Questo dovrebbe essere il tempo per capire il valore della solidarietà

Questo dovrebbe essere il tempo per capire il valore della solidarietà, l’importanza di essere una comunità che amplifica i valori e non gli errori. Cercando di essere solidali, senza annegare nei danni dell’individualismo. Quella contro il coronavirus non sarà una guerra di breve periodo e l’entità dei danni che provocherà in gran parte dipende da noi. Occorre iniziare a riconsiderare il fatto che l’individualismo sia un disvalore e che il valore positivo sia collettivo.
Inutile piangersi addosso, lamentarsi che siamo una società composta da individui asociali e irresponsabili. Proviamo tutti insieme a rivoltare il paradigma, esaltiamo il positivo che esiste nella nostra collettività umana. Cerchiamo di lasciare al palo gli stupidi e gli egoisti. Usiamo il tempo per costruire e non per demolire, fossero anche solo i comportamenti dannosi di chi aumenta il rischio per se e per gli altri.
Sono e saranno giorni difficili, c’è una guerra in corso che sicuramente sarà vinta ma non sappiamo a che prezzo. Cerchiamo di interrogarci sugli errori, ripensiamo al nostro modello di gestione del pianeta, che ha creato maggiori opportunità allo sviluppo di virus e minor resistenza nei nostri fisici. Ma occorre ripensare anche a una diversa visione del mondo, a una maggior compassione, a una volontà di creare meccanismi di equa distribuzione delle ricchezze.
Il valore della paura cambia quando il brivido scorre sulla nostra pelle
Non stiamo scappando da guerre sanguinarie, non siamo seviziati né soffriamo la fame eppure ora che il coronavirus è fra noi siamo spaventati, impauriti, terrorizzati dalle conseguenze. E lo sono anche quelli che fino a ieri minimizzavano le ragioni di chi fuggiva dalla guerra. Non considerando con sufficiente attenzione le tante sofferenze che piagavano la pelle di altri uomini, di altri animali. Ora nel giro di poche settimane in fuga siamo proprio noi occidentali, per giunta da un nemico minuscolo, invisibile ma temibile.
Che si sta cercando battere grazie all’impegno di tantissime persone, che stanno in trincea. Medici, infermieri, operatori sanitari ma anche forze di polizia. Insieme a quell’esercito impagabile e non pagato costituito dai volontari, da individui di buona volontà che sono disponibili a mettersi in gioco per aiutare gli altri. In tutti i settori della nostra società il volontariato rappresenta un’ossatura davvero importante per tutta la nostra comunità.
Persone che in questi giorni difficili fanno il loro lavoro, in silenzio e con professionalità, con sacrificio e spirito solidale. Sono donne e uomini che ci danno non solo la speranza dell’oggi, ma che rappresentano la dimostrazione concreta che un mondo migliore sia possibile. Che sia possibile una via diversa per costruire una società migliore, più attenta ai bisogni di tutti, dove esista al centro di tutto il bisogno collettivo e non la soddisfazione del singolo.
Non potremo sottrarci all’amaro calice del coronavirus, ma potrebbe essere l’occasione per capire il valore della solidarietà
Gli accadimenti più difficili, come guerre e carestie, hanno sempre portato a periodi di maggiore concordia. Tempi nei quali la solidarietà viene considerata un dovere, dettato dai tempi, e non una scelta lasciata al libero arbitrio dalle coscienze. Periodi nei quali sarebbe stato davvero difficile poter assistere ai comportamenti scellerati dell’oggi.
Dove il senso di responsabilità viene soffocato dalla voglia di andare al mare, dal bisogno di fare festa. Dove torme di incoscienti prendono la macchina o il camper e sciamano verso le piste da sci, come se fossero giorni come tanti. Come se il coronavirus esistesse solo nei libri di fantascienza. Mentre nella realtà qualcuno non potrà più tornare a casa sua per colpa dell’incoscienza di egoisti stupidamente irresponsabili, che hanno contribuito a diffondere il contagio.
Quest incoscienti devono ringraziare la maggioranza delle persone che sono responsabili, il personale sanitario e i volontari, che anche nei momenti difficili cercano di essere vicini a chi è in difficoltà, senza fare distinzioni di specie, di razza, di colore della pelle o di religione. Se non fosse per il loro valore umano, la guerra sarebbe ancora più difficile e le conseguenze davvero imprevedibili.