Saranno abbattuti diecimila dromedari nell’Australia in fiamme

Saranno abbattuti diecimila dromedari nell’Australia in fiamme, sparandogli da elicotteri. Obiettivo del piano di abbattimento sono anche i cammelli che, seppur meno numerosi, popolano l’Outback del continente australiano. La vicenda di cammelli e dromedari non è legata agli incendi, ma alle modalità di gestione di animali introdotti dall’uomo.
Secondo alcune stime la popolazione di cammelli e dromedari, nei primi anni duemila, aveva raggiunto il numero di circa un milione di animali liberi, nello sconfinato interno dell’Australia. Cammelli e dromedari erano stati importati dal Medio Oriente nel XIX secolo per essere utilizzati come animali da soma, essendo particolarmente adatti al clima del posto. Sostituiti dai mezzi a motore dromedari e cammelli vennero abbandonati al loro destino, ripetendo una storia già vista molte volte.
Una volta sfuggiti da ogni controllo, anche per la mancanza di predatori, il governo australiano decise di effettuare piani poliennali di abbattimento su vasta scala. In un periodo di quattro anni si stima che in Australia siano stati abbattuti non meno di settecentomila dromedari. La popolazione di cammelli e dromedari era nel 2013 stimata in 300.000 unità.
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La stima della biodiversità perduta durante queste settimane di incendi fornisce numeri in altalena: chi parla di cinquecento milioni e chi addirittura di un miliardo di animali uccisi dalle fiamme. Nel conteggio rientrano anche gli animali degli allevamenti e non solo la fauna, ma il dato, comunque vada, resta impressionante.
Eppure in questa Apocalisse di roghi il governo, da sempre negazionista sulle questioni climatiche, sembra trovare il tempo per occuparsi di altro. I dromedari, così come i piromani improvvisamente scovati e arrestati, potrebbero anche essere usati come armi di distrazione. Per cercare di placare l’opinione pubblica, sempre meno disponibile a giustificare i governanti.
Abbandonare dromedari e cammelli al loro destino, senza preoccuparsi delle conseguenze, è stato un colossale errore. Come lo sono state tutte le introduzioni di animali alloctoni nel’ambiente fatte in modo sconsiderato. Problematiche che non sembrano mai essere in grado di produrre metodi virtuosi di gestione ma solo soluzioni inefficaci che passano sempre attraverso la canna di un fucile.