sarebbe ancora peggio per loro, ma anche per noi. Io voto alle elezioni europee, certo con disagio nei confronti di una politica senza uomini di valore, ma penso che partecipare sia un dovere per un cittadino.
Voterò alle elezioni europee perché non credo al lupo cattivo
Non credo alle cose verosimili, come solo verosimile è la foto di questo articolo: certamente ben fatta ma falsa. Falsa anche se a prima vista sembra vera, falsa nonostante sia divertente. Come sono falsi tutti i luoghi comuni, quelli che alimentano la paura verso uomini e animali.
Quelli creati apposta per far credere che siamo in pericolo, sostituendo i rischi veri con altre situazioni dipinte come rischiose, facili da raccontare e ancor più facili da far credere alle persone.
Chi crede che la politica ambientale e la tutela degli animali sia importante potrà guardare cosa propongono i candidati al parlamento europeo. Magari valutando anche quelli proposti dalla campagna Vote for animals, che ha raccolto l’impegno di alcuni candidati all’Europarlamento, appartenenti a tutte le posizioni politiche.
Il problema dei diritti riguarda uomini e animali e non è credibile chi dice il contrario
Non si può definirsi animalisti e essere razzisti: sarebbe come voler difendere la fauna e i cacciatori, i diritti degli animali e il foie gras. Questo concetto mi appartiene come ho scritto in questo articolo (qui) e se qualcuno di chi mi legge non condivide il pensiero, può sempre smettere di frequentare questa pagina.
Il vero problema di questo secolo non sono i migranti ma i cambiamenti climatici, i danni causati dagli allevamenti intensivi, una distribuzione delle ricchezze profondamente ingiusta. Il problema di questo secolo sarà l’accesso all’acqua pulita, la riduzione dei consumi e la necessità di far crescere la conoscenza e la cultura.
Le persone devono capire che in Italia ci costano più corrotti ed evasori di quanto, tutti insieme, non potranno mai costare migranti, predatori e cinghiali, come qualcuno pretende di farci credere. L’unica cosa che dobbiamo schiacciare sotto il tallone è l’intolleranza, accompagnata dall’egoismo e dal voler a tutti costi credere che il problema non siamo (anche) noi.
La violenza corre veloce sulla rete
Se si spendesse meno tempo a insultare e a aggredire sui social per dedicare questi minuti preziosi alla lettura di un buon libro l’Italia, probabilmente, sarebbe diversa. Si capirebbe con maggior facilità che non è importante il colore della pelle o la religione, mentre è indispensabile il rispetto delle regole, della civile convivenza. Per tutti!
Quando un paese non riesce a far rispettare le regole, quando manca la certezza della pena è più facile prendersela con supposti nemici, mentre bisognerebbe sapere ammettere il fallimento. Io voto perché voglio che il diritto prevalga sulla forza, che la violenza e l’indifferenza non conquistino la nostra società.
Io credo che i diritti dei deboli, di qualsiasi specie o razza siano, vadano affermati con forza. Credo anche, però, che chi non rispetta le regole e le leggi, al di là del colore della pelle, debba essere messo in condizioni di non nuocere alla maggioranza. Chi delinque ruba il futuro di tutti e questo è un concetto che deve essere universale.